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Venezia fuori dalla lista UNESCO dei patrimoni mondiali in pericolo

Venezia non è a rischio. Questa la decisione dell'UNESCO, a riprova delle azioni svolte per gestire l'alta marea (MOSE), la limitazione degli accessi navali, le azioni per frenare l'accesso incontrollato di turisti sono utili. Ma non basta, e l'UNESCO avvia un approfondimento. Ecco i particolari.

Venezia resta fuori dalla lista UNESCO dei patrimoni mondiali in pericolo, ma ...

La bellissima città Venezia, unica al mondo per per i suoi intricati canali e monumenti storici, non è stata inserita nella lista dei siti del patrimonio mondiale in pericolo, almeno per il momento.

Avevamo già parlato della possibilità nell'articolo "Patrimonio UNESCO 2023: un sito candidato per l'Italia, è allarme per la città di Venezia"

Durante un incontro dedicato ai siti del patrimonio mondiale svoltosi a Riyadh, in Arabia Saudita, i rappresentanti di 21 stati membri dell'UNESCO hanno deciso giovedì di non includere Venezia, Italia, nell'elenco dei siti del patrimonio mondiale in pericolo.

Vista del Ponte dei Sospiri (Foto di Andrea Dari)

Gli sforzi e le preoccupazioni legate a Venezia

Nel mese di luglio, l'UNESCO aveva pubblicato un rapporto che metteva in evidenza le sfide che Venezia sta affrontando, tra cui eventi meteorologici estremi, l'innalzamento del livello del mare causato dai cambiamenti climatici di origine umana, il turismo eccessivo e lo sviluppo incontrollato.

La decisione di escludere Venezia dalla lista dei patrimoni mondiali in pericolo ha suscitato reazioni contrastanti.

Da un lato, questa scelta testimonia gli sforzi positivi compiuti dall'Italia per proteggere la città lagunare. Questi sforzi includono il divieto di ingresso alle grandi navi da crociera nelle acque veneziane, la costruzione di imponenti barriere per contrastare le maree alte e il monitoraggio dei movimenti dei turisti attraverso i loro dati cellulari.

Isola di San Giorgio Maggiore (Foto di Andrea Dari)

La necessità di maggiori sforzi e l'appello all'azione

Dall'altro lato, la decisione richiama l'attenzione sulla necessità di intensificare gli sforzi per proteggere Venezia.

Adam Markham, vicedirettore per il clima e l'energia presso gli scienziati preoccupati ed esperto nel campo del legame tra cambiamenti climatici e patrimonio culturale, ha espresso frustrazione per la scelta. Ha sottolineato che, nonostante i progressi compiuti, è fondamentale esercitare una pressione costante affinché Venezia agisca in modo più rapido ed efficace per proteggersi dai cambiamenti climatici e dal turismo eccessivo.

L'UNESCO ha annunciato l'intenzione di inviare una delegazione a Venezia e di presentare un nuovo rapporto sulle problematiche della città entro febbraio dell'anno prossimo.

L'obiettivo è riesaminare la questione dell'inclusione nella lista dei patrimoni mondiali in pericolo nell'estate successiva.

Mentre Venezia evita momentaneamente questa designazione, la decisione sottolinea l'importanza di mantenere la protezione di questo sito del patrimonio mondiale come priorità per l'intera comunità internazionale e la necessità di fare di più per garantirne la sopravvivenza.

Venezia, una città a rischio demografico

Venezia, con una popolazione che si è ridotta a meno di 50.000 abitanti nel centro storico, rispetto ai quasi 175.000 del 1951, affronta una sfida demografica significativa.

Negli ultimi anni, il numero di visitatori ha costantemente superato quello dei residenti, creando sfide in termini di sostenibilità e gestione del turismo.

Vista della Piazza San Marco (Foto di Andrea Dari)

L'UNESCO e la lista dei Patrimoni dell'Umanità in pericolo

Attualmente, ci sono 54 siti nella lista dei Patrimoni dell'Umanità in pericolo, tra cui la Città Vecchia di Gerusalemme e Timbuktu. (List of World Heritage in Danger)

La "Lista dei Patrimoni dell'Umanità in Pericolo" è un registro curato dall'UNESCO che identifica i siti del patrimonio mondiale che richiedono interventi di conservazione urgenti.

Questa lista ha un duplice obiettivo: sensibilizzare la comunità internazionale sulle minacce che incombono sul patrimonio culturale e incoraggiare l'adozione di adeguate misure di salvaguardia. I siti inclusi possono trovarsi attualmente sotto minaccia o essere considerati a rischio a causa di potenziali pericoli futuri.

Nei casi dei siti naturali, le minacce documentate possono includere la drastica diminuzione delle popolazioni di specie vulnerabili o in via di estinzione, il deterioramento della bellezza naturale o del valore scientifico degli ecosistemi a causa delle attività umane, come inquinamento dell'aria e dell'acqua, estrazioni minerarie, pratiche agricole e realizzazione di grandi opere come dighe e infrastrutture stradali.

Per quanto riguarda i siti sia naturali che culturali, le minacce possono derivare da conflitti armati, sviluppo umano incontrollato, mancanza di manutenzione adeguata o cambiamenti normativi relativi alla conservazione del patrimonio culturale in vari paesi.

Nel caso dei soli siti culturali, le minacce possono derivare da eventi naturali come cambiamenti geologici, climatici o ambientali che influenzano l'area circostante.

Prima che un sito venga inserito nella lista dei Patrimoni dell'Umanità in Pericolo, viene effettuata un'attenta valutazione delle sue condizioni e viene sviluppato un piano di azione in collaborazione con il governo locale. La decisione finale di iscrivere un sito nella lista è presa dal Comitato del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO, che può anche fornire finanziamenti per affrontare le cause del rischio. La situazione del sito viene valutata annualmente, e il Comitato può richiedere ulteriori misure di conservazione, rimuovere il sito dalla lista dei Patrimoni dell'Umanità in Pericolo o, se le condizioni lo consentono, cancellare il sito dalla lista dei Patrimoni dell'Umanità.

Se consideriamo la suddivisione geografica adottata dall'UNESCO, la maggior parte dei siti a rischio si trova nei Paesi arabi, con 21 siti, di cui 6 in Siria e 5 in Libia. Seguono l'Africa con 15 siti (di cui 5 nella Repubblica Democratica del Congo), l'America Latina e i Caraibi con 6 siti, l'Asia e il Pacifico con 6 siti, e l'Europa e il Nord America con 4 siti. Questi dati evidenziano l'importanza di un impegno globale per la protezione del patrimonio mondiale in pericolo in diverse regioni del mondo.

Immagini

Foto Andrea Dari

Canale di Venezia

Foto Andrea Dari

Vista della Piazza San Marco dalla Cattedrale

Foto di Andrea Dari

Vista del Canal Grande dalla Basilica di San Marco

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