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Terrazza Biandrà: pavimenti in terracotta e verde per la nuova piazza in quota su un edificio storico di Milano

La Terrazza Biandrà a Milano, situata in piazza Cordusio, è uno spazio discreto e iconico che si integra perfettamente con l'ambiente storico. Il progetto, caratterizzato da pavimenti e rivestimenti in terracotta e da piante, offre un luogo elegante e flessibile per eventi e smart working. L'Architetto Alberto Ficele di Park Associati racconta alcuni aspetti peculiari del progetto.

Pavimenti e rivestimenti in cotto e verde integrato: la nuova piazza in quota "Terrazza Biandrà" di Park Associati

Una piazza in quota, un luogo discreto e iconico in continuità materica con l’ambiente storico circostante. In centro a Milano, in piazza Cordusio, il recupero dello spazio aperto all’apice di un edificio di Luca Beltrami di inizi ‘900 commissionato dalla contessa Celeste Dario-Biandrà, ha generato un luogo inedito che si immerge nel paesaggio costruito del cuore ottocentesco della città.

 

Vista zenitale del complesso, terrazza Biandrà, Park Associati.
Vista zenitale del complesso, terrazza Biandrà, Park Associati. (© Nicola Colella)

 

In continuità materica con i tetti milanesi, il nuovo spazio si ricopre di un pavimento in terracotta prodotta a mano, realizzato su disegno e tagliato a triangoli, in diverse sfumature di colore. Come se le falde spioventi della copertura dell’edificio si ripiegassero e si prolungassero all’interno della terrazza, anche i parapetti sono rivestiti di terracotta.

 

Vista della terrazza Biandrà, Park Associati.
Vista della terrazza Biandrà, Park Associati. (© Nicola Colella)

 

Si crea così una piazza in quota dall’aspetto mimetico a cui la matericità nobile della terracotta regala unicità e sobria eleganza.

Il progetto tiene conto dei vincoli che insistono sull’edificio tutelato dalla sovrintendenza, come quello dei limiti di colmo in altezza e della necessità di deviare gli impianti esistenti sulla terrazza. L’accesso principale avviene da un lucernario motorizzato a grande anta che di fatto costituisce un elemento scenico di ascesa, perennemente aperto durante l’utilizzo della terrazza.

 

Vista del lucernario di accesso alla terrazza Biandrà.
Vista del lucernario di accesso alla terrazza Biandrà. (© Nicola Colella)

 

LEGGI ANCHE: Pareti ventilate in terracotta: tra tecnologia e architettura

 

Arredi in legno nautico, sedute e nicchie in acciaio inox effetto ottone satinato

Arredi in legno nautico e aree smart working compongono uno spazio estremamente flessibile, in cui sostare per una pausa dal lavoro o organizzare riunioni all’aperto, conferenze ed eventi.

Un velario amovibile protegge dal sole alcune delle aree occupate dai tavoli mentre, lungo tutto il perimetro dell’area trapezoidale della terrazza, si trovano sedute e nicchie panoramiche ricoperte in acciaio inox effetto ottone satinato.

 

Dettaglio della panca in legno Terrazza Biandrà Park Associati
Dettaglio della panca in legno nella Terrazza Biandrà di Park Associati. (© Nicola Colella)

 

Vegetazione e cotto uniformi a livello cromatico e materico con il contesto urbano storico

Da un punto di vista naturalistico, l’approccio progettuale propone una vegetazione che parte dal cotto, in uniformità cromatica e materica con il contesto urbano in cui l’intervento si inserisce. All’ingresso della terrazza la vegetazione accoglie il visitatore con piante di media altezza, dai colori tenui e dai fusti mobili che fluttuano al vento, per poi raggiungere gradualmente dimensioni più contenute, con fioriture che si alternano durante l’anno.

 

Dettaglio del rivestimento in cotto.
Dettaglio del rivestimento in cotto. (© Nicola Colella)

 

Sono interventi minimi e puntuali, coerenti e in perfetta sintonia con il cotto, dove a tratti svettano piccole meraviglie stagionali, a ricordarci che siamo in un luogo inedito, che deve alla discrezione la sua iconicità.

Il progetto rivela un pensiero progettuale che guarda alla natura spontanea, basato sulla ricerca di una biodiversità ricca e popolata da piante che attirano gli insetti impollinatori, tanto da divenire in primavera un punto di riferimento, in centro a Milano.

 

Dettaglio delle falde spioventi rivestite in cotto.
Dettaglio delle falde spioventi rivestite in cotto. (© Nicola Colella)

 

 

Di seguito l'intervista della redazione di Ingenio all'Architetto Alberto Ficele dello studio di progettazione Park Associati che racconta alcuni aspetti peculiari del progetto.

Sfide tecniche nell'intervento su un edificio storico

Quali sono state le principali sfide tecniche che avete affrontato per operare su un edificio storico, rispettando i vincoli imposti dalla Soprintendenza?

Architetto Alberto Ficele

Sicuramente quella legata alla necessità di rispettare i vincoli della Soprintendenza, trattandosi di un edificio di grande rilevanza storica e artistica. In particolare, il vincolo più stringente riguardava la quota di colmo esistente: dovevamo evitare: dovevamo evitare di superare questa quota, in modo che l'intervento fosse completamente invisibile da Piazza Cordusio.

Abbiamo mantenuto un margine di intervento molto ristretto, di circa 1,30-1,40 metri, per mantenere intatto il profilo dell’edificio. Il nostro obiettivo principale era di non alterare la vista dall'esterno e preservare l'integrità del coronamento originale dell'edificio. Tutto l'intervento, quindi, è stato concepito per integrarsi perfettamente e rispettare la quota preesistente, senza elementi visibili emergenti.

 

Vista dall'alto della terrazza da Piazza Cordusio.
Vista dall'alto della terrazza da Piazza Cordusio. (© Nicola Colella)

 

Scelta dei materiali e integrazione con l'edificio storico

Quali sono i motivi della scelta dei materiali per rivestimenti e arredi? Come avete integrato i rivestimenti in terracotta con i materiali storici dell'edificio?

Architetto Alberto Ficele

La scelta dei materiali è stata guidata da un’analisi preliminare del contesto, concentrandoci sulle caratteristiche delle terrazze milanesi e lombarde. Il materiale predominante che abbiamo individuato è il cotto delle tegole/coppi delle coperture tradizionali. Da qui è nata l'idea di rendere calpestabile la copertura, come fosse una piazza.

Abbiamo scelto di utilizzare la terracotta naturale, poiché è un materiale che evolve nel tempo, integrandosi sempre più con il contesto e creando una continuità visiva con l’edificio. La terracotta è stata utilizzata non solo per il pavimento, ma anche per i parapetti, avvolgendo l’intero spazio in un unico “manto” che richiama le coperture originali.

Per quanto riguarda gli arredi, abbiamo optato per materiali resistenti agli agenti atmosferici, mantenendo una palette cromatica coerente con i materiali utilizzati.

 

Soluzioni tecnologiche per isolamento e impermeabilizzazione

Quali soluzioni tecnologiche sono state adottate? Come avete progettato l'isolamento termico e acustico, e l’impermeabilizzazione della copertura?

Architetto Alberto Ficele

Per quanto riguarda le soluzioni tecnologiche adottate, l'approccio è stato quello di mantenere inalterate l'impermeabilizzazione, l'isolamento termico e acustico preesistenti.

Per evitare di intervenire in modo invasivo sulla stratigrafia della copertura, anziché applicare un pavimento incollato, abbiamo optato per un sistema di pavimentazione galleggiante. Questo ha creato un’intercapedine utile sia per la manutenzione della copertura, sia per gestire le varie deviazioni impiantistiche richieste dal sia per gestire le varie deviazioni richieste dal progetto, che presentava una complessa componente impiantistica.

In origine, la copertura ospitava numerosi comignoli, che sono stati rimossi e riportati alla quota del pavimento, con le deviazioni opportunamente nascoste. Un'altra soluzione tecnologica adottata è stata quella di accoppiare il pavimento galleggiante con moduli di grès ceramico di dimensioni maggiori, migliorando così la resistenza meccanica del sistema e facilitando la posa. Questo ha garantito non solo la stabilità del pavimento, ma anche la durabilità complessiva dell’intervento.

  

Lucernario motorizzato: una scelta funzionale e progettuale 

Il lucernario motorizzato diventa un elemento progettuale ma anche l'accesso principale al terrazzo. Perché è stata fatta questa scelta e quali esigenze avete riscontrato?

Architetto Alberto Ficele

La scelta del lucernario motorizzato è stata dettata principalmente dai vincoli imposti dalla Soprintendenza, che non permetteva la creazione di volumi emergenti visibili. Ci siamo quindi chiesti come garantire un accesso funzionale e dignitoso alla terrazza, senza utilizzare una semplice botola, che risultava scomoda e poco pratica. La soluzione è stata quella di progettare un lucernario che funge da ingresso principale, nobilitando l’accesso alla copertura.

Il lucernario è stato concepito come una sorta di "grande bocca", un elemento costantemente presente, rivestito con materiali di pregio, come una lamiera verniciata a polvere con effetto bronzo, che collega l'intervento esterno armoniosamente con gli interni. Questa scelta ha permesso non solo di avere un accesso elegante, ma anche di creare una via di fuga sempre accessibile. Quando il lucernario è aperto, il terrazzo è fruibile, e deve rimanere tale per garantire la sicurezza in caso di emergenza.

Il lucernario rappresenta quindi una sintesi tra funzionalità tecnica e valore estetico: è il punto più evidente del progetto, ma può essere "abbattuto" tornando alla quota originale, in pieno rispetto delle richieste della sovrintendenza.

   

Sistema di ombreggiatura amovibile per la protezione solare

Come è stato progettato il sistema di ombreggiatura amovibile per adattarsi alle esigenze di protezione solare nelle diverse stagioni?

Architetto Alberto Ficele

Per garantire il massimo comfort agli utenti nelle stagioni più calde, senza poter utilizzare strutture permanenti come pergolati, abbiamo optato per un sistema di pali fissi, non visibili da Piazza Cordusio.

Su questi possono essere montati tendaggi microforati triangolari che offrono un’ottima traspirazione e ombreggiatura. Il sistema è completamente amovibile, permettendo una gestione flessibile dello spazio a seconda delle necessità. Inoltre, sotto i tendaggi è stata creata una postazione attrezzata, pensata per eventi o per il lavoro all’aperto, offrendo protezione sia dal sole che dalla pioggia.

   

Scelta della vegetazione e manutenzione sostenibile

Quali criteri tecnologici avete seguito nella scelta della vegetazione, affinché si adattasse all'ambiente urbano e contribuisse alla biodiversità? Quali soluzioni sono state adottate per la manutenzione?

Architetto Alberto Ficele

Abbiamo scelto una vegetazione sufficientemente resistente per affrontare i forti sbalzi termici e climatici che Milano sta vivendo, in modo che le piante non soffrano né il gelo né il caldo intenso. Dal punto di vista progettuale, la copertura dell'edificio affronta anche la funzione di barriera verde, creando un "buffer" naturale nelle vicinanze dell'accesso, separandolo dalla copertura tecnica vicina.

Considerando i vincoli imposti dalla sovrintendenza, abbiamo ridotto progressivamente le dimensioni delle essenze vegetali, arrivando in prossimità di Piazza Cordusio con piante di Sedum, caratterizzate da una vegetazione molto bassa. Tra le specie vegetali più alte, abbiamo scelto la Stipa e piccoli arbusti. Inoltre, abbiamo modellato la terrazza creando lievi ondulazioni nel terreno per aumentare lo spessore del suolo in alcune aree, il che ha permesso una piantumazione più duratura e stabile.

 

Architetto Marianna Merisi / Landscape Director

Per fare in modo che la vegetazione ‘nascesse dal cotto’ abbiamo creato delle vasche ad hoc per ogni frammento di paesaggio, in modo che ci fosse la maggior quantità di terra possibile per ogni pianta.

Abbiamo scelto essenze molto rustiche, caratterizzate da un fabbisogno idrico ridotto, come Phyllirea angustifolia, Stipa tenuissima, Salvia nemorosa, Sedum spectabile…tutte piante adatte al grande caldo di un terrazzo milanese. Arbusti, graminacee ed erbacee perenni sono dunque la cifra del terrazzo, che mira ad avere fioriture utili per gli insetti impollinatori, scaglionate durante tutto l’anno.

Sono piante che fanno molto da sé e che tendono a riprodursi con facilità, creando anche piccole colonie autonome e vagabonde, proprio come la vegetazione che spontaneamente a volte nasce nelle fughe del cotto. La facilità della manutenzione, dunque, dipende dalla scelta botanica: potatura del secco, contenimento degli arbusti e messa a punto dell’impianto idrico sono le attività costanti e semplici da eseguire.

 

Il progetto della "quinta facciata"

Avete realizzato altri progetti di riqualificazione o valorizzazione di terrazze con Park Associati?

Architetto Alberto Ficele

Sì, esattamente. Il tema della "quinta facciata", ovvero la valorizzazione della copertura, è un argomento molto attuale.

Storicamente, soprattutto negli ultimi decenni del Novecento, le terrazze venivano spesso considerate semplici tetti verdi, senza però una vera funzione fruibile. Oggi, invece, si cerca di trasformarle in spazi vivibili, capaci di offrire valore aggiunto per gli ambienti sottostanti, sia in termini di comfort che di qualità estetica. Questo approccio lo riscontriamo soprattutto in progetti legati a hotel e uffici, dove creare spazi all'aperto utilizzabili e piacevoli è diventato fondamentale.

Una delle sfide principali a Milano è quella di lavorare sulle coperture già sovraccariche di impianti tecnici a vista, in coerenza con una lettura storica e architettonica dell'edificio esistente. Questo rappresenta un esercizio progettuale che ci appassiona particolarmente, poiché permette di migliorare la qualità urbana da una prospettiva diversa, quella del tetto. A Milano, questo tema non è ancora diffuso come potrebbe essere, nonostante il grande potenziale delle terrazze in termini di utilizzo e vivibilità. Fino a oggi, si è raramente immaginato di sfruttare questi spazi in modo realmente fruibile.

L’esempio del toit-jardin di Le Corbusier è un riferimento nobile, ma nella pratica, portare le persone sui tetti implica tutta una serie di vincoli, soprattutto legati alla sicurezza e temi antincendio, che non tutti sono disposti ad affrontare. Questo è particolarmente vero quando si lavora su edifici storici, dove è necessario rispettare rigorosi requisiti strutturali e normativi.

Ad esempio, nel progetto Vertigo, abbiamo adottato un approccio "parassita": l'intervento non tocca direttamente la struttura esistente, ma si appoggia ad essa con una carpenteria strutturale autonoma, che scarica i pesi in punti strategici non visibili. È come se avessimo creato una piastra "sospesa" sopra l'edificio, preservando l'integrità della copertura storica.

 


CREDITI PROGETTO

Indirizzo 
Via dei Mercanti 12, Milano
Cliente 
Fondo Euripide managed by Generali Real Estate SGR
Tipologia 
Terrazzo privato ad uso misto (open air meeting, eventi, smart working)
Progetto:
2020 Realizzazione: 2022-2024 Area 536 mq (512 mq terrazzo + 24 mq interni scala)
Prestazioni Concept Progetto architettonico integrato (preliminare, definitivo, esecutivo)
Direzione artistica
Design team Co-founder:
Filippo Pagliani, Michele Rossi Associato e Project Director: Alessandro Rossi
Project Leader:
Alberto Ficele Architects: Simone Negrisolo, Margherita Piccin, Irene Ricciardi, Nicola Colella
Visualizer:
Stefano Venegoni, Mara Nunziante
Landscape Director:
Marianna Merisi
Foto
Nicola Colella
 
Consulenti

Progettazione strutture e Direzione Lavori Strutture
Sajni e Zambetti srl
Progettazione impianti e Direzione Lavori Impianti 
Fa.Ma. Ingegneria srl
Progettazione Prevenzione incendi
Fa.Ma. Ingegneria srl
Direzione generale e specialistica dei lavori
Fa.Ma. Ingegneria srl
General Contractor
Sinergo srl
Coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione
Fa.Ma. Ingegneria srl 
 
Fornitori
Pavimentazione interna ed esterna e parapetti esterni
Cotto Etrusco
Lucernario, lamiera esterne ed interne
Niva
Panche e tavoli in legno
Accoya-Cuccato Legno
Velario in tessuto per esterni
Apostoli
Fornitura vegetazione e impianto irrigazione 
Togni Giardini

 

Fonte: comunicato stampa Park Associati

 


 

Profilo Park Associati

Fondato a Milano nel 2000 da Filippo Pagliani e Michele Rossi, Park Associati si occupa di progettazione architettonica, urbanistica, landscape, interior e product design.
L’approccio dello studio è aperto, analitico, pragmatico e calibrato, forte della tradizione ma capace di generare nuovi codici linguistici grazie ad un processo che combina ascolto, intuizione e sperimentazione. Che sia il nuovo grattacielo della Regione Lombardia, l’headquarter di Luxottica o Salewa, uno spazio domestico, una boutique di lusso di Hermés, Brioni o Canali nel mondo, il retrofitting di un edificio del Moderno milanese o la rigenerazione di un quartiere intero, ogni progetto rappresenta per Park Associati l’occasione di ricercare soluzioni innovative e sartoriali, declinate con qualità e attenzione all’essere umano.

Immagini

© Nicola Colella

Scala interna di accesso alla Terrazza Biandrà.

© Nicola Colella

Scorcio urbano dalla terrazza Biandrà a Milano.

© Nicola Colella

Dettaglio del rivestimento in cotto Terrazza Biandrà.

Allegati

Architettura

L'architettura moderna combina design innovativo e sostenibilità, mirando a edifici ecocompatibili e spazi funzionali. Con l'adozione di tecnologie avanzate e materiali sostenibili, gli architetti moderni creano soluzioni che affrontano l'urbanizzazione e il cambiamento climatico. L'enfasi è su edifici intelligenti e resilienza urbana, garantendo che ogni struttura contribuisca positivamente all'ambiente e alla società, riflettendo la cultura e migliorando la qualità della vita urbana.

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