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Workflow per il coordinamento delle forometrie nei modelli BIM

Nella realizzazione di modelli BIM è frequente ritrovarsi in casi in cui una categoria di componenti risulta di competenza di diversi professionisti. Un esempio sono le forometrie per gli impianti che devono essere richieste dal progettista MEP ma validate da figure di coordinamento. Come procedere quindi? In quale modello devono essere inseriti questi oggetti? Come gestire le responsabilità delle modifiche su tali elementi? Lo vedremo in questo articolo in cui viene presentato un flusso di lavoro che consente di efficientare tale processo.

Gestione delle forometrie nel BIM: inquadramento dello scenario

La gestione delle forometrie è un aspetto molto delicato sia dal punto di vista progettuale che costruttivo, ancora di più all’interno di modelli BIM in cui è ben definito “chi fa che cosa” e, soprattutto, chi ha la responsabilità di prendere determinate decisioni. Avere un flusso di lavoro snello che permette di garantire il coordinamento di questa tematica tra le discipline MEP e strutturale risulta, pertanto, di fondamentale importanza.

Generalmente la gestione delle forometrie a livello progettuale avviene secondo uno schema ben determinato: il progettista MEP, dopo aver calcolato gli impianti e realizzato la modellazione geometrica, evade le richieste di forometrie all’interno di pareti e solette che devono essere valutate e analizzate dalla controparte strutturale che ha il compito di autorizzarle o respingerle.

Per non appesantire la trattazione ci focalizzeremo in questo caso solamente su un paio di canali, ma una volta compreso il workflow, questo è facilmente estendibile a casi più complessi con presenza di più sistemi.

Ipotizziamo quindi di aver completato la modellazione degli impianti e, lato MEP, di dover richiedere forometrie per poter attraversare la parete e la soletta in Figura 1.

 

Figura 1 – Canalizzazione con attraversamento in parete (a sinistra) e in soletta (a destra). (crediti immagine: Davide Siani)

 

LEGGI ANCHE: Estrazione delle quantità per le canalizzazioni in un modello BIM MEP
Il Quantity Take Off (QTO) è uno degli usi del modello BIM più diffusi e più richiesti. É anche il motivo primario e principale dell’implementazione di software BIM oriented nel panorama AEC. In questo articolo vedremo come gestirlo per l’estrazione delle quantità dei canali della distribuzione aeraulica.

 

Sviluppo della famiglia personalizzata di forometria

Per soddisfare tale esigenza possiamo creare una famiglia caricabile da inserire nel modello in corrispondenza degli elementi da attraversare, in modo tale da avere le informazioni necessarie. Non essendo presente in Autodesk® Revit® una categoria specifica, una scelta oculata è quella di sfruttare una categoria di solito poco o per nulla utilizzata: così facendo è più semplice gestire l’estrazione delle quantità da modello evitando l’applicazione di filtri. Una categoria che rispecchia questa casistica è quella dei Dispositivi di controllo meccanico, generalmente poco impiegata.

Definito questo aspetto, è sufficiente creare un parallelepipedo con tre parametri che ne gestiscono le dimensioni e tale da poter essere posizionato sulle superfici degli elementi da attraversare; ricordiamoci che muri e pavimenti sono modellati sul file architettonico collegato e non direttamente in quello “host”, ovvero quello in cui stiamo eseguendo la modellazione meccanica. I tre parametri che determinano la geometria dell’elemento sono i due lati L1 e L2 e lo spessore S, tutti di istanza, in modo tale da consentirne la modifica puntuale in ambiente di progetto (Figura 2).

 

Figura 2 – I parametri per la gestione delle dimensioni della forometria. (crediti immagine: Davide Siani)

 

La creazione dei parametri nel modo illustrato consente di ottenere in ambiente di progetto i “grip” per poter apportare modifiche semplicemente trascinandoli: questa soluzione risulta utile nel caso in cui si preferisca lavorare direttamente sull’elemento per poterlo “stretchare”; una volta definita la dimensione indicativa si può finalizzare la modifica con l’inserimento di valori arrotondati all’unità per semplicità operativa.

Le dimensioni geometriche delle forometrie sono utili in fase di progettazione e realizzazione per generare le tavole costruttive direttamente estratte dal modello BIM, ma lato impresa sono fondamentali anche per poter calcolare i ripristini che è opportuno realizzare e certificare, a norma di legge, che incidono in maniera importante nell’economia di un cantiere. In questo modo, avendo a disposizione queste quantità è possibile effettuare anche questo tipo di valutazione economica assolutamente non trascurabile e produrre un quadro riepilogativo dei ripristini direttamente nel modello.

Altra informazione fondamentale necessaria per le tavole di cantiere riguarda la posizione delle forometrie, indicata come altezza generalmente rispetto al piano finito (architettonico). Per ottenere tale risultato è necessario modellare l’intera geometria utilizzando il piano orizzontale che definisce l’origine come piano inferiore per l’estrusione del parallelepipedo, come è possibile apprezzare in Figura 3.

 

Figura 3 – Modellazione geometrica della forometria rispetto al piano orizzontale dell’origine (in basso). (crediti immagine: Davide Siani)

 

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, tale elemento non viene modellato come vuoto per poter forare muri e pavimenti, bensì come solido: uno dei motivi per i quali si opta per questa soluzione è che non interessa creare realmente le forometrie nel modello, perché non è possibile “forare” oggetti (muri e pavimenti in questo caso) presenti in un modello collegato e, in più, non agevolerebbe le operazioni di computo che vengono eseguite in maniera differente. Inoltre, se si vuole ottenere una resa grafica personalizzata per tali oggetti, creandoli come solidi è possibile assegnare ad essi una sottocategoria per poterli gestire e personalizzare in ambiente di progetto come desiderato.

La scelta di modellare le forometrie come solidi genera però interferenze tra queste e gli elementi attraversati: sarà necessario semplicemente escludere queste categorie dal controllo interferenze oppure identificare eventuali clash (termine tecnico per indicare le interferenze tra oggetti modellati) come falsi positivi, che è possibile quindi trascurare.

Altro aspetto importante da dover tenere in considerazione per la creazione della famiglia riguarda la posizione, in particolare se viene attraversato un elemento verticale oppure un elemento orizzontale. È quindi importante avere evidenza anche di questa informazione e, per farlo, si possono scegliere almeno tre diverse strade, di seguito descritte.

  • Creazione di due famiglie diverse composte da un unico tipo: è necessario creare una famiglia per le forometrie a parete e una per le forometrie a pavimento, ciascuna delle quali con un nome univoco che le identifica, in modo tale da poter creare un abaco nel progetto e distinguerle con riferimento appunto al loro nome (es. Forometria a parete e Forometria a pavimento).
  • Creazione di un’unica famiglia composta da due tipi, uno per le forometrie a parete e l’altro per quelle a pavimento: in questo caso la distinzione a livello di abaco verrebbe fatta sulla base del tipo che deve essere adeguatamente nominato, in maniera del tutto simile a quanto riportato nel punto precedente.
  • Creazione di un’unica famiglia composta da un solo tipo con due parametri (di istanza) che permettono di identificarne la posizione: creandoli come parametri Sì/No funzionano come le “spunte” (attivo se presente, disattivo se spento) e sono complementari nel senso che se uno è attivo l’altro è spento e viceversa.

La terza soluzione è quella che proponiamo in questa trattazione, nonostante rimangano comunque valide anche le prime due illustrate. In questi casi non esiste una scelta giusta o sbagliata, ma la scelta migliore in funzione delle condizioni al contorno presenti. In tutti e tre i casi è comunque possibile estrarre le quantità corretta in maniera agevole usufruendo degli abachi.

All’interno della famiglia di forometria aggiungiamo quindi i parametri Su parete e Su soletta legati dalla formula indicata in Figura 4: in questo modo quando uno è attivo automaticamente l’altro è disattivato.

 

Figura 4 – I parametri di istanza Sì/No per l’identificazione della posizione della forometria (crediti immagine: Davide Siani)

 

Posizionamento forometrie nel modello MEP

Completata la famiglia è possibile caricarla nel progetto: se si lavora con più modelli MEP collegati, per esempio uno per disciplina, in quale di questi caricarla e posizionarla? La risposta è molto semplice: è necessario decidere un modello di riferimento che “comanda” e questo verrà predisposto per gestire il coordinamento con le altre discipline; tutti gli altri modelli potranno visualizzare le forometrie attraverso il collegamento di questo file.

Presa anche questa decisione, è possibile posizionare la famiglia dove necessario: per farlo è sufficiente selezionare la superficie della parete e/o della soletta sulle quali si intende effettuare la richiesta di forometria (Figura 5).

 

Figura 5 – Posizionamento delle famiglie di forometria su parete e soletta con evidenza dei "grip" per la modifica delle dimensioni. (crediti immagine: Davide Siani)

 

Tutti i parametri di istanza precedentemente creati all’interno della famiglia consentono una gestione puntuale di ogni casistica.

È importante sottolineare come l’accorgimento relativo alla posizione in cui è stata modellata la geometria rispetto ai piani di riferimento consente di ottenere immediatamente il valore del parametro di interesse per la quota della forometria, vale a dire la Quota altimetrica da livello (Figura 6). Laddove risultasse necessario, chiaramente è possibile visualizzare in tavola il valore del parametro utilizzando una semplice famiglia di etichetta.

 

Figura 6 – Quota di riferimento per la realizzazione della forometria. (crediti immagine: Davide Siani)

 

In funzione delle distribuzioni dei diversi sistemi l’impiantista definirà le dimensioni delle forometrie necessarie per garantire il passaggio degli impianti, aumentandole o diminuendole in relazione allo spazio necessario per gli attraversamenti.

Ritornando al motivo per cui è stata creata la Sottocategoria Forometrie, è possibile ora apprezzare che la scelta fatta in fase di creazione della famiglia si ripercuote in ambiente di progetto con la possibilità di personalizzare la grafica dell’oggetto per renderlo più evidente, come mostrato in Figura 7: nel raggruppamento della categoria Dispositivi di controllo meccanico troviamo la sottocategoria impostata nella famiglia.

 

Figura 7 – Personalizzazione della grafica per le forometrie. (crediti immagine: Davide Siani)

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