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Tutti i numeri dell'open data in Italia

On line gli ultimi dati aggiornati a settembre 2012 del monitoraggio, realizzato dalla redazione di dati.gov.it, sullo stato dell’ open data in Italia

Sono on line gli ultimi dati aggiornati a settembre 2012 del monitoraggio, realizzato dalla redazione di dati.gov.it, sullo stato dell’open data in Italia. Si registrano nuovi progetti di apertura avviati, mentre crescono in maniera significativa alcune iniziative già riscontrate nelle passate rilevazioni.

Trend positivo
Per quanto riguarda il numero assoluto di dataset liberati dalle pubbliche amministrazioni il trend di crescita è positivo, sin dalla prima rilevazione effettuata a marzo 2012. Se il trend generale è sempre stato positivo per tutte le rilevazioni effettuate, il tasso di crescita ha fatto registrare un andamento variabile nel tempo, infatti, si passa da un incremento di 517 dataset del primo trimestre di rilevazioni (da marzo a maggio 2012) ad un incremento di 180 dataset rilevato nell’ultimo trimestre, ad oggi il numero totale di dataset disponibili è pari a 3.085 unità.

Riusabilità dei dati
Un aspetto interessante che emerge dai dati del monitoraggio è quello relativo ai dati sul numero di dataset per livello di riusabilità (secondo lascala di Tim Berners-Lee), fanno registrare una crescita quantitativa costante tutte le tipologie di dataset ad eccezione di quelli resi disponibili in formato leggibile da applicazioni informatica ma proprietario (2 stelle), la motivazione principale che ha inciso su quest’ultimo dato risiede nel fatto che alcune iniziative nate negli scorsi mesi se nella loro fase iniziale, e sperimentale, hanno messo a disposizione degli utenti dati in formato proprietario, successivamente hanno reso disponibili le stesse informazioni attraverso formati più evoluti e soprattutto ‘non proprietari’. Oltre il 70%dei dati rilasciati dalle amministrazioni sono disponibili in formato machine-readable e non proprietario, si tratta di dati catalogabili - secondo il sistema classificatorio adottato – con le 3 stelle.

Divario tra Nord e Sud
Una condizione che costantemente si è riproposta ad ogni rilevazione è la chiara differenza tra il Nord e il Sud del Paese in relazione alladistribuzione geografica delle piattaforme di diffusione dei dati aperti, difatti, escludendo le amministrazioni centrali e alcune episodiche esperienze di amministrazioni locali del Sud, la maggior parte delle iniziative sono state intraprese da amministrazioni del Centro e del Nord Italia.L’open data potrebbe rappresentare una importante opportunità di crescita e rilancio, con investimenti anche ridotti, soprattutto per le regioni del Sud. La tendenza attuale evidenzia la scarsa attenzione, in alcune aree territoriali del Paese, verso benefici e fattori di sviluppo potenzialmente raggiungibili attraverso la messa a disposizione di tutti e il riutilizzo dei dati del settore pubblico.

Licenze sempre più aperte
Buone notizie invece sul fonte delle licenze: quasi i due terzi dei dataset rilevati vengono distribuiti con licenze di tipo by (IODL 2.0 e CC BY). Sembra quindi ormai assodato che le pubbliche amministrazioni che decidono di intraprendere un percorso di apertura dei propri dati lo facciano con il preciso intento di favorire al meglio il riuso del proprio patrimonio informativo, senza porre limiti legali al riutilizzo se non la citazione della fonte di provenienza dei dati.

 

Fonte: http://www.dati.gov.it/content/infografica