Terremoto di 3.8 ai Campi Flegrei: nessun danno, ma prosegue lo sciame sismico della zona
Nella zona dei campi Flegrei (Napoli) è stato registrato un sisma di magnitudo 3.8, con una profondità di circa 2km che è stato distintamente percepito dagli abitanti di diversi quartieri della città partenopea. Tanta paura, ma nessun danno.
È stato il terremoto più forte registrato nella zona negli ultimi 10 anni
Nella serata del 7 settembre, alle 19.45, nell'area dei Campi Flegrei è stato distintamente avvertito un sisma di magnitudo 3.8, il più forte che sia stato registrato negli ultimi 10 anni nella zona. Il sisma è stato piuttosto superficiale, 2 km di profondità, ed anche per questo è stato sentito in maniera molto netta dalla popolazione, soprattutto nei quartieri di Pozzuoli, Posillipo, Fuorigrotta e Vomero. La Protezione Civile ha comunque reso noto che non c'è stato nessun danno, ma in tanti sono scesi in strada per la paura.
Nelle ultime 24 ore sono circa 30 le scosse registrate in zona, tutte di minore intensità rispetto a quella delle 19.45.
Da tempo la zona dei Campi Flegrei è protagonista di uno sciame sismico che viene monitorato in maniera costante dagli esperti: basti pensare che solo nel mese di agosto sono stati registrati 118 terremoti con una magnitudo massima=3.6±0.3. Di questi, 1026 eventi (circa il 91.8% del totale) hanno a avuto una magnitudo minore di 1 (o non determinabile in quanto non distinguibile dal rumore di fondo) 75 hanno avuto una 'forza' compresa tra 1.0 e 1.9 e 14 tra il 2.0 e il 2.9.
Solo 3 eventi hanno avuto una magnitudo superiore al 3.
Come viene riportato sul sito dell'INGV - Osservatorio vesuviano "Le reti di monitoraggio delle deformazioni del suolo confermano una geometria radiale del sollevamento centrato nell'area di Pozzuoli con una velocità massima di circa 15±3 mm/mese da gennaio 2023. Il sollevamento registrato alla stazione GNSS di RITE è di circa 113 cm da novembre 2005, di cui circa 80 cm da gennaio 2016.
I valori massimi di temperatura superficiale della serie temporale IR nelle aree di Pisciarelli e Solfatara mostrano una lieve tendenza all’aumento. I parametri geochimici confermano i trend pluriennali di riscaldamento e pressurizzazione del sistema idrotermale. Il flusso di CO2 dal suolo nell'area della Solfatara si conferma essere elevato di circa 4000 t/d, valori comparabili a quelli che si ritrovano nel plume di vulcani attivi a degassamento persistente.
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