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Un Affare di Catene (di Fornitura)

Il Settore delle Costruzioni appare, come ripetuto da molti sino all'esaurimento, connotato dalla paradossale convivenza tra Complessità e Frammentazione che inevitabilmente ha condotto a constatarne l'Inefficienza (di cui la Corruzione è parte integrate come agente distorsivo): le indagini condotte, ad esempio, dal CRESME per conto della Camera dei Deputati sulle Opere Strategiche avevano offerto il destro alla trasposizione nell'ordinamento nazionale delle Direttive Comunitarie sul Public Procurement, così come in Germania era stato per i cosiddetti Baudesaster.
Dobbiamo, però, chiederci, in che misura oggi, alla conclusione possibile, probabile, della Grande Recessione iniziata nel 2007, l'Inefficacia sia davvero considerata, nelle menti degli Operatori, elemento discriminante e insostenibile, come essa sia veramente misurata, a cominciare, anzitutto, dalla Produttività.
In realtà, sappiamo bene come il lavoro irregolare e, soprattutto, il lavoro sleale (dovuto alla disomogeneità dei contratti nazionali di lavoro, sia rispetto alle invasioni di campo sia nei confronti dell'estensione oggettiva del campo medesimo) abbiano influito sulla difficile congiuntura.
Proviamo anche a immaginare che la Polverizzazione sia fenomeno irriducibile, che ogni tentativo di favorire una Aggregazione possa essere percepito quale minaccia esplicitamente diretta alle Micro e alle Piccole Organizzazioni, alla loro Creatività, per i Professionisti, e alla loro Artigianalità, per i Costruttori: alla stregua di un attentato alla Competitività.
Cerchiamo di ipotizzare come la Digitalizzazione possa essere rivolta verso queste Entità Individuali, come, in qualche modo, pure a dispetto delle loro originarie intenzioni, inneschi fenomeni reticolari (non definendoli ancora come collaborativi), perché, in fondo, l'autorappresentazione degli Attori, dei Micro Attori, come Frammentari è anch'essa retorica, basandosi su deboli e instabili relazioni.
Giusto la Reticolarità dei Rapporti che sussiste tra i Micro e i Piccoli Operatori, inter- e intra-corporativa, inizia a permettere ai grandi Mediatori Digitali di interporsi tra una Committenza (Privata) desiderosa di risparmiare (sui costi della transazione e del coordinamento) e i Micro Operatori, garantendo a entrambi solvibilità e affidabilità, ma, ovviamente, ricevendone in cambio il Governo e il Controllo assoluto a medio termine, a partire dalle Regole di Ingaggio e di Approvvigionamento.
Se, in effetti, l'instabilità relativa di Filiere esternalizzate può essere stata sino a oggi valutata come indispensabile (in realtà, con effetti spesso disastrosi di destrutturazione aziendale) - ma il re-shoring anche metaforico è icona del 4.0 - ben difficilmente essa potrà essere congeniale a Mediatori di Sistema che siano coinvolti reputazionalmente nei risultati conseguiti.
Essi, ovviamente, non internalizzerebbero, ma sicuramente stabilizzerebbero (ed espellerebbero).
Potrebbe essere, infatti, l'ostinata volontà di resistere ai Processi Aggregativi, a fare sì che la Digitalizzazione, sotto le forme della Disintermediazione, possa consentire agli Arranger di creare Supply Chain e Supply Network di ampia dimensione, proprio preservandone l'Individualità, dettandone i Comportamenti, imponendo una Business Intelligence eterodiretta.
Per le Rappresentanze, dunque, il Building Information Management (oltre che Modeling) deve essere inteso prevalentemente come un Dispositivo di rafforzamento della Gestione Strategica delle Catene di Fornitura, poiché, per quanto ostinatamente monadici siano gli Operatori, è sulle interrelazioni tra di essi che i Flussi Informativi porteranno a influenzare le Supply Chain, ne annegheranno questa Irriducibilità in una Logica di Sistema: probabilmente, appunto, governata esternamente, secondo logiche e interessi altrui.
Sappiamo, bene, infatti, come molte delle affermazioni che sono oggi ricorrenti, a proposito delle diverse Centralità, siano un tentativo disperato, ma privo di speranza, appunto, di addomesticare i processi evolutivi, di pretendere che, addirittura, essi possano rafforzare assetti a essi costitutivamente antitetici, nella convinzione profonda, anche se meno esplicita di un tempo, che il Settore sia in grado di respingere qualsiasi tentativo di stravolgimento, poiché chi sopravvive, lo ha fatto pur sempre in questo ambito.
In verità, sappiamo che così non è: il CRESME, per primo, ha enfatizzato i risultati positivi delle Organizzazioni che hanno aderito alla Trasformazione, ma non è un messaggio che abbia avuto questo risalto, che sia passato come così dirompente.
Ciò potrebbe, in parte, peraltro, continuare sino a che l'Ecosistema Digitale sia imperfetto, sinché in esso avvengano Perdite Informative rilevanti che, dunque, sottraggono il controllo pieno ai Disintermediatori: dopodiché razionalità finanziarie, organizzative e produttive avranno giustamente la meglio, in quanto, gli Attori Tradizionali, comunque, alla Piattaforma avranno già aderito da lunga data senza attrezzarsi opportunamente.
Della Digitalizzazione possiamo mettere in fila tutte le componenti (dall'Augmented al Virtual, dalla Fabrication al Manufacturing), ma è chiaro che la Cultura Digitale, la Conoscenza del Dato per quello che esso vale nella forma, appunto, computazionale, resta il fattore decisivo.
Non abbiamo, purtroppo, ancora Ceti Professionali e Imprenditoriali che posseggano questa Cultura: è già troppo tardi? La maggior parte dei protagonisti è convinta del contrario, che, semmai, sia ancora troppo presto.
Quale può essere l'Identità degli Arranger Digitali? Molteplice, ovviamente. Ma i Produttori, quelli che hanno sofferto particolarmente a causa della Crisi, potrebbero avere convenienza a porsi alla testa delle Reti di Fornitura della Quarta Rivoluzione Industriale, per cui, da molto tempo, si pongono il problema della qualificazione degli Assemblatori, Installatori, Posatori, ecc.: di molti Attori Atomizzati.
Quando, poi, avranno sensorizzato i propri Prodotti, il loro ruolo di Erogatori di Servizi si aggiungerà prepotentemente a quello già consolidato di Manifattori: allora potrebbe non essere nemmeno più necessario alienare i Prodotti...
Si guardi alle cosiddette Schede Informative dei Prodotti, per cui attualmente vale, soprattutto, la enunciazione (la promessa nominale) degli Attributi (Caratteristiche e Prestazioni) da associare agli Oggetti nei Modelli Informativi e nei Modelli di Calcolo.
Domani, però, quei valori attesi, definiti in discreto, saranno accertati in continuo, a seguito della loro messa in opera. Si chiameranno Schede Accertative?