Utili indicazioni sul recupero e riuso delle acque meteoriche e grigie

Corretto dimensionamento dei serbatoi di raccolta è fondamentale

Le acque meteoriche provenienti dai pluviali degli edifici o dalle aree pavimentate possono essere raccolte in appositi serbatoi per essere riutilizzate per scopi non potabili quali ad esempio:

• irrigazione del verde,
• lavaggio dei piazzali e delle automobili,
• utilizzo nelle cassette dei WC.

L‘aspetto essenziale è il corretto dimensionamento dei serbatoi.

Esso può essere eseguito attraverso la Norma UNI/TS 11445:2012 “Impianti per la raccolta e utilizzo dell’acqua piovana per usi diversi dal consumo umano – progettazione, installazione e manutenzione” e definendo in dettaglio i vari componenti del sistema: i dispositivi per la raccolta, l’accumulo, il trattamento e il rilancio dell’acqua stessa. Il tutto avendo cura che non ci sia mai commistione tra l’acqua potabile distribuita dall’acquedotto e l’acqua, non potabile, recuperata.

Le acque grigie, ovvero le acque provenienti da docce, vasche da bagno, lavabi, ad esclusione dei lavelli della cucina, rappresentano più del 30% dell’acqua smaltita da un appartamento. Per tale ragione consente di essere riutilizzata nello sciacquone del WC con un bilancio ottimale giornaliero: tanta acqua grigia viene smaltita, circa la medesima quantità può essere riutilizzata nel WC.

Pertanto, il serbatoio di accumulo ha dimensioni legate al bilancio giornaliero ovvero molto più piccolo rispetto al serbatoio necessario ad accumulare le acque meteoriche, proporzionato invece ai giorni medi di tempo secco.

Ovviamente i sistemi di trattamento delle acque grigie saranno più complessi rispetto al trattamento delle acque meteoriche, ma nel complesso, in un’ottica di cambiamenti climatici, con periodi di tempo secco medi più lunghi, le acque grigie rappresentano un apporto giornaliero costante ed molto più efficiente rispetto al recupero delle sole acque meteoriche.

Approccio innovativo al recupero delle acque nere

Un ulteriore approccio innovativo di recupero consiste nella valorizzazione delle acque nere anche attuando la diversificazione alla fonte tra flussi di urine e di feci. È evidente, infatti, che il flusso concentrato delle acque nere possa essere recuperato ai fini energetici con schemi più o meno integrati che considerano, anche, il recupero di fertilizzanti in caso di diversificazione dei flussi iniziali.

Infatti, laddove l’urina contenga la parte più consistente dei nutrienti, essa stessa sia praticamente priva di carica microbiologica e possa essere utilizzata come matrice principale per la produzione di fertilizzanti a base di N, P e K. Si è stimato che il recupero di fertilizzanti da flussi diversificati residenziali in Olanda possa coprire dal 19% al 38% della produzione fossile attuale.

Diverse referenze attuative a scala di edificio o di quartiere sono, ad oggi, presenti nel panorama tecnico in Nazioni come Paesi Bassi, Svezia e Canada. >>> SCOPRI DI PIU' QUI

La massimizzazione del recupero di risorse, energia, nutrienti e acqua, anche a scala di edificio, è stata dimostrata da progetti di ricerca come Run4Life. In particolare, la valorizzazione dei flussi, energetica e dei fertilizzanti, ha solitamente come tecnologia chiave Reattori UASB o Membrane Anerobiche installate a scala di condominio o di quartiere. Queste tecnologie permettono la produzione o il recupero efficiente di biogas da acque reflue domestiche concentrate, anche diversificate, o miscelate con rifiuti organici.

Position Paper GBC Italia "Efficienza Idrica"

La crescente urbanizzazione e i cambiamenti climatici comportano la necessità di affrontare il tema della gestione dell’acqua a scala di edificio e di città con nuovi approcci. Risulta sempre più necessario salvaguardare la risorsa idrica pregiata, proveniente dai sistemi acquedottistici, privilegiando l’uso di sistemi per il recupero delle acque meteoriche e grigie.

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L’obiettivo del position paper è analizzare i diversi aspetti connessi con la gestione dell’acqua, a livello di edificio, incentivando la diffusione di approcci e di tecnologie, magari poco conosciute, e che le Normative non sempre contemplano, ma che possono portare grandi benefici nella gestione dell’acqua.