Tipologia e classificazione degli impianti di climatizzazione

Impianti di climatizzazione: vantaggi, svantaggi e caratteristiche tipologiche 

Gli impianti di climatizzazione sono tecnologie sempre più diffuse, necessarie per mantenere le condizioni ambientali ideali all'interno degli edifici abitualmente occupati (abitazioni, luoghi di lavoro, centri commerciali ecc). In questa guida vedremo insieme le diverse tipologie di impianti di climatizzazione, dei vantaggi e degli svantaggi associati a ciascuno di essi, e dei costi coinvolti nell'installazione e manutenzione.

Che cos'è un impianto di climatizzazione? Gli impianti di climatizzazione sono sistemi che ci permettono di modificare le condizioni ambientali all'interno degli edifici, regolando temperatura, umidità e qualità dell'aria. Grazie a questi dispositivi possiamo godere di un comfort ottimale in qualsiasi stagione dell'anno.

Esistono diverse tipologie di impianti di climatizzazione: alcuni funzionano tramite l'utilizzo di un fluido intermedio, altri attraverso il principio dell'espansione diretta. La scelta del sistema più adatto dipende dalle dimensioni degli spazi da riscaldare o raffreddare e dall'utilizzo che se ne fa.

In generale, gli impianti di climatizzazione (anche noti come HVAC - Heating, Ventilation and Air Conditioning) offrono numerosi vantaggi come una gestione efficiente dei consumi energetici grazie alle tecnologie sempre più avanzate impiegate nei nuovi modelli disponibili sul mercato. Tuttavia, è importante valutare anche gli svantaggi legati alla manutenzione e ai costi associati alla loro installazione.

Le tipologie degli impianti di climatizzazione

Esistono diversi modi per classificare le varie tipologie di impianti di climatizzazione. Vediamo di seguito i principali.

Per approfondire: Soluzioni per la climatizzazione invernale ed estiva nel settore residenziale: tecnologie e integrazione

Fluido termovettore

Una prima classificazione può essere fatta in base al fluido termovettore, utilizzato per trasportare l’energia termica/frigorifera dal generatore ai terminali di emissione. Questi fluidi possono essere acqua o aria. Esistono anche impianti misti, nati dalla necessità di conciliare esigenze diverse e di soddisfare particolari requisiti di trattamento aria, come vedremo più avanti.

Per fare un quadro riassuntivo delle diverse tipologie di impianto disponibili in funzione del fluido termovettore, possiamo dare uno sguardo alla seguente tabella.

Impianti ad acqua

L’acqua, per effetto del suo calore specifico (4187 J/Kg∙K) è in grado di trasportare elevate quantità di calore. Non sono quindi necessarie grandi tubazioni, con conseguenti ingombri impiantistici contenuti. Ciò consente di poter essere utilizzati anche in edifici con spazi tecnici limitati.

Per lo stesso motivo l’acqua è in grado di accumulare energia termica/frigorifera, per poi rilasciarla in un secondo momento. In questo modo è possibile, ad esempio, produrre calore in momenti diversi rispetto a quelli di effettiva necessità, sfruttando momenti della giornata in cui l’utilizzo degli impianti è più conveniente. Anche la circolazione dell’acqua all’interno delle tubazioni non necessita elevati dispendi energetiche e, di conseguenza, economici.

Ovviamente l’utilizzo dell’acqua non ha solo aspetti positivi: con questo fluido termovettore non è infatti possibile controllare la qualità dell’aria e i suoi tassi di umidità, rendendo possibile, quindi, il solo controllo dei carichi termici sensibili (e non latenti).

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Nel pdf in Allegato si continua parlando di impianti ad aria, alimentazione dei terminali di impianto: impianti a espansione diretta o a fluido intermedio, i vantaggi e gli svantaggi degli impianti di climatizzazione e i costi relativi.