Tettoia in edilizia libera: ecco quando
Le tettoie, quando assolvono la funzione di essenziale elemento di completamento della struttura edificata, possono ritenersi riconducibili al regime delle pertinenze urbanistiche, risultando liberamente edificabili.
Ci sono casi particolari nei quali anche le tettoie, con determinati requisiti, possono essere realizzabili in edilizia libera.
Ricordando, come sempre, che ogni sentenza è relativa al caso specifico, segnaliamo la n.9535/2024 del 14 maggio del TAR Lazio, che accoglie il ricorso contro l'ordinanza comunale di demolizione di alcune opere ritenute abusive.
Gli abusi edilizi del contendere
L'atto demolitorio si riferiva alle seguenti opere abusive: «su un terrazzo di pertinenza, struttura veranda di circa mq 13,00 per h variabile da mt. 2,40 a mt. 2,70 circa, di forma irregolare, con infissi scorrevoli in alluminio anodizzato e vetri ai lati e copertura in policarbonato con elementi di sostegno in legno e ferro. La struttura in oggetto risulta rifinita con pavimentazione in legno poggiato su pavimentazione preesistente e con elementi di arredo all'interno quali sedie e tavolo da esterno. su altro terrazzo dello stesso appartamento inoltre si è accertata la realizzazione di una tettoia in legno di forma irregolare con copertura in policarbonato, il tutto avente la misura di mt. 3,50x 4,00 più ulteriore aggetto di mt. 2,70x 1,50 circa con h variabile da mt. 2,40 a mt. 2,70 circa».
Titoli abilitativi per realizzare una tettoia ed evitare l'abuso edilizio: la dimensione rilevante richiede il permesso di costruire
Le tettoie sono opere edilizie riconducibili ad interventi per cui non necessiterebbe alcun permesso di costruire solo ove le stesse siano di ridotte e modeste dimensioni.
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Tettoia pertinenziale: quando è assentibile in edilizia libera
Secondo il ricorrente, si tratta in entrambi i casi di semplici tettoie di modeste dimensioni, che «non interesserebbero minimamente la struttura portante in c.a. dell'edificio» e risulterebbero «essere facilmente rimovibile con l'utilizzo di semplici attrezzature manuali (cacciavíti, chiavi esagonali, ecc.)».
Secondo il TAR, il motivo è valido e il ricorso da accogliere in quanto l'orientamento pretorio di riferimento afferma che le tettoie, quando assolvono la funzione di essenziale elemento di completamento della struttura edificata, possono ritenersi riconducibili al regime delle pertinenze urbanistiche, risultando liberamente edificabili qualora la loro conformazione e le loro ridotte dimensioni rendano evidente e riconoscibile la loro finalità di arredo, riparo o protezione, anche da agenti atmosferici, e quando, per la loro consistenza, possano ritenersi assorbite, ovvero ricomprese in ragione della loro accessorietà, nell'edificio principale o nella parte dello stesso cui accedono.
Pertanto, "per giurisprudenza assolutamente consolidata, la realizzazione di una tettoia non ha carattere pertinenziale e richiede il rilascio del permesso di costruire solo quando, per le sue caratteristiche costruttive, essa sia idonea ad alterare la sagoma dell'edificio" (da ultimo Cons. Stato, sez. VII, 4 marzo 2024, n. 2110).
In questo caso, bisognava - secondo il TAR - individuare espressamente le caratteristiche delle tettoie (quali consistenti dimensioni comportanti una perdurante alterazione dello stato dei luoghi e incidenti per sagoma, prospetto, volumetria e materiali impiegati in modo stabile e duraturo sull'assetto urbanistico-edilizio del territorio) ritenute tali da rendere necessario il previo conseguimento del permesso di costruire, mentre ciò non emerge dall’atto impugnato.
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