Calcestruzzo Armato
Data Pubblicazione:

Un saluto a Michele Valente, l’uomo che ha cambiato il calcestruzzo

È mancato sabato 6 gennaio 2024 l’ing. Michele Valente, uno dei principali protagonisti della storia del calcestruzzo, non solo in Italia. Michele è stata la figura, insieme a Mario Collepardi, che più ha inciso nel processo di innovazione del marketing e di prodotto di questa filiera. Proverò in questo breve articolo a ricordarlo.

L’uomo che ha cambiato il calcestruzzo

Ho conosciuto Michele Valente quando già operava nel settore del calcestruzzo.

Di lui posso ricordare tre fatti che fanno la storia del calcestruzzo:

  • fu il primo a imporre il calcestruzzo a prestazione al mercato.
  • fu il primo a imporre la prescrizione di una classe di esposizione al mercato.
  • fu il primo a imporre l’uso di calcestruzzo lavorabile al mercato.

Ma partiamo dall’inizio.

Michele Valente Calcestruzzo Additivi
Michele Valente

 

Appassionato e studioso di marketing, aveva creato un rapporto straordinario con il prof. Mario Collepardi. La mente scientifica del professore e la capacità di mettere sul mercato i suoi risultati dell’ingegnere portarono la chimica italiana del calcestruzzo a un ruolo di primo piano in tutto il mondo. Michele, su cui il fondatore della MAC (Mediterranea Additivi Cemento) Filiberto Crespi aveva una fiducia totale, cominciò da giovane a girare i cantieri di tutto il mondo, fino ad essere delegato a seguire il mercato degli USA e del Sud America. In quegli anni, tra le tante cose innovative fatte, i basamenti della Trump Tower.

La sua capacità di rivoluzionare la parte commerciale lo riporta in Italia dove viene delegato prima alla direzione export e poi alla direzione commerciale. La MAC diventa nel frattempo Master Builder Technology e Michele Valente torna negli USA come responsabile dell’area Additivi.

Nel 1991 torna in Italia per fare l’amministratore delegato della MAC italiana. Vi resta fino al '93, un breve passaggio in Mapei come consulente di Giorgio Squinzi, e poi passa alla Calcestruzzi come direttore marketing e poi operativo.

Entrando nel mondo del calcestruzzo si accorge che il settore ha un problema, enorme: è di fatto dipendente dalle scelte altrui. Le norme prevedono che il calcestruzzo possa essere ordinato sia a dosaggio che a prestazione. Nel primo caso è il cliente a decidere quale mix design vuole, in particolare il dosaggio di cemento. Se il settore vuole crescere deve poter decidere quale mix design dare al proprio calcestruzzo. La Calcestruzzi porta sul mercato un nuovo listino e una nuova impostazione commerciale, chi vende viene preparato tecnicamente, e cambia il mercato.

Ma non basta. Le prestazioni non possono essere solo potenziali, e se il calcestruzzo è poco lavorabile sono destinate a peggiorare in fase di getto e posizionamento. Il problema è dovuto al fatto che i controlli di accettazione non si fanno quasi mai, il calcestruzzo a bassa lavorabilità costa meno e, quindi, l’impresa se ne approfitta, ordina il prodotto in S1 o S2 e poi raggiunge la lavorabilità richiesta aggiungendo acqua. Un cancro per il settore. La rivoluzione è un uovo di Colombo, eliminare dai listini i calcestruzzi S1 ed S2, portare il prezzo dell’S3 a quello dell’S4. Il mercato è costretto ad ordinare il calcestruzzo giusto, un’altra rivoluzione.

Nel frattempo era stata prodotta la norma UNI 9858 e per la prima volta si parla di durabilità. Il normatore ha un’idea innovativa, parametrare le prestazioni di durabilità in classi. Giorgio Moretti, un altro genio del settore, inventa il regolo per supportare il progettista alla prescrizione. Michele Valente, anche questa volta supportato dalle due persone con cui aveva creato un sodalizio perfetto, Sandro Polidori e Roberto Marino, fa un salto in più, inventa il Dck, il calcestruzzo a durabilità richiesta.

Da quel momento tutte le aziende del settore scelgono di allinearsi al nuovo schema, il settore fa un nuovo passo avanti.

Michele Valente: un breve curriculum

Michele Valente nasce a Foggia il 15 febbraio 1945.
Ha frequentato la Scuola Militare Nunziatella a Napoli tra il 1960-63. Si è poi trasferito a Torino dove si è laureato nell’aprile del 1969 presso il Politecnico di Torino in ingegneria civile con specializzazione in trasporti, mantenendo poi una collaborazione di un anno con lo Studio di Progettazione dei Prof. Mario Alberto Chiorino e Giulio Pizzetti di Torino. Nel 1970 ha conseguito l’abilitazione alla professione di Ingegnere.
Dal 1970 al 1973 è stato dipendente della Cementi Buzzi Spa di Casale Monferrato e successivamente della Calcestruzzi SpA di Ravenna.
Dal 1973 al 1987 ha fatto parte del gruppo dirigente della MAC SpA ed è stato Direttore Generale della MAC International, Ginevra, CH. Nel periodo 1980/83 ha rappresentato l’azienda in Venezuela
Dal 1987 al 1992 è stato Senior Vice President and General Manager della Master Builders, Inc., Cleveland, Ohio.
Dal 1992 al 1993 è stato Amministratore Delegato della MAC SpA.
Dal 1993 al 1996 è stato Direttore Operativo della Calcestruzzi SpA (gestione Gruppo Montedison), per poi diventare Amministratore Delegato della Betonval SpA di Firenze dal 1996 al 1999 e della Betonrossi di Piacenza dal 1 gennaio 2000 al 2004.
Successivamente ha ideato e fondato la GA SpA.
Nel 1991 ha frequentato il master della Harvard Business School, Cambridge, MA, USA (ISMP 1991) e nel 1996 lo INSEAD Fontainebleau (Francia).
È stato presidente di ATECAP dal 1999 al 2003, consigliere per numerosi mandati di AICAP, membro della “Consulta del Calcestruzzo” del Consiglio Superiore dei LLPP, membro dei Comitati Tecnici del Consiglio Superiore dei LLPP per la stesura delle Linee Guida sul Calcestruzzo, Presidente del Board of Directors dell’American Concrete Institute Italy Chapter, membro del Comitato dei Presidenti dell’Associazione Europea dei Produttori di Calcestruzzo (ERMCO, European RMC Association).


L’uomo che ha cambiato il settore.

Michele Valente porta la Calcestruzzi in ATECAP, io ero stato da poco nominato da Carlo Barbieri, il signore del Calcestruzzo, gestore della società di servizi.

Nel 1999 diventa Presidente, e mi da la direzione dell'Associazione.

Ricordo che il giorno dopo l’elezione Michele mi chiama nel suo ufficio e mi fa vedere un blocco di slide. Sono tutti i corsi che grazie al supporto di Vittorio Volta e Roberto Marino realizza con la CALCESTRUZZI in tutta Italia. E mi dice: "Questo diventerà la nuova Bibbia per l’Associazione, dovremmo girare ogni angolo d’Italia per fare formazione tecnica, marketing, organizzativa. Le grandi aziende devono assumersi l'onere di fare crescere tutto il settore".

Michele Valente crede fortemente nella formazione, nella divulgazione della cultura, e su questo basa l’azione di crescita dell’associazione: nel primo anno realizziamo 72 corsi sul territorio, 100 notti in albergo per le trasferte.

Le aziende cominciano a iscriversi da tutte le regioni.

L’associazione inizia a collaborare strettamente con AICAP e questo crea un legame molto forte con il Consiglio Superiore dei LLPP, e nel 1999 il SAIE si apre con un evento di ATECAP e la lezione magistrale del professor Piero Pozzati, in platea tutti i più importanti professori italiani di tecnica delle costruzioni. La commissione tecnologica raccoglie i migliori tecnici delle aziende grandi e piccole del calcestruzzo, del cemento, degli additivi, degli aggregati e del mondo degli impianti.

Diventiamo il riferimento trasversale del settore.

Nel frattempo la rivista in concreto decolla arrivando ad essere distribuita in oltre 16.000 copie. Arriviamo ovunque. Michele Valente mi fa frequentare corsi, anche internazionali, sul marketing: me l'avevano detto, crede nel valore delle persone.

Le risorse a disposizione crescono e Michele Valente capisce che è il momento di cambiare il settore: mette al suo fianco tutti i responsabili Marketing delle aziende associate per ragionare insieme su come far crescere il settore, perchè occorre un nuovo cambio di passo: il calcestruzzo deve diventare argomento di attenzione generale.

Non si parla più solo di tecnologia ma di catena del valore.

Insieme a Sandro Polidori Michele affida al professor Renato Manheimer (a quel tempo era sempre in televisione con Vespa) il primo studio di percezione sul calcestruzzo a livello nazionale e nel 2000 il SAIE si apre con l’evento di ATECAP, moderato dal direttore del Corriere della Sera, Antonio Calabrò, e la presentazione di questo rapporto.

L’Associazione alla fine del 2001 raggiunge 315 soci, 1125 impianti iscritti.

È il record dimensionale dell’Associazione, mai più raggiunto. Organizziamo il primo Congresso associativo a Montecatini, sulla torta il logo a colori dell’Associazione, la strategia di Michele Valente ha portato risultati strordinari.

Un successo che però crea qualche gelosia, alcune rotture, e l’associazione si spacca, non alla base, ma dall’alto, Michele e il sottoscritto sono al centro di questa tensione, e abbiamo la sensazione di dare fastidio a chi il potere lo aveva sempre gestito. Io nel settembre del 2001 comunico a Valente che non riesco più a resistere alle tensioni e pressioni e do le dimissioni. Mi chiede di tenerle riservate, fino all’individuazione di un nuovo direttore. Così faccio, e alla fine dell’anno Valente porta in associazione Alberto De Vizio, una figura straordinaria dell'intero settore delle costruzioni che saprà dare sviluppo al lavoro fatto in questi tre anni, comunicando nel frattempo la mia decisione.

Restiamo però in contatto strettissimo perché per me è un maestro, e nel 2003 molla anche lui, lasciando un segno indelebile, e non solo nel settore.

 

Michele Valente e l’industria

Non ho conosciuto Michele Valente ai tempi della sua prima esperienza nel settore degli additivi.  Ricordo solo che tutti ne parlavano come dell’età dell’oro.

Ho già accennato ad alcune cose che fece nella Calcestruzzi SpA.

Quando entrò alla Betonval, l’azienda più organizzata e con la migliore attenzione alla qualità del calcestruzzo in Italia, ovviamente poté esprimere parte importante delle sue qualità, ma secondo me il meglio emerse con la Betonrossi.

Arrivava in un’azienda, anzi in un gruppo di aziende che faceva capo alla famiglia Vecchi. Tante aziende con tante eccellenze ma divise per loghi, organizzazione, scelte strategiche. Michele trasformò questo patrimonio di singolarità in una grande e unica azienda,  con un brand facilmente identificabile, impianti nuovi con mescolatori, autobetoniere con i colori della natura, insomma l’immagine dell’eccellenza.

Continuavamo a sentirci settimanalmente, anche perché io stavo impostando la mia società di consulenza e la mia casa editrice e i suoi consigli e suggerimenti erano sempre preziosi.

In quegli anni ebbi l’incarico di occuparmi per l’Enel di una ricerca sull’uso delle ceneri in Italia. Fu un progetto importantissimo che riguardava tutto il territorio nazionale: l’analisi delle potenzialità, individuazione dei potenziali ostacoli e la definizione di un possibile mercato. Michele mi diede una mano incredibile, e come sempre era sua abitudine fare non buttò via le conoscenze maturate. Di lì a poco uscì dalla Betonrossi e creò la General Admixtures coinvolgendo alcune delle più importanti medio aziende del settore che al centro del suo business avevano proprio le ceneri.

Questo era Michele Valente, una persona con una visione innovativa incredibilmente veloce e intuitiva, che sapeva trasformare le occasioni in fatti e successi concreti.

 

Il ricordo di G.A.

Tutto lo staff di GA è profondamente addolorato per la perdita del suo fondatore, ing. Michele Valente, per tutti noi “l’ingegnere”.
Una persona colta, lungimirante, precisa e affidabile, ci lascia un vuoto incolmabile ma anche un’impronta indelebile per la sua generosità, disponibilità e umanità. Abbiamo imparato molte cose dal nostro ingegnere, non solo sul mondo del calcestruzzo, e tante altre avremmo voluto ancora conoscere attraverso la sua presenza.
Siamo profondamente grati di aver lavorato PER Lui e CON lui.

Michele Valente, un maestro

Provate a parlare con qualcuno che ha avuto l’opportunità di lavorare con Michele Valente. Vedrete sempre luccicare gli occhi al solo citare il suo nome.

Michele sapeva che per realizzare i suoi obiettivi aveva bisogno di persone motivate e preparate, e quindi dedicava molto tempo e attenzione a ognuna di loro. Le centraliniste diventavano segretarie direzionali, i venditori dei tecnici commerciali, gli impiantisti dei capi centrale, i tecnici dei ricercatori. Il suo territorio era il mondo, l’American Concrete Institute il campo di allenamento quotidiano.

Porter, Kotler, Goleman… sono alcuni degli autori che mi ha obbligato a studiare quando collaboravamo assieme. La lavagna era uno strumento insostituibile, perché era su questo grande foglio bianco che riportava i progetti, li spiegava alle persone, rifletteva insieme su ostacoli e opportunità.

Non si buttava mai sulle cose, prima le preparava meticolosamente. Ricordo che mi dava i compiti, li sviluppavo, li guardavamo assieme con attenzione, fino a definire il progetto.

Non amava dedicare tempo alle polemiche, alle battaglie di retroguardia, era sempre orientato al futuro.

Quando voleva leggere un libro, lo comprava in più lingue, per poter perfezionarsi nella conoscenza (era il metodo di Heinrich Schliemann).

Con la figlia Valentina, architetto e giornalista, ho condiviso anni di creatività e lavoro nella realizzazione di importanti progetti editoriali del settore, mettendo a frutto tanti degli insegnamenti di Michele, in un clima estremamente fertile e di crescita personale e professionale.
Valentina, che è stata anche mia testimone di nozze, mi ha chiesto di ricordare due doti in particolare del papà, la gentilezza e la generosità, che restano per lei, in cima alla lunga lista, i primi elementi di un’eredità umana e morale immensa.

Dopo aver creato Ingenio un giorno Michele mi disse: “Sono orgoglioso di te, non sono più io a insegnarti qualcosa nella comunicazione e nel marketing, ma sei tu”. Non me lo dimenticherò mai.


Il ricordo di Roberto Marino

Una perdita gravissima quella di Michele Valente.

La notizia mi ha rattristato enormemente, avendo lavorato con lui intensamente per circa 4 anni in Calcestruzzi SpA.

Fu assunto dal dr. Parrello, allora amministratore Delegato della Calcestruzzi, durante la gestione del Gruppo Montedison, con l’incarico di Direttore Marketing e Commerciale ma, di fatto, svolgeva un ruolo da Direttore Operativo.

Ci conoscevamo abbastanza bene, dal momento che Calcestruzzi intratteneva rapporti con tutti i fornitori di additivo ed in più occasioni avevo avuto modo di apprezzarne, fin dal primo momento, la diversa mentalità nell’approccio al mercato con strategie che guardavano al futuro.

Personalmente, a Michele devo molto.

Appena arrivato in Calcestruzzi studiò bene la situazione, sia aziendale, come organizzazione e struttura, sia dal punto di vista del marketing, inclusi i prodotti speciali che già contraddistinguevano la società.

Diede immediatamente un impulso innovativo, assunse il dr. Alberto Ronzi come responsabile di marketing studiando insieme a Sandro Polidori quali strategie potevano interessare la clientela della società ma anche dell’intero settore.

Seppe fare un lavoro di squadra eccellente rivalutando sia il servizio commerciale sia, soprattutto, il servizio tecnologico della Calcestruzzi.

È indubbio che il lancio dei listini con resistenza caratteristica, conforme alle classi di esposizione, fu uno dei traguardi che raggiunse e che fece raggiungere a tutti gli operatori del settore, unitamente ad un forte impulso verso nuovi prodotti speciali, nonostante forti critiche conservatrici.

Il suo pensiero era che una società produttrice di calcestruzzo preconfezionato dovesse proporsi non in termini di “servizio” ma in termini di prodotti specifici per ogni tipologia di lavoro: un’autentica rivoluzione.

Per raggiungere tale obbiettivo era necessario un programma di conferenze, incontri, articoli che dovevano arrivare ad ogni progettista.

Per questo abbiamo lavorato intensamente in giro per l’Italia coinvolgendo il personale di zona di tutta la Calcestruzzi con risultati davvero sorprendenti.

Le statistiche, in poco tempo, ci dettero ragione, con l’aumento delle percentuali dei calcestruzzi a resistenza e durabilità garantita, Dck, e, soprattutto, altissime percentuali di calcestruzzi in classe di consistenza S5.

Grazie a questo intenso lavoro, fu lui a premiarmi, promuovendomi a dirigente, con l’incarico di Responsabile della Ricerca e Sviluppo.

Sempre convincente, sempre pronto a rispondere alle tante domande che gli facevamo, ma, soprattutto, molto rispettoso di tutte le persone coinvolte anche nei riguardi di coloro che ne criticavano l’operato.

È stato sicuramente un maestro di innovazione con strategie avanzate che puntavano decisamente al futuro.

Personalmente, ritengo che sia stato un riformista a 360° a cui sempre dovremmo ispirarci per migliorare ulteriormente il nostro settore.

Ci mancherà moltissimo.

Calcestruzzo Armato

Aggiornamenti e approfondimenti sull'evoluzione dei materiali a base cementizia, normative pertinenti, utilizzi innovativi, sviluppi tecnici e opinioni di esperti.

Scopri di più

Leggi anche