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VMC ed edifici salubri: come scegliere il giusto sistema di ventilazione meccanica

Quali sono gli elementi essenziali per la scelta di un sistema di ventilazione meccanica? Le principali indicazioni possiamo trovarle all'interno del protocollo impianti Biosafe®.

Come garantire standard minimi di ventilazione

Il tema del ricambio aria negli edifici è molto dibattuto, fa riferimento ad un quadro normativo che oggi risulta in fase evolutiva, ma ancora legato a scenari confusi e probabilmente ormai tecnicamente superati.

Nel percorso di efficientamento energetico degli edifici, contestualmente alle verifiche di permeabilità all’aria, è necessario affrontare le dinamiche di riduzione delle circolazioni d’aria naturali con l’esterno e la profonda riduzione degli spifferi che fino ad oggi ci hanno accompagnato negli edifici energivori.

Le abitudini di vita ci stanno allontanando dalle nostre case, riducendo i momenti effettivi di ventilazione naturale e non permettendoci quindi di poter rispettare gli standard minimi di ventilazione che prevedono dei brevi periodi di apertura degli infissi per alcuni minuti, da ripetere almeno una dozzina di volte durante la giornata. Tutto questo ha poi la conseguenza di peggiorare il livello di inquinanti ambientali, che viene progettato, verificato e monitorato attraverso il protocollo Biosafe®.

Della ventilazione naturale si può trascurare l’analisi degli elementi positivi, noti ai più, per capire quali siano le effettive lacune che ci portino a dover sostenere l’utilizzo dei sistemi di ventilazione meccanica. La ventilazione naturale non ci consente un controllo della portata d’aria di rinnovo, non è concesso nessun sistema di filtrazione, accentua le dispersioni energetiche sia nella stagione fredda che in quella calda ed è necessaria la presenza di persone per garantire il ricambio.

Questi sono alcuni dei fattori determinanti che ci fanno capire l’importanza di scegliere correttamente i sistemi di ventilazione meccanica, che si dividono in due categorie principali:

  • i sistemi puntuali e decentralizzati,
  • i sistemi di ventilazione meccanica controllata centralizzati.

VMC decentralizzata

Le unità di ventilazione meccanica decentralizzata contengono al loro interno i principali meccanismi necessari alla corretta costruzione delle unità di ricambio aria:

  • due ventilatori elettrici, uno per l’aria in immissione e l’altro per l’aria in estrazione;
  • recuperatore di calore ad alta efficienza;
  • sistema di filtraggio grossolano e raffinato sia in immissione che in estrazione;
  • presenza di sensori di monitoraggio CO2 e UR% (anidride carbonica e umidità relativa);
  • presenza di sistema di raffrescamento passivo (free cooling);

Tra le peculiarità di questa tipologia di sistemi dobbiamo annoverare la possibilità di realizzare l’installazione con interventi poco invasivi (due carotaggi sulle pareti esterne per ogni unità ed un collegamento elettrico), questo ne fa quindi una soluzione particolarmente versatile anche in situazioni di messa a punto e di risoluzione delle problematiche derivanti da scarsa ventilazione e mancata correzione dei ponti termici (purtroppo temi sempre più di frequente riscontro).

É importante far presente che questi sistemi hanno dei limiti funzionali, che non li identificano come la soluzione tecnica più completa per rispondere alle tematiche di ventilazione degli spazi occupati: i sistemi decentralizzati sono caratterizzati da ventilatori con portate d’aria limitate e questo caratterizza la necessità di doverne installare più di uno all’interno delle abitazioni o degli spazi occupati, oltre al fatto che le caratteristiche dei ventilatori presenti non consentono una penetrazione dell’aria per tutta la volumetria degli ambienti occupati; ultimo elemento tecnico da tenere in considerazione con molta attenzione è la rumorosità in base al locale di installazione, che varia in base alla velocità del ventilatore e che dovrà essere verificata per ogni ambiente.

VMC centralizzata

I sistemi di ventilazione meccanica centralizzata, previsti come obbligatori nel protocollo di certificazione Biosafe® oltre a presentare i vantaggi già espressi dai sistemi decentralizzati, offrono la possibilità di rispondere positivamente ai limiti tecnici degli altri meccanismi, con la capacità di distribuire e ricambiare l’aria per tutta la volumetria degli spazi occupati, la possibilità di gestire i flussi d’aria veicolandola per evitare diffusione dell’umidità e/o degli odori, e garantendo la possibilità di ridurre al minimo il rumore percepito: tutto questo passa quindi ad un concetto di fondamentale importanza: la ventilazione meccanica centralizzata necessità di una progettazione attenta e meticolosa, che per comodità possiamo riassumere in questi punti chiave:

  • posizionamento e dimensionamento dei componenti principali;
  • scelta dei componenti principali;
  • pianificazione della manutenzione ordinaria e straordinaria;
  • formazione delle maestranze che realizzeranno l’opera;
  • collaudo con verifica delle portate d’aria di progetto;

Il progetto dovrà tenere in considerazione le necessità dell’unità centralizzata, analizzando le caratteristiche tecniche e fisiche dei sistemi di distribuzione, con uno schema operativo che può seguire questo schema logico, approfondito in metodo specialistico nel libro che spiega, tra gli altri, i principi del protocollo impianti:

  1. scelta della tipologia di VMC (verticale, orizzontale, con recupero dinamico o statico, con deumidificazione, ecc);
  2. posizionamento, preferibilmente baricentrico, dell’unità VMC rispetto ai locali da servire;
  3. verifica delle geometrie di passaggio per le canalizzazioni di presa aria esterna ed espulsione, con analisi delle potenziali fonti di inquinanti esterne;
  4. scelta della capacità di filtrazione dei filtri bordo macchina;
  5. distribuzione dei diffusori in ambiente e delle griglie di ripresa, cercando di ottenere il completo lavaggio d’aria di tutta la volumetria degli spazi occupati;
  6. calcolo del diametro delle canalizzazioni per ridurre la velocità dell’aria e conseguentemente l’impatto del rumore in ambiente.

Impianto VMC: collaudo, manutenzione e installatori qualificati sono aspetti da non sottovalutare

Ogni buon progetto di un impianto di ventilazione meccanica deve prendere in considerazione anche la parte relativa ad alcuni aspetti che passano spesso inosservati, come la pianificazione della manutenzione ordinaria e straordinaria, la formazione dei posatori ed il collaudo finale.

La manutenzione ordinaria consiste nella verifica, con pulizia e/o sostituzione dei filtri che troviamo a bordo dell’unità di ventilazione ed a bordo delle griglie di aspirazione. Queste attività possono essere svolte regolarmente anche dagli utilizzatori dell’impianto, e la loro periodicità sarà tarata anche in base all’inquinamento atteso ed all’esperienza stessa fatta sul campo dall’utente: alla messa in servizio sarà prudenziale consigliare dei controlli regolari, da svolgere ogni 15/20 giorni, da dipanare nel tempo con scadenze più lunghe in virtù dello sporco riscontrato sugli stessi filtri.

La manutenzione straordinaria, quindi la pulizia e sanificazione dei canali d’aria, dovrà essere pianificata in fase di progettazione, e sarà calibrata in base al tipo di attività che avremo all’interno degli spazi occupati, oltre che rispetto all’inquinamento atteso; va da sé che maggiore sarà la cura in fase di manutenzione ordinaria e minore sarà la necessità della straordinaria.

La formazione dei posatori è un aspetto tanto semplice, quanto trascurato, e si lega particolarmente alle attività quotidiane di cantiere, oltre che alla sensibilizzazione degli installatori. La gestione delle geometrie dei canali d’aria, la verifica e condivisione dei passaggi, il posizionamento dei diffusori, devono essere discussi preventivamente in cantiere, poiché ogni buona realizzazione è legata alla conoscenza e comprensione del progetto esecutivo. Tra le buone prassi da ricordare in fase di installazione va sottolineata quella della tutela dei canali d’aria e delle griglie/diffusori, con l’utilizzo degli appositi tappi per evitare che la polvere o le macerie di cantiere, finiscano dentro il nostro impianto.

Il collaudo finale, con l’ausilio di anemometri preferibilmente dotati di balometri, è il momento di chiusura del nostro impianto, in cui dobbiamo verificare che dal progetto alla messa in opera tutto rispetti le aspettative nostre e del nostro committente. Questo garantirà che tutte le dinamiche messe in atto nelle singole fasi del processo trovino riscontro nella pratica della realizzazione.

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