Vademecum per un lavoro equo e inclusivo negli studi di progettazione
L'Ordine degli Architetti di Milano ha presentato il primo vademecum per un lavoro equo e inclusivo negli studi di progettazione. I dubbi e le criticità sollevate direttamente dagli iscritti sono stati raccolti in un unico documento, con le relative risposte, e l'Ordine si augura che esso possa diventare un punto di riferimento sia per professionisti che studi professionali e garantire l'accesso a un lavoro più sostenibile.
Il documento fornisce chiarimenti in materia di contratti, organizzazione del lavoro e deontologia
È stato presentato a Milano, nella sede dell’Ordine degli Architetti, il Vademecum per un lavoro equo e inclusivo.
L’istituzione ordinistica, a conclusione di un lungo percorso di ascolto degli iscritti e di approfondimento normativo con esperti legali, ha redatto un testo guida per i professionisti e i titolari di studi, di diverse dimensioni, per disciplinare il delicato rapporto tra studi professionali e collaboratori. Argomento di attualità, come dimostrano le recenti inchieste giornalistiche sulla condizione dei professionisti all’interno degli studi di architettura milanesi, a cui l’Ordine vuole contribuire con un lavoro di riflessione e uno strumento operativo, di servizio.
«Il tema, oggi, è diventato una priorità che non si può più rimandare. Anche per il recente cambiamento delle condizioni di contesto, che interessa soprattutto la città di Milano», spiega il presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Milano, Federico Aldini.
«È aumentato il numero dei professionisti e si è ridotto sensibilmente il potere negoziale tra il/la giovane collega, che si affaccia al mondo del lavoro, e chi offre una collaborazione. In passato il “valore dell’apprendimento” veniva misurato diversamente e passavano mesi prima di poter dare un contributo tangibile allo studio.
Ora il modo di lavorare è profondamente innovato: i progetti hanno una complessità diversa e si lavora con programmi in continuo aggiornamento. Questo comporta che le nuove generazioni siano avvantaggiate, anche per le loro competenze nell’ambito della digitalizzazione, permettendo ai colleghi di contribuire immediatamente, anche alla prima esperienza in uno studio. Questo deve essere riconosciuto», continua Aldini.
«Prestare la propria collaborazione continuativa a partita Iva in uno studio strutturato può far sperimentare carenza di tutele e incertezza sul proprio futuro. Questa situazione in passato veniva compensata con un riconoscimento economico evidentemente più proporzionato al costo della vita in città. Su scala nazionale si parla di una legge sull’equo compenso, confidiamo che se ne discuta una versione che coinvolga l’intero nostro panorama. Attualmente in ogni caso i compensi sono indiscutibilmente troppo bassi per l’intera categoria.
Oggi presentiamo una prima bozza del Vademecum per un lavoro equo e inclusivo; i quesiti emersi durante una serie di incontri, che, come Ordine, abbiamo promosso, sono frutto di un racconto di esperienze, dubbi e criticità e sono stati messi a sistema. Raccolti in un unico documento con le relative risposte, contiamo che possano diventare un punto di riferimento e contribuire a garantire l’accesso a un lavoro più sostenibile.
Il Vademecum per un lavoro equo e inclusivo potrebbe in seguito trasformarsi in un Protocollo al quale gli studi professionali aderiscono per dare una garanzia ai clienti, committenti e collettività, in termini di corretto rapporto di lavoro con un’equa retribuzione ai collaboratori, proporzionata in base alla qualità e alla quantità del lavoro svolto. Vediamo anche la possibilità che in un futuro, nei casi di gare o di concorsi di architettura pubblici o privati, si possa riconoscere un punteggio maggiore agli studi che aderiscono a questo Protocollo», conclude il presidente.
Questa prima versione del Vademecum per un lavoro equo e inclusivo è l’esito di un’attività iniziata nel 2021 e proseguita nel 2022 dal gruppo di lavoro Fair Work con l’organizzazione di 2 tavole rotonde che hanno coinvolto professionisti iscritti all’Ordine e che hanno consentito la raccolta di testimonianze, indirizzi, suggerimenti sul tema.
Il documento sintetizza il percorso svolto, contiene chiarimenti in materia di contratti di collaborazione, organizzazione del lavoro in studio, deontologia ed è stato elaborato in risposta ai principali temi emersi, con il supporto di esperti in materia legale, amministrativa e deontologica. Il Vademecum per un lavoro equo e inclusivo verrà arricchito successivamente, mantenendo aperto il dialogo con gli iscritti, che potranno far pervenire nuovi quesiti e segnalare ulteriori temi.
In allegato è possibile scaricare il vademecum integrale.
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