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UNI 11104: Limiti, sfide e prospettive per un Calcestruzzo più prestazionale – Intervista a Vincenzo Domenico Venturi

La revisione della UNI 11104 è un tema centrale per il futuro del calcestruzzo in Italia. L’attuale approccio prescrittivo presenta limiti che ne riducono l’efficacia, mentre un modello prestazionale potrebbe garantire maggiore qualità e durabilità. Ne parliamo con Vincenzo Domenico Venturi, che ci offre un’analisi approfondita sulle criticità e sulle prospettive della norma.

Verso una UNI 11104 più prestazionale: intervista a Vincenzo Domenico Venturi

L’inchiesta pubblica sulla UNI 11104 rappresenta un passaggio cruciale per il settore del calcestruzzo, un’opportunità per superare i limiti dell’approccio prescrittivo e aprire la strada a un modello più prestazionale e innovativo. Abbiamo chiesto a Vincenzo Domenico Venturi di condividere la sua visione sulle criticità della norma attuale e sulle possibili evoluzioni future.

Venturi sottolinea come le prescrizioni attuali non consentano di verificare la qualità della miscela rispetto alle reali prestazioni attese, riducendo i controlli alla sola resistenza a compressione. Questo approccio, a suo avviso, penalizza la durabilità del calcestruzzo e limita la possibilità di progettare miscele ottimali in funzione delle condizioni di esercizio dell’opera.

L’adozione di un modello prestazionale porterebbe un cambiamento culturale significativo, restituendo ai progettisti un ruolo centrale nella definizione delle prestazioni richieste e dando ai tecnologi del calcestruzzo strumenti più efficaci per garantirne la qualità. In questa direzione, Venturi evidenzia la necessità di integrare nuove prove sperimentali, come la valutazione della carbonatazione, la resistenza all’attacco da cloruri e le prove di gelo/disgelo, per una caratterizzazione più completa del materiale.

L’intervista affronta anche il tema della sostenibilità: come conciliare le esigenze di durabilità con l’impiego di materiali alternativi e riciclati? Venturi ritiene che l’unico criterio guida debba essere la prestazione, evitando limiti prescrittivi rigidi che rischiano di ostacolare l’innovazione. Analogamente, sottolinea l’importanza di rivedere alcuni prospetti della norma per garantire maggiore flessibilità, pur mantenendo standard chiari e verificabili.

Infine, con la revisione in corso delle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC), si pone la questione dell’allineamento tra le due normative. Venturi suggerisce che sarebbe opportuno un confronto critico tra le parti per evitare incongruenze e garantire una coerenza normativa che valorizzi il contributo delle UNI senza imporre vincoli rigidi alla progettazione.

Di seguito le mie domande e la sua analisi dettagliata sulle sfide e le prospettive di una UNI 11104 più moderna ed efficace.

Andrea Dari


   

Intervista a Vincenzo Domenico Venturi

Limiti dell’approccio prescrittivo: perché la UNI 11104 non garantisce la qualità attesa?

Domanda: Quali sono i principali limiti dell’attuale approccio prescrittivo della UNI 11104 rispetto alle esigenze reali del settore del calcestruzzo?

Risposta: In maniera estremamente sintetica, non consentono la verifica della qualità della miscela nei confronti delle prestazioni attese. Rendono sostanzialmente inefficace nei confronti della durabilità, ma non solo, i controlli di accettazione che vengono ridotti e limitati alla sola resistenza a compressione, che risponde alla sola "risposta strutturale" che sappiamo essere la prestazione di gran lunga meno cautelativa.

    

L’approccio prestazionale: un cambio di paradigma per durabilità e qualità

Domanda: In che modo l’adozione di un approccio prestazionale potrebbe migliorare la qualità e la durabilità del calcestruzzo utilizzato nelle costruzioni italiane?

Risposta: Avrebbe una immediata ripercussione sull'approccio culturale alla "progettazione" della miscela, dando agli attuali limiti prescrittivi, che hanno l'indubbio merito di avere articolato il concetto di "durabilità" attribuendo contenuti e criteri di causa-effetto al mix-design, il ruolo che gli compete, ovvero quello di individuare una miscela "ottimale" di riferimento cui riferire le "prestazioni di progetto". Si deve considerare cha durabilità fino alle NT del 1992 era un paragrafo (2.1.8) di un paio di righe, nelle NT del 1996 compare un rimando alla UNI 9858, ma da allora, e in molti casi fino ad oggi, la gran parte dei "Progettisti" ha delegato ad un non meglio identificato "tecnico" il compito di individuare la miscela da fornire, in realtà così come per le prestazioni strutturali il calcestruzzo deve essere "calato" nel contesto in cui opera individuando le prestazioni attese e questa è una competenza professionale del Progettista.

    

Prospetto 3 e alternative sperimentali: come superare i limiti prescrittivi

Domanda: Come potrebbe essere rivisto il Prospetto 3 (relativo al valore di k) per andare oltre ai limiti prescrittivi su acqua/cemento e contenuto minimo di cemento, introducendo un percorso alternativo basato su prove sperimentali (ad esempio la “valutazione preliminare” di cui all’11.2.3 delle NTC 2018) che dimostrino l’equivalenza prestazionale?

Risposta: Qualitativamente valgono le stesse considerazioni della R2. Ovvero i limiti indicati nel prospetto utili per una miscela di riferimento dalla quale estrapolare le prestazioni coerenti con le richieste di progetto.

    

Le prove essenziali per garantire un calcestruzzo più affidabile

Domanda: Quali prove e criteri di valutazione (resistenza alla carbonatazione, penetrazione di acqua, attacco da cloruri, prove di gelo/disgelo, ecc.) risulterebbero indispensabili per un approccio prestazionale affidabile, in alternativa o a integrazione dei requisiti di composizione (rapporto a/c, contenuto minimo di cemento, valore di k)?

Risposta: Direi che i limiti prestazionali che derivano dalle condizioni di esercizio dell'opera integrano le grandezze che devono costituire i dati di INPUT nel progetto della miscela. Per chiarire il Progettista dell'opera individua le prestazioni attese e le modalità di controllo. Il Tecnico, o Tecnologo, progetta una miscela che deve avere quei requisiti e per farlo si riferisce a dei valori di minimo, da cui pervenire alle prove di verifica, ovvero le cosiddette Initial Type Test (ITT).

    

Materiali innovativi e limiti prescrittivi: il ruolo delle aggiunte minerali

Domanda: In che misura andrebbero riconsiderati i limiti massimi sul rapporto aggiunta/cemento (per ceneri volanti, fumi di silice, loppa d’altoforno, ecc.) quando dati sperimentali dimostrano prestazioni equivalenti o superiori ai calcestruzzi “convenzionali” definiti dalla norma?

Risposta: Ritengo che debba essere garantita la prestazione.

   

Sostenibilità e durabilità: come integrare gli aggregati riciclati nella UNI 11104

Domanda: Come conciliare le disposizioni del Prospetto 6 (requisiti di durabilità e limiti prescrittivi) con un modello prestazionale che favorisca l’uso di materiali sostenibili (aggregati riciclati e aggiunte) e, al contempo, garantisca la durabilità attraverso metodi di prova e verifiche in opera?

Risposta: Forse è il prospetto 5? Qualitativamente ritengo debba sempre prevalere la garanzia della prestazione.

   

Norma prescrittiva o prestazionale? La necessità di una maggiore chiarezza

Domanda: In che modo la norma potrebbe esplicitare meglio l’opzione prestazionale, ad esempio chiarendo la possibilità di adottare procedure di verifica alternative ai requisiti prescrittivi, ed evitando di trasmettere l’idea che la UNI 11104 sia vincolante in senso “impositivo”?

Risposta: La prescrizione fine a stessa è controproducente, tutti noi sappiamo quanto sia stato per anni inutile, e causa di infiniti contenziosi, la definizione di calcestruzzo impermeabile mediante il coefficiente di permeabilità. Oggi la profondità di penetrazione ha risolto il problema.

   

Aggregati di riciclo e percentuali massime: quale modello normativo adottare?

Domanda: Come si dovrebbe riorganizzare il capitolo dedicato agli aggregati di riciclo, attualmente basato su percentuali massime di sostituzione, per allinearlo all’approccio prestazionale e permettere di dimostrare l’adeguatezza del materiale tramite prove e certificazioni specifiche?

Risposta: Una risposta sintetica non è semplice. La rimanderei alla commissione di revisione.

Snellire e innovare: quali capitoli della UNI 11104 devono essere rivisti?

Domanda: Quali parti della norma (dal capitolo 5 fino ai prospetti sui parametri minimi di composizione) andrebbero rivedute in modo radicale per rendere la UNI 11104 più snella e focalizzata sulle prestazioni, favorendo così l’innovazione nel settore del calcestruzzo?

Risposta: Anche in questo caso direi che la sede può essere la commissione di revisione della UNI 11104, e la proposta la sintesi del confronto.

    

Revisione delle NTC e impatto sulla UNI 11104: necessità di un confronto

Domanda: Alla luce della revisione in corso delle Norme Tecniche per le Costruzioni, ritieni che si debba rivedere la UNI 11104 dopo la pubblicazione delle nuove NTC per assicurare piena coerenza e chiarezza complessiva?

Risposta: Pur ribadendo che non dovrebbe essere una norma dello stato a fissare dei limiti alla progettazione di un'opera, direi che un contributo alla commissione di revisione delle NTC sarebbe opportuno, e quindi si vedrei come estremamente positivo un confronto critico fra le due parti. Essendo le NTC cogenti bene sarebbe che avessero contezza di ciò che la successiva UNI 11104 prevederà.

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