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Terremoto in Myanmar, scossa di Magnitudo 7.7: si teme un numero altissimo di vittime

Un devastante terremoto di magnitudo 7.9 ha colpito il Myanmar causando di vittime, crolli e gravi danni anche in Thailandia e Cina. Di seguito un'analisi del sisma secondo l'INGV.

La scossa è stata seguita a poca distanza da un'altra di magnitudo 6.4

Un violentissimo terremoto di magnitudo 7.7 ha colpito nel primo pomeriggio del 28 marzo (le 14.20 ora locale, le 7.20 del mattino in Italia) il Myanmar centrale, scuotendo violentemente edifici in tutto il Sud-est asiatico. L’epicentro è stato localizzato vicino a Sagaing, a nord-ovest della città, a una profondità di soli 10 chilometri. La scossa è stata seguita, undici minuti dopo, da un forte aftershock di magnitudo 6.4.

Il terremoto è stato avvertito distintamente anche in Thailandia, Cina sud-occidentale e Laos. Le conseguenze più gravi, oltre che nel Myanmar, si sono registrate a Bangkok, dove un grattacielo in costruzione è collassato come un castello di carte, travolgendo 43 operai che al momento risultano dispersi. Almeno 3 persone hanno perso la vita in Thailandia, mentre il bilancio parziale in Myanmar parla già di oltre 3.000 morti ufficiali.

Il primo ministro thailandese Paetongtarn Shinawatra ha dichiarato lo stato di emergenza, interrompendo una visita ufficiale a Phuket per convocare una riunione d’urgenza.

  

Scene di panico e distruzione in Myanmar

A Naypyidaw, la capitale amministrativa del Myanmar, le strade sono state deformate e i soffitti degli edifici pubblici sono crollati in più punti. Giornalisti presenti al Museo Nazionale hanno documentato in tempo reale le scosse: pezzi di muro si sono staccati, i soffitti sono venuti giù, mentre il personale fuggiva terrorizzato.

Anche a Mandalay, Pyinmana, Aungban e Inle si segnalano crolli e gravi danni strutturali. Tra le infrastrutture principali danneggiate ci sono il ponte Ava (Ava Bridge) a Mandalay e il Dotehtawadi Bridge, sulla Yangon-Mandalay Expressway, che ha subito il collasso di alcune campate causando interruzioni al traffico e isolamento di intere aree.

Un residente di Sagaing ha raccontato:

Stavo attraversando il ponte quando ha iniziato a tremare. Ho abbandonato la moto e sono corso via. Un attimo dopo, una parte del ponte è collassata”.

Le immagini circolate da Bangkok mostrano un grande edificio in costruzione crollare improvvisamente, avvolto in una nuvola di polvere. I presenti urlavano mentre gli operai cercavano disperatamente una via di fuga. I soccorritori sono intervenuti immediatamente, ma si teme un elevato numero di vittime sotto le macerie.

Anche i servizi di metropolitana e treni leggeri sono stati sospesi a Bangkok per motivi di sicurezza.

 

Il disastroso terremoto di Magnitudo 7.7 che ha colpito il Myanmar. (Fonte: irrawaddy.com)

  

Un territorio ad alto rischio sismico

Il Myanmar si trova lungo la faglia di Sagaing, una delle più pericolose dell’Asia, causata dalla collisione tra le placche indiana ed eurasiatica. Tra il 1930 e il 1956, lungo questa faglia si sono verificati sei terremoti di magnitudo superiore a 7.0. Nel 2016, un sisma di magnitudo 6.8 aveva colpito Bagan, provocando il crollo di molti templi storici e causando tre vittime.

L’urbanizzazione rapida, la mancanza di pianificazione e la fragilità delle infrastrutture rendono particolarmente vulnerabili le città del Myanmar. Le strutture sanitarie, soprattutto nelle zone rurali, sono poco attrezzate per fronteggiare emergenze di massa.

“L’ospedale centrale di Naypyidaw è stato trasformato in un’area per emergenze di massa. I feriti vengono curati anche all’esterno, con le flebo appese ai cartelli stradali”, ha riferito un paramedico.

 

(Crediti: INGV)

 

 

La Faglia di Sagaing: una struttura chiave nel sistema tettonico asiatico

Come si legge in una nota pubblicata sul sito dell'INGV, il sisma è stato associato alla faglia di Sagaing, una delle strutture più importanti e studiate del sud-est asiatico. Lunga circa 1200 chilometri, questa faglia trascorrente scorre in direzione nord-sud attraverso il Myanmar centrale, separando la placca Burma (a ovest) da quella della Sonda (a est). La faglia assorbe circa 20 mm all’anno di movimento relativo tra queste due placche, che si muovono lateralmente con una velocità stimata in 35-36 mm/anno.

Il meccanismo focale del terremoto è risultato compatibile con questa dinamica, indicando una rottura localizzata proprio lungo la faglia di Sagaing, già ben conosciuta e mappata in superficie.

Subito dopo il sisma, i primi modelli dell’USGS avevano stimato una rottura di circa 200 km, con spostamenti fino a 5 metri. Tuttavia, aggiornamenti successivi – inclusi quelli del 31 marzo, basati su dati accelerometrici locali e osservazioni satellitari – hanno suggerito una rottura estesa per 400 km, rendendola una delle più lunghe mai registrate in questa regione.

Questo dato è cruciale per valutare l’estensione dei danni: una frattura così lunga può influenzare una vasta area, soprattutto nella parte meridionale del Myanmar.

 

La funzione sorgente (Source time function) per il terremoto del Myanmar, che descrive la velocità di rilascio del momento sismico, riscalata alla velocità di picco (elencato nel grafico in alto a destra come Mr). La linea rossa tratteggiata indica la fine del processo di rottura che si è completato in 80-90 secondi. (Fonte : USGS)

 

Evento “supershear”: quando la rottura corre più veloce delle onde S

L’elemento forse più sorprendente emerso dai nuovi modelli riguarda la velocità di propagazione della rottura, stimata attorno a 4,4 km/s, ben al di sopra delle velocità tipiche per questo tipo di eventi. Questa velocità è superiore a quella delle onde di taglio (S-waves), e suggerisce che il sisma del 28 marzo possa essere stato un raro esempio di terremoto supershear.

In questi eventi, come in un “boom sonico” causato da un jet supersonico, la rottura genera un’onda d’urto sismica, che può amplificare significativamente lo scuotimento in alcune aree, in particolare lungo la direzione della propagazione. In questo caso, verso sud.

Nonostante Bangkok si trovi a circa 1000 km a sud dell’epicentro, la parte meridionale della rottura potrebbe essersi avvicinata fino a 600 km dalla capitale thailandese. Tuttavia, ciò non spiega completamente i danni registrati in città. Un fattore aggiuntivo potrebbe essere la geologia locale: suoli morbidi e bacini sedimentari possono amplificare le onde sismiche, aumentando la durata e l’intensità dello scuotimento. È un fenomeno noto anche in altri contesti, come nel caso emblematico di Città del Messico nel 1985.

Per confermare definitivamente la natura supershear del terremoto e l'estensione precisa della faglia attivata, saranno necessari ulteriori dati. In particolare, i geologi attendono i risultati delle analisi satellitari più dettagliate e modelli dinamici avanzati che potranno offrire una stima più precisa della velocità della rottura.

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