Tour ITALIA ANTISISMICA 2019-2020: prossima tappa Napoli, appuntamento il 5 dicembre
Incentivi e riduzione del rischio sismico in Italia: cosa fare, come fare? Cresme e ISI presentano in 13 convegni gratuiti sul territorio nazionale i risultati di uno studio scientifico dedicato. Scopri i dettagli e le modalità di partecipazione. Prossima tappa Napoli
Incentivi, modelli d’intervento e tecnologie per la riduzione del rischio sismico in Italia: cosa fare, come fare?
L’Italia è un paese a forte rischio sismico: dei 14,4 milioni di edifici che costituiscono il patrimonio edilizio residenziale e non residenziale del nostro Paese, 9,3 milioni di edifici, in cui vivono 48,2 milioni di abitanti, ricadono nelle zone sismiche 1,2,3, e il 74% di questi edifici, pari a 6,9 milioni di unità, sono stati realizzati prima del 1980, periodo in cui non era obbligatoria una seria normativa antisismica, inoltre 1,4 milioni di questi edifici è in mediocre o pessimo stato di conservazione. Il problema del rischio sismico in Italia è un problema serio che ha trovato nella legislazione una importante risposta. Grazie ai recenti provvedimenti di tipo fiscale, volti a incentivare e agevolare gli interventi di diagnosi e di riduzione del rischio sismico degli edifici, si potrebbe finalmente dare inizio a un nuovo ciclo di investimenti finalizzati alla messa in sicurezza del patrimonio del nostro Paese.
Esiste però un grave deficit di conoscenza circa “cosa” e “come” fare per dare impulso a questo processo.
In questo contesto Cresme e ISI (Ingegneria simica italiana) sono intervenuti realizzando uno studio di carattere scientifico finalizzato ad analizzare e descrivere:
- le dimensioni e le caratteristiche del mercato a rischio nei diversi territori,
- le potenzialità degli incentivi fiscali e loro modalità di applicazione;
- le possibili tecniche di intervento.
La descrizione, in termini scientifici, delle tecnologie antisismiche contenute nella sezione “Abaco di interventi per la riduzione della vulnerabilità sismica” costituisce una parte fondamentale e particolarmente apprezzata dello studio perché mostra in concreto cosa è possibile fare.
13 convegni per capire cosa fare e come fare per ridurre il rischio sismico degli edifici
Lo studio sarà presentato in 13 convegni gratuiti sul territorio, il primo dei quali si è tenuto il 14 novembre a Genova, seguito da quello del 15 novembre a Bologna e il prossimo il 5 dicembre a Napoli.
L’iniziativa vede coinvolto il mondo delle professioni tecniche con il patrocinio all’iniziativa del Consiglio Nazionale degli Architetti, del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, del Consiglio Nazionale dei Geometri e Geometri Laureati e del Consiglio Nazionale dei Geologi, la partecipazione dei massimi esperti nazionali di antisismica, del mondo delle costruzioni e dell’amministrazioni degli edifici e del mondo dell’industria che fornisce le tecnologie necessarie a intervenire. Sono parte dell’iniziativa anche soggetti che oggi consentono di beneficiare dei vantaggi fiscali e esperti in grado di descrivere con puntualità come è possibile ottenere gli incentivi.
I convegni sono diretti a professionisti (ingegneri, architetti, geometri, geologi) con riconoscimento dei crediti formativi, imprese di costruzione, amministratori di condominio, proprietari di immobili, amministratori pubblici e cittadini che desiderino una maggiore conoscenza del tema.
Le iscrizioni ai convegni sono obbligatorie attraverso il sito Cresme
Il tour è realizzato con il sostegno di Eni gas e luce e con il contributo delle seguenti aziende: Basf, Ecosism, G&P Intech, Pittini, Hilti, Xella, Mapei, Stabila, Tecnokgiunti, Tecnostrutture, Seriana Edilizia
L’esposizione al rischio sismico in Campania: popolazione ed edifici
Come è noto la Campania è una zona fortemente sismica:
- il 29,2% della superficie territoriale della regione è zona sismica ad alto rischio (zona1), insiste su questo territorio il 16% degli edifici della Regione e il 7% della popolazione;
- il 61,4% della superficie è zona sismica 2, in questa zona vive l’84% della popolazione nel 72% degli edifici;
- nella zona a rischio sismico 3, risiede il restante 9,4% della popolazione e insiste il 12% degli edifici.
Nessun ambito territoriale della Regioni è a rischio edilizio trascurabile.
Il potenziale mercato stimolato dagli incentivi
Secondo le stime del CRESME gli edifici ricadenti nelle zone 1,2 e 3 che possono beneficiare degli incentivi fiscali per la riduzione del rischio sismico sono 1.018.000, per 308 milioni di m2. Considerando i costi medi di intervento per livelli di vulnerabilità e caratteristiche degli edifici la stima potenziale di mercato, se tutti intervenissero, è di 81,9 miliardi di euro.
Per maggiori informazioni e per rimanere aggiornati sulle tappe del Tour >>> www.cresmeantisismica.eu
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