Terremoti, norme, mappature ed emergenze: breve storia di come nacque la OPCM 3274
A distanza di poco più di ventanni dal terremoto che ricordiamo per la strage di bambini di San Giuliano di Puglia, Gian Michele Calvi e Massimiliano Stucchi ricordano come da quella tragedia si arrivò a modificare il sistema della normativa sismica italiana e, in particolare, alla Ordinanza 3274 con la nuova mappa di classificazione sismica del Paese.
Un terremoto provocato dalla faglia, una tragedia causata dall’uomo
Alle ore 11.32 della mattina del 31 ottobre 2002 un terremoto con epicentro situato in provincia di Campobasso tra i comuni di San Giuliano di Puglia, Colletorto, Santa Croce di Magliano, Bonefro, Castellino del Biferno e Provvidenti colpì il Molise e la coscienza di tutti noi.
La scossa di magnitudo di 6,0 gradi provocò il crollo di una scuola a San Giuliano di Puglia: morirono 27 bambini e una maestra.
Le indagini giudiziarie, portate a compimento dal procuratore della Repubblica presso il tribunale di Larino, Nicola Magrone, e sfociate in un processo, hanno stabilito che il crollo della scuola era stato determinato da responsabilità umane: costruttori, progettisti, tecnico comunale e sindaco dell'epoca sono stati definitivamente condannati dalla corte di cassazione il 28 gennaio 2010. Altre due persone morirono in circostanze diverse in occasione del terremoto. Circa 100 furono i feriti e 3.000 gli sfollati in provincia di Campobasso. Anche nella provincia di Foggia ci furono numerosi sfollati e una decina di comuni riportarono danni di rilievo a edifici storici e abitazioni.
L’Ordinanza 3274 del 2003: Ma quel terremoto non fu solo una tragedia, perchè la zona di San Giuliano di Puglia non era classificata. Questo perchè le classificazioni precedenti erano state fatte “al risparmio” per la rigidità del Ministero dei LL.PP. e ben 5135 Comuni (più della metà) non erano classificati in zona sismica. Le proposte di riclassificazione rimanevano nei cassetti dei ministeri, la revisione delle NTC del 1996 anche. Quel terremoto fu il punto di partenza per una profonda revisione del sistema normativo e organizzativo del nostro Paese in ambito sismico.
Per evitare che la memoria di tutto ciò venga smarrita, anche a monito di chi si dimentica troppo presto del problema ineludibile del nostro territorio, ovvero che è stato, è e sarà oggetto di terremoti importanti, riportiamo per gentile concessione degli autori questa conversazione fra Massimiliano Stucchi e Gian Michele Calvi.
Si tratta del racconto, necessariamente sintetico, della vicenda e di cosa avvenne in seguito e che portò a una revisione del sistema della normativa sismica italiana e, in particolare, alla Ordinanza 3274 con la nuova mappa di classificazione sismica del Paese.
Andrea Dari
I terremoti ci sono da sempre, le case no
Dopo ogni terremoto importante assistiamo a un pietoso piagnisteo di politici nazionali e locali. Questo accade anche dopo ogni disastro idrogeologico. Sono gli stessi che non mettono a disposizione norme e risorse per prevenire questi rischi, sono gli stessi che quando le risorse ci sono non le investono. Il terremoto non si può evitare, i crolli sì.
Andrea Dari
20 anni fa, un terremoto nella normativa sismica: conversazione fra Massimiliano Stucchi e Gian Michele Calvi
Quello che segue è il racconto, necessariamente sintetico, di una vicenda che, in un tempo relativamente breve, modificò in modo straordinario il sistema della normativa sismica italiana. Qui la ricordano Massimiliano Stucchi e Gian Michele Calvi, che guidò la commissione incaricata della stesura delle nuove norme.
MS: Era la fine di ottobre del 2002. Era da poco evaporata la Agenzia di Protezione Civile auspicata da Franco Barberi. Al governo c’era Silvio Berlusconi: Guido Bertolaso era il capo del Dipartimento per la Protezione Civile (DPC), Vincenzo Spaziante il vice capo. Era nato da poco l’INGV con Enzo Boschi presidente. Eucentre stava per nascere. Vennero due terremoti in Molise, di pari magnitudo e localizzati poco lontani fra di loro, a distanza di un giorno. Zona povera, marginale, non classificata come sismica. Molti danni, non molti morti se non fosse stata per quella maledetta scuola di San Giuliano di Puglia che catturò tutta l’attenzione. La vecchia scuola resistette; quella nuova, sopraelevata da poco, no, con le conseguenze che sappiamo.
Il fatto che la zona di San Giuliano di Puglia non fosse classificata scosse tutti e soprattutto i sismologi: ma si sapeva bene che le classificazioni precedenti erano state fatte “al risparmio” per la rigidità del Ministero dei LL.PP. La situazione normativa ristagnava: in particolare ben 5135 Comuni (più della metà) non erano classificati in zona sismica. La proposta di riclassificazione del 1998 (“Proposta 98”, pubblicata nel 1999: Gavarini et al., 1999) a cura di Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti (GNDT), Servizio Sismico Nazionale (SSN) e Istituto Nazionale di Geofisica (ING), che pure avrebbe lasciato 3500 Comuni non classificati, giaceva nei cassetti del Ministero.
Era iniziato un lento confronto con le Regioni, ma il problema principale era l’aumento (circa 1700) dei Comuni da inserire in terza categoria. SSN aveva formulato una propria proposta alternativa, sottomettendola alle Regioni e ricevendo qualche commento.
La normativa tecnica era quella del 1996 con i successivi aggiornamenti. Nell’ottobre 2001 era stato predisposto un nuovo testo, depositato al CNR per il parere previsto dalla L64/74. La Commissione Norme del CNR aveva espresso parere negativo.
Michele, tu eri stato appena nominato Presidente della Sezione Rischio Sismico (SRS) della Commissione Grandi Rischi (CGR). A parte una riunione rapida sul campo, a Larino, il 2 novembre, che ricordi hai?
L’articolo qui pubblicato è preso dal BLOG di Massimiliano Stucchi “Terremoti e grandi rischi”
GMC: Il 12 dicembre si riunì a Roma la Sezione Rischio Sismico (SRS) della Commissione Grandi Rischi (CGR), composta da: Calvi pres., Marson, Lavecchia, Faccioli, Cosenza, Dolce, Romeo, Amato (assenti giustificati Bonafede e Lavecchia), completata da componenti della CGR (Pace, Berlasso, Coccolo, Boschi, Eva) e con la presenza di Bertolaso e Spaziante.
Tra le altre cose venne convenuto che la “Proposta 98” costituisse un avanzamento rispetto alla situazione di allora. La Regione Campania aveva già riclassificato (7.11.2002) sulla base della citata “Proposta 98”. Venne suggerito di adottarla e procedere con gli eventuali aumenti di classe, ma di attendere per eventuali declassificazioni. Venne auspicata l’istituzione di un tavolo unico per nuova classificazione sismica e nuova normativa in prospettiva Eurocodice 8 (EC8); i lavori avrebbero potuto essere conclusi in tre-sei mesi. Vennero auspicati incontri scientifici e Boschi offrì la disponibilità dell’INGV a realizzarli.
Venne raccomandata la necessità di valutazioni sistematiche di vulnerabilità sismica degli edifici. Venne inoltre raccomandato che gli interventi sugli edifici venissero svolti da professionisti competenti nel settore e venne ipotizzata la creazione di un apposito Albo. Venne raccomandata l’incentivazione della formazione degli addetti ai lavori. Questi elementi furono riassunti in un comunicato stampa.
MS: Per cercare di accelerare l’istituzione del tavolo unico auspicato dalla CGR, Boschi chiese un incontro al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (PCM) Gianni Letta e lo convinse a organizzare un incontro a Palazzo Chigi.
In vista di questo incontro il 28 novembre si riunì presso l’INGV un gruppo di lavoro convocato da Boschi. Erano presenti: Amato, Stucchi, Valensise, Bramerini, Di Pasquale, Sabetta, Calvi, Faccioli, Pinto, Slejko. Ne uscì un verbale che divenne una proposta concreta da portare alla riunione di Palazzo Chigi. In questo documento si delineavano l’adozione dell’EC8 come riferimento e le linee guida per la nuova classificazione sismica. La riunione convocata da Letta si tenne il 2 dicembre. Che cosa ti ricordi della riunione?
GMC: Letta convocò parte del gruppo di lavoro e persone del giro del Ministero, compreso il Ministro Lunardi. La riunione fu molto particolare, presieduta da un Sottosegretario con un Ministro presente, con battute del tipo “ma lo sapete che in Italia non esiste una norma per la progettazione dei ponti in zona sismica?” Lunardi al Presidente del Consiglio Superiore (Aurelio Misiti): “ma è vero?”, Misiti, guardando Marcello Mauro (credo allora presidente della prima sezione, poi del Consiglio Superiore): “Ehm …”, Mauro: “si, ma …”. Si ebbe un confronto molto acceso, al termine del quale risultò chiara l’inadeguatezza del quadro normativo e della classificazione sismica e che il Ministero non era in grado di gestire il problema in tempi compatibili con la percezione della situazione. Dopo la riunione Letta nominò (4 dicembre) una Commissione per predisporre una versione della normativa sismica nella prospettiva dell’EC8.
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