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Valutazione di ambienti di lavoro termicamente moderati

Per valutare le condizioni termo-igrometriche di un luogo di lavoro occorre classificarlo correttamente. Se in un ufficio misuriamo temperature superiori ai 30 gradi, ad esempio, non possiamo considerarlo un ambiente severo perché non c’è alcun motivo, legato all’attività, che giustifichi queste condizioni ambientali.

La classificazione termica degli ambienti di lavoro

Gli ambienti di lavoro vengono classificati dal punto di vista termico in ambienti moderati ed ambienti severi, questa classificazione non è legata alla misura dei parametri fisici misurabili in quell’ambiente ma alla sua destinazione d’uso.

Gli ambienti moderati sono caratterizzati da condizioni omogenee e piuttosto costanti nel tempo, scarsi scambi termici fra i soggetti e l’ambiente, attività fisica ridotta ed un abbigliamento uniforme.

In questi ambienti il sistema di termoregolazione del corpo umano deve intervenire in modo modesto per conservare le condizioni di omeotermia.

Il malessere dei lavoratori in questi ambienti può essere provocato da situazioni di discomfort che a volte possono essere causa di patologie croniche.

Gli ambienti di lavoro severi sono caratterizzati da condizioni microclimatiche necessarie al tipo attività o alle condizioni meteorologiche (ambienti esterni), e in cui il sistema di termoregolazione del corpo umano non è normalmente in grado di ripristinare le condizioni di omeotermia.

Probabilmente sarebbe più giusto classificare gi ambienti in “moderabili” ed in” vincolati”. Nel primo caso, infatti, è sempre possibile trovare una soluzione, spesso strutturale, per modificare i parametri. Appartengono a questa categoria gli uffici, le attività del terziario, le scuole ecc.

Nel secondo caso l’attività richiede che inevitabilmente i lavoratori siano esposti ad un ambiente troppo caldo o troppo freddo e per proteggerli si può solo agire sull’organizzazione del lavoro. Appartengono a questa categoria le fonderie, le vetrerie, le industrie ceramiche, le celle frigorifere, le industrie di trasformazione dei prodotti alimentari e tutte le attività svolte all’aperto nella stagione estiva ed invernale.

Nella pratica quando in un ufficio vengono misurate temperature elevate il datore di lavoro non può valutarli come ambienti severi ma deve ripristinare condizioni moderate e successivamente monitorare l’eventuale presenza di discomfort.

  

Valutazione degli ambienti di lavoro moderati

Il d.lgs. 81/08 e s.m.i. tratta l’argomento microclima nell’allegato IV e nel titolo VIII. Normalmente si ritiene che le prescrizioni dell’allegato IV si riferiscano ad ambienti considerati termicamente moderati.

Il titolo IV al punto 1.9.2.1. così recita “La temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all’organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori” e considerate anche altre indicazioni come il volume del luogo di lavoro, la presenza di aperture ecc.

Il d.lgs 81/08 non dà indicazioni su come misurare i parametri e su come interpretarli, esiste però una consolidata normativa tecnica in particolare la norma tecnica UNI EN ISO 7730.

Per l’utilizzo di queste norme occorre fare anche riferimento alle norme tecniche: UNI EN ISO 7726 per le caratteristiche della strumentazione di misura, UNI EN ISO 8996 per la stima dell’impegno metabolico, UNI EN ISO 9920 per la stima dell’isolamento garantito dal vestiario.

Per caratterizzare l’ambiente di lavoro occorre misurare la temperatura dell’aria (Ta misurata in °C), il valore di umidità relativa (UR misurata in %), la velocità dell’aria (Va misurata in m/s) e calcolare la temperatura emessa in forma radiante dai corpi caldi (Tr misurata in °C) a partire dalla misura di temperatura di globo Tb misurata in °C.

Le misure debbono essere rappresentative del luogo di lavoro e quindi effettuate tenendo conto di eventuali variabilità nello spazio e nel tempo.

In ambiente indoor, ad esempio, occorre registrare gli effetti dell’esposizione solare sui lati diversi di un edificio e durante tutta la giornata.

Se l’ambiente esaminato è classificabile come moderato occorre calcolare gli indici di Fanger come indicato dallo standard UNI EN ISO 7730.

Gli indici permettono di valutare il livello di comfort secondo una scala con tre livelli di qualità a cui corrispondono tre percentuali di insoddisfatti.

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Per individuare la classe di comfort per lo specifico luogo di lavoro è possibile utilizzare la metodologia proposta da Del Gaudio ed altri nel 2010.

 

Tabella 1 - Valori limite per discomfort locale (ISO 7730)
Tabella 1 - Valori limite per discomfort locale (ISO 7730)

  

Nella tabella 1 sono riportati i limiti di riferimento per le tre classi di confort indicate dalla UNI EN 7730.

Nella stessa tabella sono riportati anche i limiti di riferimento per i discomfort locali che pure debbono essere soddisfatti.

Le norme tecniche UNI EN 16798-1 e 16798-2 riportano una quarta classe di comfort che può essere considerata quando il superamento della terza classe avviene per tempi estremamente limitati.

  

Tabella 2 - Intervalli raccomandati (di progetto) dalle EN 16798-1 e EN 16798-2
Tabella 2 - Intervalli raccomandati (di progetto) dalle EN 16798-1 e EN 16798-2

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