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UNI 11104: "Bisogna puntare su approccio prestazionale, con parametri verificabili di durabilità"

L’approccio prescrittivo della UNI 11104 limita l’innovazione nel settore del calcestruzzo. Enricomaria Gastaldo Brac di PENETRON evidenzia la necessità di un modello prestazionale basato su parametri di durabilità per costruzioni più affidabili e sostenibili.

Nel contesto dell’evoluzione normativa del settore del calcestruzzo, l’approccio prescrittivo della UNI 11104 rappresenta un limite significativo all’innovazione e alla flessibilità progettuale. L'esperto Enricomaria Gastaldo Brac, (PENETRON) analizza in questa intervista le criticità dell’attuale normativa, evidenziando la necessità di un cambiamento verso un modello prestazionale. Un approccio basato su parametri verificabili di durabilità, come resistenza alla carbonatazione, penetrazione dell’acqua e cicli di gelo/disgelo, potrebbe garantire maggiore qualità e affidabilità nelle costruzioni. Inoltre, Gastaldo Brac sottolinea l’importanza di una revisione della UNI 11104 in linea con le future Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC), per favorire uno sviluppo più sostenibile e innovativo dell’intero comparto.

 

Andrea Dari:
Quali sono i principali limiti dell’attuale approccio prescrittivo della UNI 11104 rispetto alle esigenze reali del settore del calcestruzzo?

Enricomaria Gastaldo Brac:

I parametri prestazionali definiti dalla 11104: Resistenza, rapporto A/C e contenuto minimo di cemento definiscono in maniera prescrittiva gli elementi di composizione delle miscele di calcestruzzo, senza indicare un livello di prestazione verificabile in termine di durabilità. Questo approccio limita i possibili contributi delle tecnologie innovative come nuove tipologie di cementi, additivi e aggiunte che cambiano sensibilmente anche la sostenibilità e flessibilità dal punto di vista progettuale e produttivo.

 

Andrea Dari:
In che modo l’adozione di un approccio prestazionale potrebbe migliorare la qualità e la durabilità del calcestruzzo utilizzato nelle costruzioni italiane?

Enricomaria Gastaldo Brac:

Definire in maniera chiara la prestazione in termini di durabilità: impermeabilità sotto pressione, resistenza alla carbonatazione, resistenza ai cloruri e ai solfati, resistenza cicli gelo e disgelo, con test normati specifici, a lungo periodo e anche accellerati, potrebbe garantire ai committenti parametri migliorativi ben definiti e affidabili, oggetto poi di controlli veritieri sul campo come insegna il modello anglosassone.

 

Andrea Dari:
Come potrebbe essere rivisto il Prospetto 3 (relativo al valore di k) per andare oltre ai limiti prescrittivi su acqua/cemento e contenuto minimo di cemento, introducendo un percorso alternativo basato su prove sperimentali (ad esempio la “valutazione preliminare” di cui all’11.2.3 delle NTC 2018) che dimostrino l’equivalenza prestazionale?

Enricomaria Gastaldo Brac:

La valutazione preliminare darebbe sicuramente un percorso alternativo ai limiti prescrittivi relativi al valore K, con piena responsabilità delle figure professionali coinvolte, dal progettista al produttore, con spazio all’innovazione e a capitolati e tecniche produttive avanzate, una sfida per aggiungere crescita e nobiltà a tutta la filiera.

 

Andrea Dari:
Quali prove e criteri di valutazione (resistenza alla carbonatazione, penetrazione di acqua, attacco da cloruri, prove di gelo/disgelo, ecc.) risulterebbero indispensabili per un approccio prestazionale affidabile, in alternativa o a integrazione dei requisiti di composizione (rapporto a/c, contenuto minimo di cemento, valore di k)?

Enricomaria Gastaldo Brac:

Le prove citate sono perfettamente in linea con l’approccio anglosassone, aggiungerei anche prove volte alla determinazione del ritiro e della capacità di autocicatrizzazione delle fessure e della porosità residua (self healing irreversibile e chimicamente indotto).

  

Andrea Dari:
In che modo la norma potrebbe esplicitare meglio l’opzione prestazionale, ad esempio chiarendo la possibilità di adottare procedure di verifica alternative ai requisiti prescrittivi, ed evitando di trasmettere l’idea che la UNI 11104 sia vincolante in senso “impositivo”?

Enricomaria Gastaldo Brac:

La valutazione preliminare e le procedure di verifica come “modus operandi” propositivo al posto dei vincoli impositivi.

 

Andrea Dari:
Alla luce della revisione in corso delle Norme Tecniche per le Costruzioni, ritieni che si debba rivedere la UNI 11104 dopo la pubblicazione delle nuove NTC per assicurare piena coerenza e chiarezza complessiva?

Enricomaria Gastaldo Brac:

Assolutamente si, un percorso indispensabile.

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