Wood Architecture Prize a Klimahouse: tutti i vincitori dell'edizione di quest'anno
Il "Wood Architecture Prize 2025" ha premiato i progetti più innovativi in legno, valorizzando sostenibilità e design contemporaneo. Il concorso segna un cambio di paradigma, con progetti architettonici e urbani complessi e tecnologie all’avanguardia. Ecco i progetti vincitori di quest'edizione.
Architetture con il legno come "protagonista": ecco i vincitori del Wood Architecture Prize 2025
Promuovere la ricerca e la sperimentazione nella progettazione e valorizzare la conoscenza di soluzioni costruttive moderne attente alle esigenze climatiche dei nostri tempi.
È stato questo l’obiettivo al centro del “Wood Architecture Prize 2025 by Klimahouse”, il primo e unico premio nazionale per l’architettura in legno, istituito da Fiera Bolzano, promosso con il patrocinio e il contributo scientifico dell’Università Iuav di Venezia e del Politecnico di Torino, in collaborazione con PEFC Italia – Associazione senza fini di lucro che promuove la gestione forestale sostenibile.
Speaker del giorno l’Architetto Andrew Waugh, un portavoce di fama mondiale per l'architettura a basse emissioni di carbonio e le costruzioni innovative, oltre che attore chiave nel passaggio globale verso materiali rinnovabili e bio-based.
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L’architetto inglese ha inaugurato la premiazione portando all’attenzione di tutti i presenti l’importanza di agire adesso per contrastare gli impatti del climate change, elevando il lavoro degli architetti che hanno il grande dovere e privilegio di migliorare la vita delle persone e del pianeta. Tra i candidati al Wood Architecture Prize 2025 nuove edificazioni, riqualificazioni e ampliamenti, sopraelevazioni di edifici esistenti, architetture temporanee e sperimentali, oltre ad opere di differente connotazione funzionale - pubbliche o private, con spazi di uso individuale o collettivo - la cui realizzazione sia stata completata sul territorio nazionale a partire dall’anno 2021.
Il premio si rivolge dunque non soltanto agli architetti, ma a tutti i membri della filiera delle costruzioni in legno: ingegneri civili, ambientali e paesaggistici, committenti pubblici e privati, startup, PA, imprese e ricercatori che presentano pratiche virtuose nell'uso di tecnologie all'avanguardia.
A decretare i vincitori, tra i 12 arrivati in finale, la giuria presieduta dall’Arch. Manuel Benedikter - Benedikter Architekt, e composta da sette esponenti di spicco del settore, della ricerca e dell’innovazione:
- Prof. Paolo Simeone - Politecnico di Torino,
- Prof. Guido Callegari - Politecnico di Torino,
- Arch. Mauro Frate - MFA architetti e Professore contrattista Iuav,
- Arch. Sandy Attia – MoDusArchitects,
- Arch. Marta Baretti - Arbau Studio,
- Luca Gibello – Il Giornale dell’Architettura.
Marta Barretti, vincitrice della scorsa edizione, è entrata in giuria, arricchendo il confronto con una nuova prospettiva. Ha evidenziato l’estrema versatilità del legno, che può adattarsi a molteplici soluzioni progettuali. Luca Givello sottolinea come negli anni sia cambiata la tipologia dei progetti presentati. Il legno deve superare l’immaginario romantico e nostalgico, per essere considerato una vera alternativa tecnologica e sostenibile.
Novità di quest’anno, l’abolizione della tradizionale suddivisione in categorie. I partecipanti, infatti, hanno presentato i propri progetti all’interno di un ambito di azione più ampio con l’obiettivo di definire nuovi immaginari legati alle attività di rigenerazione degli spazi abitabili in una logica di filiera territoriale che comprenda interventi sia pubblici che privati.
Lente di selezione della giuria
La giuria si è posta una domanda chiave: “Cosa può fare il legno per l'architettura del futuro e per le nostre città?”
L’approccio selettivo si è evoluto, privilegiando progetti che affrontano problemi più complessi. Il livello medio dei progetti è in crescita, segno che i messaggi lanciati nelle precedenti edizioni stanno avendo un impatto positivo.
Molte opere pubbliche e collettive affrontano problemi di processo, come autorizzazioni lunghe e budget limitati, ma riescono comunque a innovare. Alcuni architetti dimostrano grande determinazione nel lavorare con segherie locali o con legno regionale, portando avanti progetti con un forte impatto comunitario.
Due approcci emergenti:
- Uso del legno regionale → Progetti con un forte legame territoriale.
- Legno ingegnerizzato e industrializzato → Soluzioni che puntano alla scalabilità.
L’Italia guarda spesso all’estero per ispirazione, ma il concorso dimostra che ci sono già approcci validi e innovativi nel paese. Alcuni progetti finalisti hanno un valore educativo, evidenziando la necessità di diffondere conoscenze e buone pratiche. Il concorso sta contribuendo a un cambiamento culturale, allontanando il legno dall’immaginario delle costruzioni tradizionali e posizionandolo come materiale da costruzione per le città del futuro.
L’interazione tra architetti, ingegneri, imprese e istituzioni è fondamentale per superare le attuali barriere tecniche e normative. Il premio non è solo una celebrazione di buoni progetti, ma una piattaforma di ricerca, confronto e diffusione di una nuova cultura dell’edilizia in legno.
I finalisti
1. Alter Stadel Maireggerhof // Ahrntal
Nome studio/società/ente
Kollektiv null17
Nome progettista
Philipp Steger
Design Team
Arch. Michael Baumgartner
Geom. Fabian Decassiani
Arch. Heinrich Mutschlechner

L’intervento racconta un progetto di ristrutturazione e ampliamento che ha sfruttato una struttura esistente in legno (un vecchio fenile) per realizzare un nuovo appartamento con un concetto di "casa nella casa", utilizzando una struttura a telaio in legno. L’obiettivo non era evidenziare la nuova struttura, ma integrarla con la precedente. La ristrutturazione ha mantenuto il carattere originale del fenile, con un intervento rispettoso e calibrato.
Soluzione progettuale:
Creazione di una nuova struttura a telai in legno all’interno del vecchio edificio. Interni completamente rinnovati, mentre all’esterno si è cercato di mantenere l’integrazione visiva con la struttura originale.
Il legno è stato scelto per la sua capacità di armonizzarsi con il tempo e con la struttura esistente. Il team aveva già lavorato con il legno in altri progetti, quindi non era la prima volta. Questo materiale è stato scelto per la sua flessibilità e capacità di adattamento alla preesistenza permettendo di creare un'architettura che evolve nel tempo, senza perdere coerenza con il contesto.
2. casa Larun
Nome studio/società/ente
zarcola studio
Nome progettista
Federico Zarattini
Design Team
Federico Zarattini
Edoardo Giancola

Questo intervento presenta un progetto di piccola abitazione autocostruita, che esplora l’uso del legno portato al limite strutturale e integrato con una struttura in pietra. Il progetto nasce da un forte interesse per l’autocostruzione e per le potenzialità del legno come materiale leggero, versatile e facilmente lavorabile.
Il legno come materiale per l’autocostruzione
Il team ha maturato esperienza nel campo dell’autocostruzione e il legno si è sempre rivelato il materiale più adatto:
- Leggerezza → permette costruzioni con mezzi semplici.
- Flessibilità → può essere utilizzato in modi inusuali.
- Facilità di assemblaggio → ideale per chi costruisce direttamente.
La casa è stata progettata adattandosi alla conformazione dell’area, sfruttando un metodo costruttivo personalizzato.
Il concetto chiave è minimizzare la struttura in legno, spingendolo al suo estremo strutturale.
- Soluzione adottata:
- Pilastri estremamente sottili: 3 cm x 3 cm.
- Connessione tra legno e pietra attraverso elementi a "pettine".
- La pietra funziona da controvento, stabilizzando la struttura.
Il processo di costruzione non è avvenuto dal basso verso l’alto, come di solito accade, ma da nord verso sud, seguendo il giardino interno. Distribuzione degli spazi:
- Facciata vetrata → orientata verso il giardino privato.
- Facciata in pietra → più chiusa ed ermetica, rivolta verso la corte comune.
La scala è posizionata all’esterno della struttura principale, in un punto strategico per mantenere la stabilità dell’edificio.
Elementi strutturali chiave:
- Pilastri di legno ultrasottili che lavorano in combinazione con la pietra.
- Portali progettati con una logica di cerchiatura per rinforzare le zone più delicate.
Scelta dei materiali per gli interni:
Gli arredi fissi sono in pannelli di legno a tre strati (l’unico elemento incollato). Uso della tecnologia block-out per differenziare visivamente il pannello dall’elemento strutturale.
Il progetto dimostra un uso ingegnoso e minimalista del legno in combinazione con materiali tradizionali come la pietra.
L’approccio innovativo ha permesso di ridurre al minimo la quantità di legno utilizzata, mantenendo comunque la stabilità strutturale grazie alla sinergia con la pietra. Rappresenta un esempio virtuoso di autocostruzione e sperimentazione strutturale, con una chiara attenzione alla sostenibilità e all’efficienza costruttiva.
Questo lavoro evidenzia l’enorme potenziale del legno in architettura, non solo per la sostenibilità, ma anche per la capacità di adattarsi a tecniche costruttive innovative e ibride. L’integrazione tra legno e pietra è un ottimo esempio di architettura contestuale, capace di dialogare con il luogo e le sue risorse naturali.
3. Centro Anck'io
Nome studio/società/ente
Antonio Ravalli Architetti
+ Giorgio Nicolò
Nome progettista
Arch. Antonio Ravalli + Arch. Giorgio Nicolò
Design Team
Arch. Antonio Ravalli
Arch. Giorgio Nicolò
Arch. Simone Pelliconi
Ing. Roberto Daducci
Ing. Andrea Fornari
Dott. Geol. Silvia Daleffe

Questo progetto affronta sfide economiche, culturali e costruttive, partendo da un concetto semplice ma potente: la costruzione di un tetto come elemento unificante tra diverse culture.
- Edificio a bassissimo costo → budget ridotto al minimo.
- Funzione non ben definita → un centro che funge da scuola, luogo di formazione e spazio ricreativo per immigrati.
Principio di progettazione: il tetto come elemento comune a tutte le culture. La copertura è più ampia dell’edificio per creare uno spazio esterno per attività educative e sociali.
Questo permette di sfruttare il centro in ogni stagione e valorizzare la relazione con il contesto. Il centro sorge su un’area destinata a diventare un parco pubblico. L’edificio è compatto e posizionato ai margini del parco per diventare un punto di riferimento futuro. Al momento è recintato, ma con il completamento del parco si spera che la recinzione venga rimossa, creando un’integrazione diretta con l’ambiente circostante.
Il ruolo del legno nella struttura
- Scelta naturale del legno per la copertura, grazie alla sua sostenibilità e facilità di montaggio.
- Struttura principale realizzata con cassettoni in legno, evocando soluzioni storiche come le ville palladiane.
- Integrazione di controventature antisismiche in legno per garantire stabilità strutturale.
Le amministrazioni locali sono ancora restie ad approvare edifici in legno. Questo ha reso difficile portare avanti il progetto secondo l’idea originale. Alla fine, le strutture in legno previste sono state ridotte o trasformate in elementi secondari. Il progetto dimostra come un’architettura semplice possa rispondere a bisogni complessi, sfruttando materiali sostenibili. È un esempio di spazio educativo e inclusivo, progettato per adattarsi a diverse funzioni. Oltre alla qualità architettonica, l’attenzione è sul sole, sull’apertura e sulla valorizzazione delle persone che utilizzeranno questo spazio.
Questo centro rappresenta un modello di architettura sociale sostenibile, che supera i limiti economici con un design intelligente e materiali naturali. Tuttavia, evidenzia anche la necessità di superare le barriere burocratiche e culturali che ancora ostacolano l’uso del legno nell’edilizia pubblica.
4.Costruito intorno - casa p
Nome studio/società/ente
Nome progettista
Michaela Wolf

Questo progetto si basa su una dialettica tra pietra e legno, dove il primo elemento funge da nucleo strutturale e simbolico, mentre il secondo si integra armoniosamente nel contesto naturale.
Il progetto è costruito attorno a un camino in pietra, elemento centrale che rappresenta il “punto solido” della casa.
Tutta la struttura in legno si aggrappa a questo camino, creando una relazione di equilibrio tra materiali diversi.
Le caratteristiche di materiali e scelte progettuali
- Legno di abete russo, proveniente dallo stesso luogo della costruzione, esaltando il concetto di architettura radicata nel territorio.
- Interni in legno saponato, una scelta estetica e funzionale:
- Evita cambiamenti cromatici nel tempo.
- Mantiene un aspetto uniforme e naturale.
- L’uso di materiali di riuso e legno è stato una scelta implicita, senza necessità di interrogarsi su alternative.
Grande tetto a doppia falda → enfatizzato da una gronda metallica che crea spazi di transizione tra interno ed esterno.
La casa è pensata come un nuovo modo di abitare, con:
- Ampie terrazze per godere della vista panoramica.
- Spazi interni fluidi, in costante connessione visiva con il paesaggio.
Il progetto si mimetizza nel paesaggio senza imporsi, grazie alla scelta di materiali locali e soluzioni architettoniche leggere. Il camino in pietra funge da ancoraggio, mentre il legno conferisce flessibilità e leggerezza all’insieme.
Questo approccio rappresenta un equilibrio tra tradizione e innovazione, enfatizzando un’architettura che dialoga con la natura piuttosto che dominarla. Questo progetto è un esempio di architettura contestuale e sostenibile, dove ogni elemento – dalla scelta dei materiali alla distribuzione degli spazi – è pensato per armonizzarsi con l’ambiente e valorizzare la qualità dell’abitare.
5. Didactic Pavilion
Nome studio/società/ente
Banca del Fare
- Fondazione Matrice ETS
Nome progettista
Arch. Filipa Farreca Sequeira Duarte

Il Didactic Pavilion è un progetto nato all’interno dell’iniziativa Banca del Fare, un programma avviato nel 2016 in Alta Langa per recuperare il saper fare artigianale e costruttivo, spesso trascurato nel percorso universitario tradizionale.
Obiettivo del progetto
- Recuperare le competenze tradizionali di costruzione, in particolare quelle legate al legno.
- Coinvolgere studenti internazionali in un’esperienza pratica di autocostruzione.
6. Ex marmeria - nuovo hub direzionale
Nome studio/società/ente
Corde architetti associati
Nome progettista
Arch. Alessandro Santarossa
Design Team
Arch. Giovanni Scirè Risichella
Arch. Elisabetta Fava
Arch. Giacomo Cornale
Arch. Teresa Busetto

Dare nuova vita ai capannoni dismessi: un'architettura tra riuso e innovazione
In un’epoca in cui la sostenibilità è diventata un imperativo per l’architettura e l’urbanistica, la questione dei capannoni dismessi si pone con urgenza. Questi grandi contenitori, diffusi in tutte le regioni, rappresentano un patrimonio spesso dimenticato, ma con enormi potenzialità di rigenerazione. Il progetto che presentiamo oggi nasce proprio da questa consapevolezza: riciclare, reinterpretare e trasformare questi spazi in qualcosa di completamente nuovo, senza dimenticare il loro passato.
Immaginare un capannone dismesso come una "persona anziana, con qualche acciacco" ma ancora con risorse e punti di forza, è un modo affascinante per approcciare la rigenerazione di questi spazi. Il nostro caso studio riguarda un capannone di 50 anni, con una solida struttura in carpenteria metallica, ancora in ottime condizioni salvo qualche intervento di consolidamento.
Uno dei problemi principali era la copertura in amianto, che ha richiesto un investimento significativo per essere rimossa e sostituita. Tuttavia, questa operazione ha liberato nuove possibilità per l’intervento, permettendo di reinterpretare l’edificio con una logica completamente diversa.
Il concetto di scatole leggere in legno
Con il tetto rinnovato e il solido pavimento esistente – una piastra di 20 cm di spessore, perfetta come base strutturale – è stato possibile inserire all’interno del capannone delle nuove strutture leggere in legno, completamente indipendenti dall’involucro originale. Questo approccio ha diversi vantaggi:
- Protegge il legno dall’acqua, eliminando la necessità di guaine e plastiche, utilizzando solo barriere al vapore, lana di roccia e fibra di legno.
- Permette una costruzione più flessibile, simile a un allestimento, ma con la qualità di un’architettura contemporanea.
- Facilita l’installazione impiantistica, con tutti gli impianti che corrono sul pavimento preesistente.
- Rende semplice il montaggio di serramenti e dettagli minimali, che sarebbero più complessi in un ambiente esposto agli agenti atmosferici.
Un nuovo modo di abitare e lavorare
Questa reinterpretazione del capannone apre a un’idea ibrida tra spazio lavorativo e abitativo, rompendo con le convenzioni edilizie tradizionali. All'interno del capannone, il codice civile e i regolamenti urbanistici diventano meno vincolanti, permettendo di ridefinire gli spazi con una logica che richiama le corti medievali e i centri storici.
Distanze minime, porticati, ambienti comuni e piccole unità abitative creano un nuovo tessuto architettonico, fatto di luoghi di incontro, coworking spontaneo e spazi di condivisione. L’esperienza di chi lavora e vive in questi ambienti cambia radicalmente:
- La prossimità tra le persone favorisce la socialità, trasformando i capannoni in piccole comunità.
- Il contrasto tra il vecchio e il nuovo crea un dialogo affascinante tra il passato industriale e il futuro sostenibile.
- Le corti interne e gli spazi aperti restituiscono il senso di convivialità tipico delle piazze storiche.
Un modello replicabile: verso una nuova frontiera del riuso edilizio
Il progetto non si ferma a un singolo intervento, ma sta diventando un vero e proprio prototipo per un progetto di ricerca europeo. L’obiettivo è sviluppare un modello scalabile e adattabile a diversi contesti, per permettere agli architetti di trasformare i capannoni dismessi in nuovi luoghi di lavoro e di vita.
L’ambizione è di andare oltre la creazione di uffici e coworking, per arrivare a spazi abitativi veri e propri, in cui l’ibridazione tra lavoro e residenza diventi un nuovo paradigma urbano.
L’architettura ha il potere di dare nuova vita agli spazi dimenticati, e questo progetto è la prova che, con una visione innovativa e una strategia sostenibile, i capannoni dismessi possono diventare i nuovi centri pulsanti delle comunità di domani.
7. HAUS EGGEMOA
Nome studio/società/ente
Architekt Daniel Ellecosta
Nome progettista
Arch. Daniel Ellecosta

La Casa Eggemoa, immersa nella Valle Aurina, si ispira alla tipologia costruttiva dei mulini storici, reinterpretandola in chiave contemporanea. La struttura è realizzata con la tecnica Blockbau, che prevede pareti in legno massiccio senza isolamento termico, poggiate su una solida base in cemento faccia a vista con aggregati locali. Il legno utilizzato, principalmente larice, proviene interamente dai boschi del maso ed è stato lavorato in pannelli certificati per garantire sostenibilità.
L’edificio si sviluppa su più livelli, con accesso dall’ultimo piano e una zona giorno completamente aperta verso il tetto, creando un ampio e luminoso spazio abitativo. La stufa centrale funge da divisorio tra cucina e soggiorno, mentre ampie aperture incorniciano il paesaggio montano. Le camere da letto si trovano nel seminterrato, con accesso diretto agli spazi esterni. Materiali naturali come legno e cemento grezzo caratterizzano anche gli interni, enfatizzando la fusione tra architettura, ambiente e tradizione costruttiva alpina.
8. Kindergarten Algund
Nome studio/società/ente
feld72 Architekten ZT GmbH
Nome progettista
Anne Catherine Fleith
Design Team
Elisabetta Carboni
Therese Eberl
Marie Falser
Markus Gianmoena
Sebastian Gremmelspacher
Valentin Heuwieser
Gerhard Mair

Nel contesto unico di Lagundo, dove convivono due comunità linguistiche – tedesca e italiana – l’architettura assume un ruolo chiave nel favorire il dialogo e la coesione sociale. Il progetto qui presentato non è solo un esercizio di progettazione, ma una riflessione su come lo spazio possa facilitare le relazioni umane e valorizzare le risorse naturali del territorio.
In una realtà bilingue, è fondamentale che l’architettura non sia solo un contenitore, ma un attivatore di interazioni. Gli spazi progettati in questo intervento sono pensati per:
- Creare connessioni tra le diverse comunità, attraverso ambienti aperti e condivisi.
- Stimolare un senso di appartenenza, grazie all’uso di materiali locali che evocano il territorio.
- Favorire la flessibilità d’uso, rendendo gli ambienti adatti a più funzioni e occasioni di incontro.
Uno degli aspetti più significativi del progetto è l’uso estensivo del legno, che non è solo una scelta estetica o sostenibile, ma una vera e propria strategia progettuale.
- Materiale onnipresente: dagli interni agli arredi, fino alle coperture, il legno crea un ambiente caldo e accogliente.
- Risorsa rinnovabile e a basse emissioni: il legno assorbe CO₂ e riduce l’impatto ambientale dell’edificio.
- Esperienza sensoriale: come in una passeggiata nel bosco, il legno interagisce con la luce, il suono e l’aria, creando un’atmosfera naturale e rilassante.
- Il progetto non si è limitato a impiegare il legno per la sua sostenibilità, ma ha cercato di esaltarne le qualità percettive, rendendole visibili e tangibili attraverso dettagli architettonici e scelte materiche ben calibrate.
L’intervento ha optato per l’uso di legno massiccio, evitando strati aggiuntivi di isolamento termico.
- Spessore di 37 cm: una massa sufficiente a garantire prestazioni termiche ottimali senza la necessità di ulteriori materiali isolanti.
- Riduzione dell’impronta ambientale: meno lavorazioni, meno risorse consumate, maggiore efficienza complessiva.
- Approccio costruttivo minimale: un linguaggio essenziale che valorizza la materia prima nella sua forma più pura.
Il progetto di Lagundo dimostra come l’architettura possa trasformarsi in un ponte tra comunità, valorizzando al tempo stesso materiali locali e strategie sostenibili. L’utilizzo intelligente del legno non è solo una risposta ecologica, ma anche un modo per rafforzare il legame tra spazio, natura e benessere umano.
9. Nido d'infanzia di Manifattura Tabacchi
Nome studio/società/ente
Nome progettista
Edoardo Capuzzo Dolcetta

Design Team
Arch. Gabriele Capobianco
Arch. Edoardo Capuzzo Dolcetta
Arch. Jonathan Lazar
Arch. Damiano Ranaldi
Nel cuore di Firenze, un tempo occupato da una polveriera militare del primo Novecento, oggi sorge un nido d'infanzia in legno, simbolo di un nuovo modo di concepire l’architettura pubblica e il rapporto con la città storica. Il progetto non è stato solo una sfida tecnica, ma soprattutto un’opportunità per ricucire il tessuto urbano e trasformare un’area percepita negativamente in un luogo di crescita e apprendimento.
L’uso del legno è stato una scelta con un forte valore simbolico e comunicativo. L’intento era dimostrare come sia possibile costruire edifici pubblici con materiali sostenibili, in armonia con un contesto storico complesso e compatto come quello fiorentino.
- Dalla polveriera al nido → un cambio di paradigma, da un luogo legato al passato militare a uno spazio educativo per le nuove generazioni.
- Architettura pubblica e sostenibilità → il progetto propone un modello replicabile per altre trasformazioni urbane.
L’approccio progettuale si ispira ai principi di Loris Malaguzzi, fondatore di "Reggio Children", secondo cui lo spazio è il terzo educatore, dopo i genitori e gli insegnanti.
Il legno diventa un elemento educativo, trasmettendo calore, benessere e un legame con la natura.
L’ambiente è pensato per essere interpretato dai bambini, stimolando curiosità e creatività. La scelta dei materiali e la distribuzione degli spazi rispecchiano un'idea pedagogica innovativa, che valorizza l'interazione tra gli utenti e il contesto.
Il progetto non è stato solo un esercizio di architettura, ma un processo collettivo che ha coinvolto la comunità locale.
Lunghe fasi di confronto con il quartiere, attraverso incontri pubblici e discussioni aperte. Ascolto delle esigenze degli abitanti, per integrare il nuovo edificio nel tessuto urbano in modo armonioso. Un'opera pubblica condivisa, che oggi rappresenta un punto di riferimento per il quartiere.
Questo nido d'infanzia in legno dimostra come l’architettura possa trasformare il volto di una città, passando dal recupero di un edificio con un passato ingombrante alla creazione di un luogo accogliente e sostenibile.
Il successo di questo progetto è la prova che:
- Il legno è una scelta strategica anche in contesti storici consolidati.
- L'architettura pubblica può essere un veicolo di innovazione e inclusione.
- Il dialogo con la comunità è fondamentale per realizzare spazi davvero condivisi e funzionali.
Il nuovo nido di Firenze non è solo un edificio, ma un manifesto per un’architettura sostenibile, educativa e partecipativa. Grazie al legno, al dialogo con il quartiere e a una visione aperta e innovativa, questo spazio è diventato un simbolo di rinascita urbana, dimostrando che il futuro delle città passa attraverso la qualità e la sostenibilità dell’ambiente costruito.
10. Rigenerazione delle Casermette di Moncenisio
Nome studio/società/ente
Antonio De Rossi, Laura Mascino, Edoardo Schiari, Matteo Tempestini, Maicol Guiguet
Nome progettista
Antonio De Rossi
Design Team
Prof. arch. Antonio De Rossi
Arch. Laura Mascino
Arch. Edoardo Schiari
Arch. Matteo Tempestini
Arch. Maicol Guiguet

L’architettura non è solo costruzione, ma può essere uno strumento per attivare economie, rigenerare territori e valorizzare le competenze locali. Questo progetto, realizzato a 1.500 metri di quota in uno dei più piccoli comuni d’Italia, dimostra come il legno possa diventare un volano per la rinascita delle aree interne e montane.
L’intervento parte da una struttura esistente, evitando il solito approccio di isolamento e copertura.
L’obiettivo non era solo preservare, ma reinterpretare il suo ruolo nella comunità, inserendo funzioni culturali e collettive. Il progetto, con un budget ridotto, ha seguito un approccio sperimentale e artigianale, mantenendo l’aspetto originario e integrando un nuovo volume in legno.
Il legno come risorsa strategica
Il legno è stato scelto per la sua duttilità e adattabilità ai cantieri in ambienti estremi. È stato utilizzato non solo per ragioni estetiche o strutturali, ma con una visione più ampia:
- Stimolare microeconomie locali, creando filiere produttive sul territorio.
- Costruire competenze e valorizzare le risorse boschive montane.
- Favorire l’autosufficienza e la sostenibilità del progetto, evitando trasporti da luoghi lontani.
Durante la pandemia, le restrizioni sui trasporti hanno reso necessario l’uso di materiali locali. Il legno impiegato per il progetto è stato prelevato dai boschi a pochi chilometri dal sito, innescando un processo virtuoso di autoproduzione e riscoperta della filiera locale.
Il risultato è un intervento a chilometro zero reale, che non solo riduce l’impatto ambientale, ma crea un ciclo economico circolare tra gestione forestale, costruzione e occupazione locale.
Questo progetto dimostra come l’architettura possa essere più di un semplice intervento edilizio, diventando un elemento attivatore di:
- Rigenerazione economica → favorendo il lavoro locale e creando nuove professionalità.
- Riscoperta delle risorse territoriali → valorizzando materiali e competenze presenti in loco.
- Riqualificazione degli spazi collettivi → restituendo alla comunità un edificio con un nuovo significato e nuove funzioni.
Questo progetto non è solo un caso isolato, ma può rappresentare un modello replicabile per altre realtà montane e periferiche.
Utilizzare il legno locale, investire nelle competenze artigianali e ripensare il ruolo dell’architettura come attivatore sociale ed economico sono le chiavi per trasformare il modo in cui affrontiamo la progettazione in questi territori.
La montagna non è solo un luogo da preservare, ma può diventare un laboratorio di innovazione sostenibile, dove architettura, risorse naturali e comunità si intrecciano per creare un futuro più resiliente.
Un’architettura che non è solo costruzione, ma anche economia, cultura e futuro.
11. Scuola d’infanzia e asilo nido a Chienes
Nome studio/società/ente
Roland Baldi Architects
Nome progettista
Arch. Roland Baldi
Design Team
Arch. Roland Baldi
Arch. Sila Giriftinoglu
Arch. Erica Mazzoni

L’architettura scolastica non è solo una questione di funzionalità, ma può contribuire attivamente al benessere e alla crescita dei bambini. Il progetto di questa scuola dell’infanzia, realizzata in un'area precedentemente occupata da una scuola elementare e una casa delle associazioni, nasce con l’obiettivo di armonizzarsi con il paesaggio, ridurre l’impatto ambientale e creare un ambiente accogliente e pedagogicamente stimolante. Uno dei problemi iniziali del sito era la presenza di un dislivello di 4 metri, che rendeva l’inserimento di un nuovo edificio particolarmente complesso.
La soluzione progettuale è stata parzialmente interrare l’edificio, riducendo così l’impatto visivo e ambientale. Questa scelta ha anche permesso di chiudere e ridefinire la piazza esistente, creando un ambiente più raccolto e protetto, ideale per una scuola dell’infanzia. Il piano terra si sviluppa a livello della piazza, ospitando spazi polifunzionali, come:
- Un ristorante per bambini.
- Una sala per il movimento e le attività collettive.
- Il piano superiore, a quota +4 metri, ospita le aule della scuola materna e dell’asilo nido, con accesso diretto agli spazi verdi circostanti.
L’intera parte fuori terra è stata costruita in legno massiccio, utilizzando pannelli X-Lam per le strutture portanti.
Un materiale educativo: il legno non è solo una scelta costruttiva, ma è stato integrato in ogni elemento della scuola per il suo valore pedagogico:
- Strutture portanti.
- Infissi e porte.
- Elementi fonoassorbenti per il comfort acustico.
L’obiettivo principale era creare una transizione graduale tra l’ambiente domestico e quello scolastico.
Il legno contribuisce a ricreare spazi caldi e familiari, che ricordano ai bambini la loro casa. Il design degli spazi è pensato per stimolare il senso di sicurezza e appartenenza, accompagnando i bambini in un ambiente che facilita l’apprendimento attraverso il benessere sensoriale. La scuola diventa così un luogo accogliente e inclusivo, dove il contatto con i materiali naturali e la connessione con la natura favoriscono un’esperienza educativa più armoniosa.
L’inserimento intelligente nel terreno riduce l’impatto ambientale e migliora la qualità degli spazi aperti. L’uso del legno non è solo una scelta tecnica, ma un vero e proprio strumento educativo che avvicina i bambini alla natura e alla sostenibilità. La scuola diventa un ponte tra casa e apprendimento, aiutando i bambini a sentirsi a proprio agio in un ambiente costruito a loro misura. Questo approccio può rappresentare un modello replicabile per il futuro delle scuole, dove l’architettura non è solo uno sfondo, ma un elemento attivo nel processo educativo e di crescita dei più piccoli.
12. We Rural
Nome progettista
Silvia Minutolo
Nome studio/società/ente
Archisbang
Design Team
Arch. Silvia Minutolo
Arch. Marco Giai Via
Arch. Eugenio Chironna

Quando si interviene su un edificio con una forte storia e un carattere consolidato, la prima domanda che un architetto deve porsi è: cosa non si tocca? Questa riflessione ha guidato il progetto, che ha trasformato un vecchio contenitore architettonico mantenendone la memoria e la vocazione alla transitorietà, inserendo nuovi volumi abitativi che dialogano con l'esistente senza snaturarlo.
L'edificio esistente, una grande tettoia con una lunga storia di trasformazioni e usi diversi, è stato concepito come un contenitore in divenire. L’intervento ha rispettato questa natura mutevole, evitando modifiche invasive e preservando la sua identità originale.
Minimo restauro sulla struttura esistente, per mantenerne l’integrità.
Nuovi volumi inseriti internamente, come dispositivi dell’abitare, che trasformano lo spazio senza stravolgerlo.
Una convivenza tra il vecchio e il nuovo, dove i nuovi elementi si distinguono nettamente dall’involucro storico.
Gli spazi abitativi sono stati creati attraverso volumi indipendenti in legno, progettati con una struttura leggera e facilmente riconfigurabile.
- Struttura in timber frame e balloon frame, per garantire leggerezza e flessibilità.
- Solaio in faggio microlamellare, un materiale resistente e sostenibile.
- Finiture in calce naturale, per un dialogo materico con il contesto e con la terra.
- Struttura a vista negli interni, per esaltare l’autenticità dei materiali.
Questa scelta permette di modificare, aggiungere o rimuovere i volumi nel tempo, mantenendo la vocazione dinamica dello spazio originale.
Uno degli aspetti più interessanti del progetto è l’interazione tra i nuovi volumi e lo spazio vuoto della struttura preesistente.
- Gli spazi tra i volumi e l’involucro originale diventano aree di servizio e di transizione.
- L’architettura non è solo definizione di spazi chiusi, ma anche valorizzazione degli interstizi, che contribuiscono alla percezione dello spazio nella sua totalità.
- Questi vuoti abitabili creano nuove possibilità d’uso, stimolando un’interazione fluida tra il nuovo e l’antico.
La principale caratteristica di questo progetto è il rispetto della transitorietà dell’edificio originale.
Il legno è stato scelto non solo per le sue qualità ambientali e strutturali, ma anche per la sua capacità di adattarsi e trasformarsi nel tempo. L’intervento minimo sull’involucro esistente lascia intatta la struttura originale, mentre la nuova architettura si pone come un’aggiunta ben distinguibile e contemporanea.
La reversibilità del progetto garantisce che lo spazio possa evolversi con nuove configurazioni nel futuro, senza perdere la propria identità. Questo intervento rappresenta un modello di rigenerazione intelligente, in cui il nuovo si integra con l’antico senza cancellarne la memoria.
Non si forza la trasformazione dell’esistente, ma si lavora con esso, aggiungendo strati di significato e nuove possibilità d’uso. Il legno diventa il materiale chiave di questa visione, grazie alla sua capacità di essere leggero, sostenibile e modificabile nel tempo. L’architettura si fa interprete di un dialogo tra passato e futuro, mantenendo vivo il senso di transitorietà dello spazio.
In un'epoca in cui il recupero dell'esistente è una sfida cruciale, questo progetto dimostra come l’architettura possa essere al tempo stesso rispettosa della memoria e capace di innovare, offrendo nuovi modi di abitare gli spazi con una visione aperta e dinamica.
Le premiazioni
Esempi concreti di opere innovative che combinano design e funzionalità con l’utilizzo del legno come materiale centrale, i progetti vincitori sono stati annunciati ieri 30 gennaio, in occasione dell’evento di premiazione, durante la seconda giornata di Klimahouse.
I vincitori dell'edizione 2025

- Centro Anck’io – Villafranca (VR) Antonio Ravalli Architetti + Giorgio Nicolò
Anno di costruzione: 2022
Il progetto ha vinto per la sua capacità di condensare diverse funzioni aggregative di particolare valenza pubblica all’interno di un edificio impostato modularmente, che garantisce una grande flessibilità d’uso degli spazi, inclusi quelli all’aperto ma coperti. L’intero complesso è uniformato dal segno chiaro e semplice della piastra di copertura a cassettoni lignei disassemblabili e riutilizzabili al termine del ciclo di vita del fabbricato.

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Casa Larun – Tregnago (VR) Zarcola studio Anno di costruzione: 2024
Lo studio alla base si distingue per l’originalità. “Una magnifica ossessione” è lo slogan che riassume il concetto progettuale, cui si affianca una maestria artigianale in autocostruzione. Un’operazione di sostituzione edilizia ricavando un’abitazione in un lotto stretto, realizzata attraverso una gabbia strutturale di microlistelli (3x), con funzione sia antisismica, sia di disegno d’interni dalla straordinaria unitarietà e poesia.

Kindergarten Algund – Lagundo (BZ) Feld72 Architekten ZT Srl Anno di costruzione: 2022
Il progetto, esito di un concorso di architettura, ha visto l’ampliamento in continuità della struttura esistente ed è stato premiato per la qualità della realizzazione e per la definizione di ambienti interni che, pur nell’ambito di una spazialità ordinaria, restituiscono atmosfere domestiche di particolare sensibilità e intimità.

La menzione speciale per progettisti under 35
- La menzione speciale per un progettista under 35 è andata all’Alter Stadel Maireggerhof (BZ) dell’Arch. Philipp Steger che ha condotto una sofisticata operazione di recupero di un maso attraverso una ricostruzione contestuale dello spazio.

Le menzioni speciali della giuria
Ad aggiudicarsi le menzioni Speciali della Giuria invece:
- La Rigenerazione delle Casermette di Moncenisio – Moncenisio (TO) Antonio De Rossi, Laura Mascino, Edoardo Schiari, Matteo Tempestini, Maicol Guiguet Anno di costruzione: 2024
Premiato per il recupero, in economia di risorse e in spazi limitati, di un rudere militare privo di pregio storico-edilizio, attraverso l’inserimento di volumi scatolari, differenziati per funzioni a uso comunitario, in chiave rigenerativa di un piccolo e isolato comune montano. L’inserzione della “scatola nella scatola” si conferma dunque un approccio consolidato per il ripristino dell’ingente patrimonio rurale alpino degradato.

- Costruito intorno – Casa p – Bressanone (BZ) Bergmeisterwolf Anno di costruzione: 2024
Assegnato il premio per la capacità di evocare atmosfere e immagini archetipiche dell’abitare all’interno di un contesto naturale montano. La giuria ha apprezzato la somma maestria tanto nel controllo e nel disegno dei dettagli, quanto nella realizzazione costruttiva.

Menzione speciale della filiera PEFC
- Inoltre, la commissione delegata ha assegnato una menzione speciale della filiera PEFC al progetto We Rural Palazzo Valgorrera (TO) dello studio Archisbang, per la sobrietà dell’inserimento di semplici volumi scatolari autonomi e reversibili ma al contempo in dialogo con un fabbricato rurale storico, di cui si mantengono tutte le caratteristiche tipologico-costruttive. Particolarmente apprezzata inoltre l’articolazione degli spazi, tra ambiti aperti, ambiti semichiusi e stanze, ottenuta grazie a un’efficace quanto basica distribuzione su due livelli.

“Il Wood Architecture Prize è una manifestazione che cresce ogni anno, non solo per il numero e la qualità dei progetti in gara, ma anche per il significato che sta acquisendo nella sensibilizzazione delle tematiche legate alla sostenibilità e all’uso del legno come materiale da costruzione. Oggi premiamo non solo l’innovazione e il design, ma anche un approccio che mira a ridurre l’impatto ambientale e a promuovere la rigenerazione urbana e territoriale” ha dichiarato Thomas Mur, Direttore di Fiera Bolzano.
"Siamo orgogliosi di partecipare anche nel 2025 al Wood Architecture Prize a Klimahouse.” - ha dichiarato Marco Bussone, Presidente di PEFC Italia – “un riconoscimento che non solo premia l’eccellenza nell’uso sostenibile del legno, ma evidenzia anche l’importanza della gestione forestale responsabile. Il legno è un materiale straordinario, ma il suo utilizzo non può prescindere da una gestione etica e consapevole delle risorse forestali Costruire in legno è la risposta alla crisi climatica e permette ai territori di affrontare le sfide ecologiche del nostro tempo. Le aziende italiane che costruiscono case in legno sono tra le più evolute del mondo e i loro progettisti stanno lavorando intensamente e sensibilizzando i committenti”.
Architettura
L'architettura moderna combina design innovativo e sostenibilità, mirando a edifici ecocompatibili e spazi funzionali. Con l'adozione di tecnologie avanzate e materiali sostenibili, gli architetti moderni creano soluzioni che affrontano l'urbanizzazione e il cambiamento climatico. L'enfasi è su edifici intelligenti e resilienza urbana, garantendo che ogni struttura contribuisca positivamente all'ambiente e alla società, riflettendo la cultura e migliorando la qualità della vita urbana.
Cambiamenti climatici
Con questo topic "Cambiamenti climatici" vogliamo raccogliere gli articoli pubblicati da Ingenio su questo problema ingente e che deve essere ineludibilmente affrontato a livello globale.

Coperture
News e approfondimenti sul tema delle Coperture. La scelta della tipologia di copertura dipende da vari fattori come il clima locale, l'estetica desiderata, le normative edilizie, e il budget disponibile. Ogni tipologia ha vantaggi specifici che possono essere sfruttati per ottimizzare le prestazioni dell’edificio.

Costruzioni
Con questo TOPIC raccogliamo le news, gli articoli e gli approfondimenti che riguardano istituzionalmente il settore delle costruzioni.

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News e approfondimenti relativi alle facciate degli edifici: isolamento termico e acustico, efficienza energetica, patologie edili e interventi di conservazione per immobili preesistenti.

Legno
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Con il topic "Restauro e Conservazione" vengono raccolti tutti gli articoli pubblicati che esemplificano il corretto approccio a quel sistema di attività coerenti, coordinate e programmate, dal cui concorso si ottiene la conservazione del patrimonio culturale.
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