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Urbanistica e infrastrutture: in edilizia comanderà lo Stato non più le Regioni!

L'obiettivo della riforma è semplificare la procedura e i passaggi che portano a determinate decisioni: lo Stato quindi avrà priorità sulle regioni per quel che riguarda l'edilizia e le infrastrutture strategiche

Primo: lo Stato scavalcherà le Regioni e avrà competenza su tutte le infrastrutture strategiche, indipendentemente dalla loro dimensione. Secondo: lo Stato si occuperà di Protezione civile e di norme generali sul Governo del territorio, anche se alle Regioni resterà la pianificazione. Terzo: passerà in blocco allo Stato anche la tutela dell'ambiente. Per l'urbanistica, invece, la situazione è più fluida. 

E' quanto emerge dalla Riforma costituzionale del Titolo V, approvato ieri con 179 voti favorevoli, 16 contrari e 7 astenuti. Il ddl Boschi di riforma della costituzione prevede che la Camera potrà approvare leggi anche nei campi di competenza delle Regioni, "quando lo richieda la tutela dell'unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell'interesse nazionale".

L'obiettivo della riforma è semplificare la procedura e i passaggi che portano a determinate decisioni: lo Stato quindi avrà priorità sulle regioni per quel che riguarda l'edilizia e le infrastrutture strategiche. Basta coi tre livelli di competenza (eslusiva Stato, esclusiva Regioni o concorrente). Si eliminerà la terza che negli anni ha prodotto una serie immumerevoli impugnative e ricorsi. Materie come l'urbanistica o la tutela del paesaggio sono al centro di battaglie infinite davanti alla Corte costituzionale. E non sono le uniche.

Chiudiamo con l'urbanistica, che in una precedente bozza compariva tra le materie di competenza esclusiva dello Stato, mentre in questa non viene più nominata passando, di fatto, nella sfera di competenza residuale delle Regioni. Le quali si occuperanno in esclusiva anche di pianificazione del territorio regionale, mobilità e dotazione infrastrutturale.