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Trasferimento di detrazione edilizia al coniuge superstite: le regole e cosa succede se ci sono più eredi

La detrazione fiscale spetta a chi può disporre dell'immobile, a prescindere dal fatto che lo abbia adibito a propria abitazione principale.

In una recente risposta pubblicata su "La Posta di FiscoOggi", a cura di Paolo Calderone, l'Agenzia delle Entrate torna su un quesito ricorrente in materia di detrazioni fiscali in edilizia, inerente a chi spetti il trasferimento della detrazione 'mortis causa'.

 

Trasferimento detrazione edilizia: conta la detenzione materiale del bene

Nello specifico, si chiede se, nel caso di spese di ristrutturazione detratte dal coniuge deceduto relative alla casa di abitazione, la detrazione passa al coniuge superstite che ha il diritto di abitazion oppure, in percentuali uguali, fra tutti gli eredi.

Bene: per l'immobile acquisito per successione, spigano le Entrate, le quote residue di detrazione si trasferiscono per intero esclusivamente all'erede che conserva la detenzione materiale e diretta del bene.

Quindi il bonus spetterà a chi può disporre dell'immobile, a prescindere dal fatto che lo abbia adibito a propria abitazione principale.

 

Se ci sono più eredi?

Ovviamente, conclude il Fisco, se ci sono più eredi che esercitano congiuntamente la detenzione materiale e diretta dell'immobile, il bonus dovrà essere ripartito tra gli stessi in parti uguali.

Se, invece, solo uno di loro abita l'immobile, la detrazione andrà completamente a ques'ultimo, non avendo gli altri eredi la disponibilità dell’immobile.

 

Trasferimento immobile mortis causa e detrazioni edilizie: le regole del Fisco

In ogni caso, per dettagli più approfonditi sul tema, le Entrate rimandano alla circolare 17/2023 del Fisco, dove si è precisato che:

  • se l'immobile è locato, non spetta la detrazione in quanto l'erede proprietario non ne può disporre;
  • se l'immobile è a disposizione, la detrazione spetta in parti uguali agli eredi;
  • se vi sono più eredi, qualora uno solo di essi abiti l'immobile, la detrazione spetta per intero a quest’ultimo non avendone più gli altri la disponibilità;
  • se il coniuge superstite, titolare del solo diritto di abitazione, rinuncia all'eredità, lo stesso non può fruire delle residue quote di detrazione, venendo meno la condizione di erede. In tal caso, neppure gli altri eredi (figli) potranno beneficiare della detrazione se non convivono con il coniuge superstite in quanto non hanno la detenzione materiale del bene.

 

La condizione della detenzione del bene

Attenzione però: la condizione della "detenzione materiale e diretta del bene" deve sussistere non solo per l'anno dell’accettazione dell’eredità ma anche per ciascun anno per il quale il contribuente intenda fruire delle residue rate di detrazione.

L'erede non può fruire delle rate di detrazione di competenza degli anni in cui non detiene l'immobile direttamente, perché, ad esempio, concesso in comodato o in locazione; al termine del contratto di locazione o di comodato, potrà beneficiare delle eventuali rate residue di competenza.

La detenzione materiale e diretta dell'immobile oggetto degli interventi deve sussistere per l'intera durata del periodo d'imposta di riferimento; pertanto, in tutti i casi in cui l'immobile pervenuto in eredità sia locato o concesso in comodato anche solo per una parte dell'anno, l'erede non potrà fruire della quota di detrazione riferita a tale annualità.

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