Codice Appalti

Il codice degli Appalti e delle Concessioni, o meglio il “Codice dei contratti pubblici”, è la normativa che disciplina i rapporti tra la pubblica amministrazione e le società incaricate a svolgere determinate opere pubbliche.

Si tratta del decreto legislativo n.36 del 31 marzo 2023 "Codice dei contratti pubblici in attuazione dell'articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici".

Il nuovo Codice Appalti, entrato in vigore dal 1° aprile 2023, ha iniziato a produrre effetti dallo scorso 1° luglio 2023 (cioè sulle gare bandite da questa data in poi), ma 'convivrà' col vecchio Codice (d.lgs. 50/2016) e con altre normative di riferimento (DL PNRR-TER, DL Semplificazioni Bis) fino al 31 dicembre 2023.

Il decreto legislativo 50/2016, quindi, decadrà completamente dal 1° gennaio 2024, sempre fermo restando che, per le procedure bandite prima del 1° luglio 2023, continuano a valere le disposizioni del 'vecchio' Codice.

L'appalto è il contratto con il quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di un'opera o di un servizio verso un corrispettivo in danaro.

Il nuovo Codice degli Appalti è basato su due principi cardine, stabiliti nei primi due articoli:

  • il “principio del risultato”, inteso quale interesse pubblico primario del Codice medesimo, che afferisce all’affidamento del contratto e alla sua esecuzione con la massima tempestività e il migliore rapporto tra qualità e prezzo nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza;
  • il “principio della fiducia” nell’azione legittima, trasparente e corretta della P.A., dei suoi funzionari e degli operatori economici.

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È quanto si evince dalle elaborazioni rese note dall’Osservatorio bandi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. Solo in 63 casi su 1954 le stazioni appaltanti si sono rifiutate di adeguarsi alla normativa, appellandosi per lo più ai pronunciamenti di ANAC.

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Il testo ufficiale del Nuovo Codice Appalti, gli allegati al testo e gli approfondimenti su tutti gli aspetti della nuova normativa, compresi i chiarimenti sul cd. periodo transitorio (vigenza di entrambi i Codici) sono disponibili nella pagina dedicata.


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Ecosistema digitale opere pubbliche e metodologia BIM: una sfida per i professionisti

Nel dinamico contesto delle opere pubbliche, la digitalizzazione rappresenta una sfida e un'opportunità senza precedenti per i professionisti del settore. Angelo Domenico Perrini e Sandro Catta, Presidente e Consigliere del CNI, esplorano come la metodologia BIM stia rivoluzionando le pratiche tradizionali, offrendo soluzioni innovative ma anche nuove sfide da affrontare.

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Per il Tar Veneto, la legge sull'equo compenso va applicata anche ai servizi di ingegneria e architettura e non è possibile formulare ribassi sui compensi professionali, i quali devono restare invariati.

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È possibile parlare, in questa congiuntura storica, sia pure provocatoriamente, della fine o della morte del BIM? Il nuovo Codice dei Contratti Pubblici ridefinisce il ruolo del BIM con la Gestione Informativa Digitale, ma le implicazioni sull'autonomia algoritmica sollevano interrogativi cruciali sulla trasformazione digitale nel settore pubblico e privato.

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Secondo l'Autorità Anticorruzione, è corretto il comportamento dell'ASL Salerno che esercita la propria discrezionalità omettendo di escludere dalla gara le imprese concorrenti per aver formulato un ribasso che avrebbe ridotto il compenso professionale, in quanto, in assenza di un'indicazione precisa in merito, è legittima la ribassabilità dell'intero importo posto a base di gara. Ma per CNI e Fondazione Inarcassa è solo un caso specifico, l'equo compenso 'tiene' e si applica anche negli appalti di progettazione.

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