Vetrate amovibili sul balcone: nuova costruzione o semplice installazione?
Le vetrate amovibili (VePA) sono strutture trasparenti che possono essere installate su balconi, logge o verande, fungendo anche da separazione tra interno ed esterno. La sentenza del TAR dell'Emilia-Romagna n. 373/2024, stabilisce che tali installazioni, essendo amovibili e non permanenti, non richiedono autorizzazioni, poiché non alterano la volumetria dell'edificio.
Le vetrate VePA: caratteristiche e norma
Le vetrate panoramiche amovibili (VePA) si presentano come delle strutture trasparenti rimovibili facilmente che non solo possono essere installate su balconi, logge o verande, ma svolgono anche il compito di elemento di separazione tra l'interno e l'esterno. In realtà queste offrono molti benefici come un incremento del comfort abitativo, un miglioramento delle prestazioni energetiche dell'edificio e un ampliamento degli spazi utilizzabili.
Tali strutture sono composte da telai in alluminio e vetri trasparenti e sono delle soluzioni apribili, poiché presentano dei pannelli scorrevoli.
Queste strutture comportare avere molti vantaggi tra cui:
- mantenere una temperatura interna ottimale e a ridurre i rumori esterni, migliorando il comfort abitativo;
- garantire una barriera efficace contro pioggia, vento e altre intemperie, rendendole ideali per balconi e terrazze;
- miglioramento dell'aspetto estetico dell'edificio e ne accrescono il valore commerciale.
Tali vetrate panoramiche possono essere installate senza ottenere alcun titolo abilitativo seguendo determinarti criteri tecnici ed estetici, infatti la legge 142/2022 di conversione del decreto Aiuti bis integra l’art. 6 del DPR 380/2001 con la lettera b-bis chiarendo che “(…) gli interventi di realizzazione e installazione di vetrate panoramiche amovibili e totalmente trasparenti, cosiddette VePA, dirette ad assolvere a funzioni temporanee di protezione dagli agenti atmosferici, miglioramento delle prestazioni acustiche ed energetiche, riduzione delle dispersioni termiche, parziale impermeabilizzazione dalle acque meteoriche dei balconi aggettanti dal corpo dell’edificio o di logge o di porticati rientranti all’interno dell’edificio, di logge rientranti all’interno dell’edificio o di porticati, a eccezione dei porticati gravati, in tutto o in parte, da diritti di uso pubblico o collocati nei fronti esterni dell’edificio prospicienti aree pubbliche, purché tali elementi non configurino spazi stabilmente chiusi con conseguente variazione di volumi e di superfici, come definiti dal regolamento edilizio-tipo, che possano generare nuova volumetria o comportare il mutamento della destinazione d’uso dell’immobile anche da superficie accessoria a superficie utile.
Tali strutture devono favorire una naturale micro-aerazione che consenta la circolazione di un costante flusso di arieggiamento a garanzia della salubrità dei vani interni domestici ed avere caratteristiche tecnico-costruttive e profilo estetico tali da ridurre al minimo l’impatto visivo e l’ingombro apparente e da non modificare le preesistenti linee architettoniche (…)”.
A ribadire se le vetrate amovibili possano essere soggette a demolizione, per assenza di titolo abilitativo, è la sentenza del Tar dell'Emilia-Romagna n. 373/2024.
Rimozione delle opere abusive: la decisione del Tar sulle vetrate panoramiche
I ricorrenti sono comproprietari di due unità immobiliari che sono state oggetto di segnalazione al Comune, il quale, in seguito, ha prontamente effettuato dei sopralluoghi rilevando la presenza di una struttura costituita da 12 vetri di dimensioni considerevoli, montati lungo il balcone dell'immobile, con l'aggiunta di un ulteriore divisoria in vetro che separava l'area in due, creando una comunicazione fra le due unità immobiliari.
Il Dirigente dello Sportello Attività Produttive del Comune ha informato i ricorrenti delle risultanze dei sopralluoghi, indicando come le opere siano state realizzate senza titolo abilitativo (permesso di costruire) su un immobile vincolato. Inoltre, è stato sottolineato che l'area in questione rientrava in una zona sottoposta a rigidi vincoli urbanistici secondo il Piano Urbanistico Generale (PUG) e il Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) del Comune di Reggio Emilia.
Successivamente l’Amministrazione ha inflitto una sanzione pecuniaria, in quanto le opere realizzate erano considerate interventi di nuova costruzione e quindi in violazione delle normative edilizie. L'ordinanza ha fatto riferimento alla LR dell’Emilia-Romagna n. 23 del 21 ottobre 2004, che regolamenta gli interventi edilizi su edifici vincolati, stabilendo la possibilità di sanzioni pecuniarie in caso di opere realizzate senza le necessarie autorizzazioni.
In seguito ad una successiva ordinanza è stata emanata un’ordinanza di demolizione delle opere abusive con contestuale ripristino dello stato originale dei luoghi. Infatti, in base alla documentazione fotografica allegata al ricorso, le opere oggetto della contestazione sono descritte come una struttura a base di vetri montata sul balcone, con elementi metallici di supporto che, secondo l'amministrazione, hanno trasformato lo spazio senza autorizzazione.
I ricorrenti contestano la qualificazione dell'intervento come “nuova costruzione” e sostengono che le vetrate amovibili a pacchetto installate sul balcone non costituiscano un intervento strutturale permanente, ma un elemento facilmente rimovibile che non altera la volumetria dell’edificio. Sostengono, inoltre, che la giurisprudenza amministrativa ha escluso che simili installazioni possano essere considerate come nuove costruzioni, in quanto non modificano la sagoma o la destinazione d'uso dell'immobile.
Di contro il Comune di Reggio Emilia sostiene che l'intervento realizzato dovesse essere qualificato come nuova costruzione, in quanto la chiusura del balcone con le vetrate avrebbe determinato un aumento di volume e che l’intervento non possa comunque essere sanato o giustificato in quanto eseguito su un immobile vincolato.
Il Tar esaminando il caso ha ritenuto che la normativa vigente al momento dei fatti, ovvero l'art. 6, comma 1, lett. b-bis) del DPR n. 380/2001, escluda la necessità di un titolo abilitativo per le vetrate panoramiche amovibili, a condizione che non generino una variazione permanente di volumi o superfici. Nella sentenza viene infatti precisato come “in definitiva, le vetrate a pannello utilizzate realizzano solo una precaria delimitazione del balcone, priva di elementi di fissità, stabilità e permanenza, quindi non creano alcuno spazio chiuso stabilmente configurato e non risultano sporgenti rispetto alla sagoma dell’edificio, ragion per cui non può parlarsi di organismo edilizio connotantesi per la creazione di nuovo volume o superficie, risultando pertanto sussumibili negli interventi soggetti a edilizia libera di cui all’art. 6, comma 1, lett. b-bis) del D.P.R. 6 giugno 2001 n. 380”.
Quindi il Tar ha accolto il ricorso, stabilendo che le vetrate amovibili installate dai ricorrenti non possono essere qualificate come nuova costruzione anche in presenza di edifici vincolati fondando la propria decisione sull’orientamento giurisprudenziale che considera la natura amovibile e trasparente delle vetrate tale da:
- non alterare in modo permanente la configurazione e il prospetto dell’edificio;
- non modificare la destinazione d’uso degli spazi perimetrati.
LA SENTENZA DEL TAR DELL'EMILIA- ROMAGNA È SCARICABILE IN ALLEGATO.
Abuso Edilizio
L'abuso edilizio rappresenta la realizzazione di opere senza permessi o in contrasto con le concessioni esistenti, spaziando da costruzioni non autorizzate ad ampliamenti e modifiche illegali. Questo comporta rischi di sanzioni e demolizioni, oltre a compromettere la sicurezza e l’ordine urbano. Regolarizzare tali abusi richiede conformità alle normative urbanistiche, essenziale per la legalità e il valore immobiliare.
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Edilizia
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T.U. Edilizia
Il D.P.R. 380/2001 (più conosciuto come Testo unico per l'edilizia) definisce le regole fondamentali da seguire in ambito edilizio.
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