Una Agenzia per l'Ambiente Costruito nel Piano di Ricostruzione Socio-Economica del Paese
Pensare all'istituzione di una agenzia nazionale che, in maniera consensuale, crei i contenuti e che abiliti i processi e funga da soggetto di riferimento.. una riflessione
Il settore della costruzione e dell'immobiliare era, come noto, avviato a una progressiva ripresa dopo la gravissima crisi strutturale che era iniziata nel 2008. L'emergenza pandemica, che ha sancito, tra le altre cose, la sospensione della maggior parte dei cantieri nella Penisola e che originerà ulteriori oneri per assicurarne la riapertura in condizioni di sicurezza, ha, nelle stime del CRESME, causato una nuova situazione assai critica.
Il ruolo strategico del settore dell'ambiente costruito
Da più parti si sollecita, perciò, oggi il governo, dopo avere assicurato la necessaria liquidità nella prima fase emergenziale, assieme alle stazioni appaltanti e alle amministrazioni concedenti, a promuovere un grande piano di investimenti pubblici, immobiliari e infrastrutturali, accompagnato da semplificazioni amministrative, la cui icona è il cosiddetto «Modello Genova».
Tale iniziativa, certamente fondamentale, richiede, tuttavia, come in molte occasioni riportato dall'autore, la definizione urgente e preliminare di una politica e di una strategia industriale, la disponibilità di una visione di medio e di lungo termine, per evitare che gli eventuali finanziamenti non generino adeguati effetti benefici per il settore e, soprattutto, per il Paese, per non, valeva dire, sprecare una opportunità storica.
A questo proposito, anzitutto, non è consigliabile limitarsi a sottolineare il forte grado di interdipendenza del settore della costruzione e dell'immobiliare con altri settori economici, o meglio il contrario, per enfatizzarne l'importanza, ma occorre rilevare come esso rivesta un ruolo ancor più strategico come settore dell'ambiente costruito.
Ciò anche in virtù del fatto che, pur essendo esso stato nel recente passato il settore economico maggiormente colpito in termini di perdita occupazionale e di mortalità imprenditoriale, almeno in termini aggregati, la sua capacità comunicativa per sensibilizzare i decisori politici e finanziari non è parsa analoga a quella palesata dal settore manifatturiero.
Il punto, però, è che il comparto, per risultare credibile nel porsi quale motore di una ricostruzione economico-sociale, deve accettare di rimettere profondamente in discussione la propria identità e i propri prodotti, a partire proprio dalla sua valenza nella società nell'era della digitalizzazione.
Riconfigurare il settore della costruzione e dell'immobiliare: primo passo puntare all'integrazione della filiera
Bisogna, in effetti, evidenziare come una autentica cultura industriale, quella definita della quarta rivoluzione industriale, non possa, in primo luogo, essere compatibile con una relazione antagonistica tra le funzioni committenti, professionali e imprenditoriali, relazione che, al contrario, pare essere cifra caratteristica del comparto, nonostante le frequenti e lodevoli intenzioni di integrazione della filiera.
Solo una integrazione tra queste componenti, difficile e dolorosa culturalmente, ma ancor più organizzativamente, legata a processi aggregativi e a interazioni disciplinari, può, infatti, sancire il superamento di logiche tanto consolidate quanto antiquate, che, di fatto, impediscono di rendere più efficiente ed efficace il prodotto, nei confronti degli elementi ben noti che si rifanno alle due priorità espresse dalla Unione e dalla Commissione Europea, dunque, dalle istituzioni comunitarie, da cui dovrebbe provenire lo stimolo per definire e per stanziare il piano di investimenti: digitalizzazione e sostenibilità.
É, in effetti, difficile ritenere che la riconfigurazione del settore possa avvenire lasciando intatte le distinzioni identitarie e le frammentazioni dimensionali, come, comprensibilmente, talora sembra di percepire come volontà di alcuni.
Se, inoltre, questo è il primo passaggio impegnativo, epocale, da compiere, non a caso, esso investe in pieno la tematica della rivisitazione delle filiere e delle catene di fornitura, attualmente sorta all'onore delle cronache per la determinazione delle attività economiche da sospendere.
In secondo luogo, una eccessiva insistenza sulle nozioni di edificio e di infrastruttura, perseguita entro un orizzonte concettuale tradizionale, affatto improntato alla fisicità e alla materialità, rischia di eludere la sfida principale che vede la dimensione tangibile asservita a quella immateriale, che vede il prodotto asservito: al servizio alla persona, appunto.
Per approndire leggi anche: Il Valore dell’Ambiente Costruito, le Catene di Fornitura e la Platformization
Il settore, d'altronde, dovrà sempre più proporsi quale «costruttore» di benessere e di sicurezza.
Questa ibridazione presuppone, d'altra parte, l'accettazione sistemica, nel nuovo mercato dell'ambiente costruito, di attori inediti o parzialmente inediti, come le Technology Company, per un verso, e le Public Utility, per un altro.
Ciò in quanto il settore dell'ambiente costruito appare come «infrastrutturale» in un senso più ampio e interconnesso.
Nuovo mercato dell'ambiente costruito, senza soluzione di continuità tra realtà materiale e realtà immateriale
Occorre, in altre parole, che la dilatazione ulteriore di un settore che già ora incide notevolmente sulla economia nazionale, pur non essendo tale stato sempre visibile, sia frutto di scelte consapevoli che implicano, come detto, cambiamenti anche significativi negli assetti e nei rapporti negoziali, cambiamenti di cui le cosiddette piattaforme tecnologiche sono l'emblema.
Tra l'altro, il dibattito sulla opportunità di istituire un sistema di tracciamento dei contatti dei contagiati, inerente alla protezione dei dati personali, ha già dato la stura a una possibile convergenza tra la profilazione degli utenti dei social network e i soggetti del real world, abbattendo di fatto una storica separazione e, pur nella tutela dei diritti fondamentali dei cittadini, lasciando intravedere un nuovo mercato dell'ambiente costruito, senza soluzione di continuità tra realtà materiale e realtà immateriale.
Si tratta di elementi che lo scrivente ha proposto innumerevoli volte, ma, in definitiva, essi oggi divengono essenziali al fine di acquisire la opportuna autorità reputazionale per atteggiare il settore a motore centrale della trasformazione che la pandemìa ha tremendamente accelerato e per raccogliere le corrispondenti risorse economico-finanziarie.
É opportuno, pertanto, pensare alla istituzione di una agenzia nazionale che, in maniera consensuale, crei i contenuti e che abiliti i processi, fungendo da soggetto di riferimento per governare l'eventuale piano di ricostruzione socio-economica del Paese.
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