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Virtù e Innovazione: un binomio possibile per percorrere la strada della ripresa

Editoriale del dossier di INGENIO dedicato agli “Strumenti di progettazione innovativa”. Ottobre 2015

Editoriale del dossier di INGENIO dedicato agli “Strumenti di progettazione innovativa”. Ottobre 2015

Una recentissima indagine condotta da CNA, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, fa emergere con chiarezza che circa il 33% delle piccole attività italiane ha contrastato la crisi con l’innovazione.
Il dato, presentato con il documento “Manifattura e Mercati – Le PMI dopo sette anni di crisi”, è il risultato di un’indagine condotta su un campione di 800 realtà imprenditoriali; appare di grande rilevanza dal momento che quantifica come l’introduzione di nuovi prodotti, processi differenziati ma soprattutto dinamiche di scambio efficaci tra gli attori dello sviluppo, possano insieme dare una risposta all’esigenza di cambiamento che la congiuntura economica sfavorevole ha ingenerato.

Il settore delle costruzioni, che dal 2008 ha visto calare drammaticamente del 32,7% il valore aggiunto della propria produzione (fonte CNA) è quello che maggiormente ha risentito della crisi, ma che sta introducendo novità nelle filiere industriali e di progetto, con aumento di qualità nei materiali, nei metodi di lavorazione e nei criteri di design.
Questo dossier vede Ingenio ancora una volta impegnato nell’analisi e nella disseminazione di fattori cardine dell’innovazione, per voce diretta degli specialisti dei differenti settori afferenti al variegato ecosistema dell’edilizia.

Dalle considerazioni espresse nei contributi sul contesto normativo Anglosassone e nord-Europeo, e di riflesso su quello futuro in Italia, alle nuove metodologie di indagine e rilievo del patrimonio costruito, l’innovazione si declina al futuro, con orizzonti sempre più promettenti e orientati alla digitalizzazione della conoscenza. Ne sono testimonianza gli articoli e le interviste che presentano i casi applicativi frutto di nuovi approcci strutturali, infrastrutturali e strategici.
E’ tuttavia questo uno scenario luminoso caratterizzato ancora da zone d’ombra, che non sono trascurabili. Le ragioni sono da ricercarsi nell’inerzia legislativa, nella reticenza ad adottare processi virtuosi di collaborazione e, forse, finanche nell’adozione di strumenti sempre più versatili ma nel contempo più complessi.

Questi aspetti, pervasivi nei contributi presenti in questo dossier di Ingenio, sono di grande respiro e attualità, esposti percorrendo cammini diversi ma pur sempre complementari.
Se si dovesse evidenziare un minimo comune denominatore negli articoli, si potrebbe ancora una volta rifarsi al Building Information Modeling, processo generale, latore di contenuti disparati, linguaggio sempre più codificato destinato a comunicare il progetto, lo spazio, il costo e il tempo dell’edilizia.
Alla vigilia degli incontri di SAIE Academy a Bologna dove l’innovazione “salirà in cattedra”, come recita lo slogan dell’iniziativa, l’importanza della formazione e dell’informazione sono pertanto componenti imprescindibili del futuro professionale degli specialisti.

Nell’articolo “Ambizioni e Prospettive per l’Innovazione nel Settore delle Costruzioni” si affrontano da subito le tematiche scottanti del BIM nel Construction Project Management, con particolare attenzione alla sostenibilità e resilienza dell’ambiente costruito, ipotizzando come possa essere minimizzato l’impatto ambientale e aumentata la sicurezza dei cantieri di costruzione già dalla gestione dell’approvvigionamento e del contratto di appalto, soprattutto nei progetti di grandi dimensioni.

Nel contributo “Strategie d’integrazione e potenziali sviluppi del BIM nel processo produttivo del settore delle costruzioni” poi, si prosegue entrando nel merito degli strumenti, con la descrizione della visione integrata d’insieme che fornisce il BIM, con la sua capacità di reperire, archiviare e veicolare una determinata informazione e condurla nel punto corretto del processo cercando di ridurre i tempi e gli sprechi di tutte le fasi.
 
Ancora di BIM si parla nell’articolo “Analisi dei formati di scambio tra software BIM per la progettazione architettonica”, questa volta dal punto di vista dei linguaggi della digitalizzazione; per comprendere quanto sia effettivamente possibile impostare il processo BIM, occorre chiarire quali effettive possibilità e quali limiti esistono nei software, per arrivare in futuro a concepire linea guida di riferimento per la scelta dei prodotti più adeguati.

Nel testo “Considerazioni Preliminari alla BIM Road Map in Italia” viene esposta la dinamica realizzativa di una aspirazione, coltivata almeno a far data dagli Anni Quaranta del secolo scorso, che vede una progressiva riconfigurazione culturale del Settore delle Costruzioni, in contrasto con la profonda inefficienza di processi e norme consolidate.

Criticità che vengono chiaramente espresse nell’articolo ”La tecnologia BIM: malintesi e sfide per il Settore delle Costruzioni“, dove l’ottimismo palpabile della ripresa si scontra con l’oggettiva inerzia del “sistema costruzioni”, sebbene la promessa di una tecnologia di prodotto come il Building Information Modeling rappresenti un viatico per fenomeni più vasti.

Significativa in tal senso, soprattutto nei territori del Regno Unito, l’apertura alla produzione industriale di criteri e strategie sino ad ora BIM proprie degli ambiti progettuali, come evidenziato ne “Il processo di digitalizzazione si apre all’industria dei componenti edilizi del Regno Unito”.

Ma l’innovazione percorre anche le strade della tecnologia, declinata alla conservazione del patrimonio e agli interventi sull’esistente, realizzabili tramite le tecniche di conoscenza del costruito più sofisticate: il Terrestrial Laser Scanning o la fotogrammetria digitale, come ampiamente documentato negli articoli “HBIM nell’esistente storico. Potenzialità e limiti degli strumenti integrati nel recupero edilizio”, “La rappresentazione come nuovo modello di sviluppo economico” e “La fotomodellazione per il rilievo architettonico: metodologie, potenzialità e criticità” ne sono esempio.
Anche se le esperienze professionali più dirette, come documentato in “BIM: il punto di vista del libero professionista“, possono ancora fare poco affidamento su queste tecnologie d’avanguardia nella documentazione digitale dei fabbricati e dei monumenti per via dei costi e della richiesta specializzazione degli operatori, la gestione contemporanea del cantiere e dell’appalto stanno cominciando a cambiare con lo sfruttamento dei vantaggi della transizione verso il BIM, come esposto nel caso di studio del Lady Cilento Children’s Hospital, documentato nell’articolo ”L’evoluzione degli strumenti digitali nella progettazione complessa”; in questo contributo e negli altri presenti in questo dossier di Ingenio emerge un percorso diverso che può essere intrapreso dai professionisti a tutti i livelli, in un flusso di lavoro mirato ad essere sempre più virtuoso.
Innovazione e virtù dunque, unite in un connubio che già all’inizio del secolo scorso Schumpeter identificava come qualità necessarie all’imprenditore innovativo, quello cioè in grado di spezzare l’immobilità delle attività routinarie di un “stato stazionario”, ingenerato oggi dalla crisi economica globale ma destinato a mutare attraverso la cultura e la tradizione del costruire, attività riscopribili attraverso il rinnovamento e la dinamicità dei linguaggi della digitalizzazione.