Una Struttura Centrale Unica di progettazione per gli appalti pubblici: utile o danno al Paese ?
Nasce - forse - al posto della Centrale - di progettazione per centralizzare le attività di progettazione
Se si completerà l’iter del maxiemendamento, nel mondo degli appalti pubblici ci sarà un cambiamento importante per il mondo degli appalti pubblici: a svolgere la progettazione delle opere pubbliche sarà una “Struttura per la progettazione di beni ed edifici pubblici”.
Struttura Unica per la progettazione, i compiti
La Struttura potrà fornire supporto alle Amministrazioni, previa stipula di una convenzione, per favorire lo sviluppo e l’efficienza della progettazione e degli investimenti pubblici, contribuire alla valorizzazione, innovazione tecnologica, efficientamento energetico e ambientale nella progettazione e nella realizzazione di edifici e beni pubblici, alla progettazione degli interventi di realizzazione e manutenzione, ordinaria e straordinaria, di edifici e beni pubblici, anche in relazione all’edilizia statale, scolastica, universitaria, sanitaria e carceraria, alla predisposizione di modelli innovativi progettuali ed esecutivi per edifici pubblici e opere similari e connesse o con elevato grado di uniformità e ripetitività.
Struttura per la progettazione del MIT
La struttura non sarà istituita subito, cioè a partire dal 1° gennaio 2019, come invece prevedevano le bozze precedenti, ma bisognerà attendere un dpcm ad-hoc che definirà il suo funzionamento coordinandosi con il Codice Appalti.
Nell’ultima stesura della Legge di Bilancio si rimanda ad una Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della Legge stessa, per l’individuazione della denominazione, della allocazione, delle funzioni e delle relative modalità di organizzazione.
Come sarà composta la nuova Struttura Unica per la progettazione
Per il funzionamento della nuova Struttura, la cui istituzione e regolamentazione avverrà mediante un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge di bilancio, è prevista l’assunzione a tempo determinato, a partire dal 2019, di un massimo di 300 persone: si tratterà in prevalenza di personale di profilo tecnico (almeno per il 70%, mentre con qualifica dirigenziale nei limiti del 5%) e la selezione avverrà con procedura selettiva pubblica. Di questi assunti, 120 vengono assegnati in via temporanea alle stazioni uniche appaltanti provinciali.
E’ previsto inoltre il reclutamento di massimo 50 unità di personale di ruolo da altre amministrazioni (anche se non è specificato se i 50 rientrano nei 300). Le risorse per l’istituzione e il funzionamento della Struttura e l’assunzione del personale sono pari a 100 milioni di euro annui a partire dal 2019.
Cambia il ruolo dei provveditorati ? si togli lavoro ai professionisti ?
Le strutture tecniche in grado di svolgere quanto suddetto esistono già a disposizione dell’Amministrazione: si tratta dei Provveditorati per le opere pubbliche. Vi è quindi un rischio di sovrapposizione di ruoli. La domanda che ci si pone è se vi sarà anche una riorganizzazione di questi organi posti sul territorio.
Peraltro vi è un’osservazione anche in merito all’impiego di professionisti esterni.
Oggi molti appalti fanno ricorso all’uso dei servizi delle Società di Ingegneria e dei professionisti. Cosa succederà con la nascita di questa Struttura ? sarà a supporto per le PA per la gestione degli appalti o andrà a sostituire, in parte, il ruolo dei professionisti esterni ?
I Commenti Istituzionali sulla Centrale di Progettazione Unica
Quando si parlava di Centrale e non di Struttura erano arrivate alcune bocciature alla proposta.
Il Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia era intervenuto in audizione presso la Commissione bilancio della Camera sui contenuti del disegno di legge di bilancio 2019, esprimendo una bocciatura radicale sulla la proposta (art. 17) di istituire una Centrale per la progettazione di opere pubbliche. Su questo punto Confindustria, condividendo la posizione critica di OICE rappresentata in più occasioni in questi ultimi giorni, chiede la soppressione della norma o la trasformazione in Centrale per la programmazione e monitoraggio degli investimenti “Si tratta di una struttura che, da un lato, sottrae al mercato e alla concorrenza quote rilevanti di attività economica e professionale di natura tecnica e, dall'altro, rischia di aumentare l'inefficienza complessiva della politica infrastrutturale del Paese”
Bocciata ovviamente anche da RTP e da OICE in un comunicato congiunto: “L'OICE e la Rete della Professioni tecniche unitariamente prendono posizione contro la disposizione contenuta nella bozza di legge di bilancio 2019 che, su proposta del MEF, ipotizza a decorrere dal primo gennaio 2019 l'istituzione presso l'Agenzia del Demanio di una "Centrale per la progettazione delle opere pubbliche" che, su richiesta delle amministrazioni centrali e degli enti locali territoriali interessati, si occupi della progettazione delle opere pubbliche, ai sensi degli artt. 23 e 24 del codice dei contratti pubblici.”
Sulla Repubblica uscito anche il commento del past President degli Architetti, Leopoldo Freyrie:
“Con la nuova legge, un Comune qualsiasi, quando vorrà costruire il nuovo municipio, grazie al comma 86 della legge, potrà avere un progetto gratuito, fatto dai 300 tecnici neoassunti della Struttura Nazionale di Progettazione, con grande dispiacere degli architetti e ingegneri locali, che mai avrebbero pensato che le loro tasse sarebbero state usate dalla Stato per fare loro concorrenza sleale.”
Ma il provvedimento è contestato anche dai Sindacati di Base del Pubblico Impiego Ministero Infrastrutture e Trasporti
"Egregio Sig. Ministro,
l’ ipotesi, contenuta nella bozza di legge di bilancio, in base alla quale l'Agenzia del Demanio potrebbe assumere la veste di Centrale della progettazione di opere pubbliche, Stazione Appaltante e Centrale di committenza divenendo, delegata da altre Amministrazioni, appare il colpo fatale al dicastero da Lei diretto.
Inoltre si tenga in considerazione che ai Provveditorati Interregionali per le Opere Pubbliche, istituiti con il DL n.16 del 18 gennaio 1945, è stata demandata la gestione tecnica, amministrativa ed economica dei lavori, delle forniture e dei servizi attinenti al patrimonio demaniale dello Stato e, successivamente, l’affidamento delle funzioni di Centrali di Committenza/SUA, secondo leggi ed i regolamenti vigenti.
In ragione di questo possibile colpo di spugna si chiede alla S.V. un incontro urgente teso a salvaguardare le professionalità del personale in seno ai Provveditorati ed alla condivisione di un nuovo percorso d’implementazione dell’apparato Ministeriale, che scongiuri “duplicati” di Uffici esistenti nel Dicastero oggetto di questa nota.
Diversamente questa O.S. metterà in campo tutte le azioni utili di mobilitazione e di denuncia a tutela dei lavoratori e delle parti coinvolte.
Certi di un riscontro,
distinti saluti.
Roma li 07.11.2018
Il Coordinamento USB Pubblico Impiego Ministero Infrastrutture e Trasporti"
Un commento dell’Editore
Al momento è difficile esprimere un giudizio perchè non è chiaro cosa si voglia fare di questa nuova struttura ministeriale, che già conta tra sede centrale e territori di oltre 2.000 tecnici (a cui poi aggiungere i famosi 300 tecnici giovani per l'Autority sulla sorveglianza). Certo è che se si vuole fare una società di progettazione per opere pubbliche tipo municipi, caserme, scuole ... a proprietà pubblica allora non posso che esprimere alcune perplessità. Innanzitutto non si realizza una società di ingegneria dal nulla, per farlo non bassa assumere 300 persone. Peraltro esistono già le strutture tecniche di Italferr ed Anas, ricche di personale tecnico, e che comunque spesso affidano l'ingegneria ad esterni. Se si voleva intervenire sull'efficienza forse era sufficiente intervenire su un coordinamento nazionale dei provvidetorati, che contano già un migliaio di tecnici.
Anche il meccanismo di assunzione, cioè quello della Selezione pubblica invece del Concorso Pubblico, che uguali non sono e solo il secondo da quelle garanzie di imparzialità che servono per realizzare una struttura di questo tipo.
Insomma le perplessità sono molte, e in mancanza di motivazioni credibili il giudizio, al momento, non può essere positivo. Vedremo, come sempre, siamp pronti a ricrederci se ... ce ne sarà motivo.
Andrea Dari
Appalti Pubblici
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