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Terremoto in Indonesia: morti e distruzione. Un monito per l'Italia

La città di Cianjur (Indonesia) è stata colpita da un potente terremoto che ha causato almeno 162 morti e centinaia di feriti. Il sisma di magnitudo 5.6 è stato molto simile a quello che ha colpito il nord delle Marche non più tardi di un paio di settimane fa, anche se in quella occasione, per fortuna, l'epicentro fu nel mare, in una zona dunque disabitata. I terremoti degli ultimi 60 anni sono costati al nostro Paese ben 150 mld di euro, ma nonostante questo la politica- di ogni colore- continua a non investire nella prevenzione sismica.

Siamo arrivati a 262 morti, ma tanti sono ancora intrappolati sotto le macerie

Un potente terremoto ha colpito ieri vicino alla città di Cianjur, circa 170.000 abitanti, sull'isola principale dell'Indonesia, Java, uccidendo almeno 262 persone e ferendone altre centinaia. Si ipotizza che molte persone siano ancora intrappolate sotto le macerie, facendo temere che il bilancio delle vittime tenderà ad aumentare. Secondo i primi rapporti, il terremoto ha distrutto 343 edifici, più di 22.000 case sono state danneggiate, almeno 6.500 delle quali gravemente, . Nella zona di Cianjur sono state colpite anche 13 scuole e 10 edifici per uffici e danneggiato molti altri, tra cui uffici governativi e siti religiosi.
Fino a 60 miglia di distanza, nella capitale, Jakarta, il sisma ha scosso mobili e alti edifici.
Gli sforzi di soccorso sono stati ostacolati perché l'ospedale principale è stato danneggiato ed è senza energia elettrica in molti reparti.

Terremoto in Indonesia: morti e distruzione. Un monito per l'Italia

Il sisma è stato molto superficiale, è avvenuto a circa 10 km di profondità, di magnitudo Mwp 5.6. Contesto: il vasto arcipelago indonesiano si trova sul "Cerchio di fuoco", un arco di vulcani e linee di faglia attorno al bacino del Pacifico dove grandi e piccoli terremoti si verificano praticamente ogni giorno. E infatti poche ore dopo un terremoto di magnitudo Mwp 6.9 è avvenuto nella zona delle isole di Solomon ad una profondità di 11 km, con rischi tsunami.

Un terremoto simile a quello delle Marche di qualche giorno fa

Per magnitudo e profondita il terremoto della città di Cianjur è molto simile a quello accaduto il 9 novembre sul mare, con due scosse di 5.5 e 5.2 e che per fortuna non ha provocato morti e causato solo danni minori (al momento una cinquantina di immobili inagibili).
Quale la differenza principale? la distanza. il terremoto italiano è avvenuto a 29 Km a NE di Fano (60.888 abitanti) e 34 Km a E di Pesaro (94.582 abitanti). Se facciamo la somma arriviamo circa ai 170.000 abitanti della città indonesiana. Ricordo che l’Aquila ha circa 70.000 abitanti.
La fortuna che abbiamo avuto è stata quindi che il terremoto è accaduto in una zona disabitata, e non al centro di una città o di un Paese, come capitato negli ultimi grandi terremoti italiani. Perchè la distanza è purtroppo o per fortuna importante.

Quanto sono costati i terremoti italiani

Si calcola che i terremoti degli ultimi 60 anni siano costati - in termini economici - quasi 150 miliardi di euro. Considerando solo quelli degli ultimi venti anni oltre 40 miliardi. A cui si aggiungono morti, disagi sociali, distruzione di patrimoni storico culturali di immenso valore.
In Italia abbiamo anche gli strumenti per valutare quale è il potenziale rischio di ogni territorio e comune. Penso, per esempio, a SICURO+, il portale del rischio sismico della Protezione Civile che in un articolo di un paio di anni fa abbiamo presentato su INGENIO.

Penso anche ai tanti allarmi lanciati per la messa in sicurezza del patrimonio storico culturale, come con l’intervista fatta al prof. Antonio Borri "Edifici storici e di culto: senza sicurezza strutturale non c'è conservazione."

I politici non credono nella prevenzione. Tutti

Eppure, malgrado i drammatici numeri dei terremoti italiani e internazionali, malgrado i 40 miliardi spesi in vent'anni, malgrado il danneggiamento irrimediabile delle basiliche di san francesco ad Assisi e di san benedetto a Norcia, malgrado le scosse di pochi giorni fa nella finanziaria non si mette nulla per il rischio sismico.
In tutte le ultime finanziarie - sotto governi di tutti i colori - il tema della riduzione della vulnerabilità è stato trascurato
.
Si sono distribuiti soldi e bonus a chi non aveva voglia di lavorare (e di lavoro in Italia ce ne tanto, ma occorre avere voglia di fare fatica), a chi doveva cambiare il televisore, a chi voleva un divano nuovo, a chi desiderava un monopattino, a chi doveva cambiare computer (ma i soldi per uno smartphone da oltre mille euro li aveva eccome…).
E solo una minima parte sono andati per il miglioramento sismico di edifici pubblici e privati.
E questo significa che torneremo a piangere, a vedere politici che visiteranno a lutto quartieri distrutti, a sindaci che invocheranno l’aiuto di stato, a università e ospedali chiusi … non sappiamo quando e dove, ma sappiamo che purtroppo accadrà.

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