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Tecnostrutture si presta all’arte ed entra in Biennale con “Spazi d’eccezione”

Tecnostrutture si presta all’arte ed entra in Biennale con “Spazi d’eccezione”

Presentato il libro “Spazi d’eccezione”  in Biennale Sessions alla 16. Biennale di Venezia di Architettura.

Più di 80 architetti, artisti, performer e attivisti partecipano all’esposizione con immagini e progetti che riflettono sullo stato d’eccezione.

La mostra serve a presentare alcune delle tante iniziative di libertà che con determinazione stanno cercando di mettersi in rete e acquistare forma visibile.
Interpreta il tema della 16. Biennale d’Architettura “Reporting from the front” convertendolo in “Rebuilding from the front”.

Un’azione attiva, non una passiva – scrive l’architetto Franco Buncuga nell’introduzione al libro – non riportare dal fronte ma ricostruire dal fronte (…) dove si combatte ogni giorno.
Lo scultore Massimo Mazzone, ideatore di uno dei contributi esposti, ci spiega perché l’opera “Men at work” rappresenti uno spazio d’eccezione.

La foto immortala degli operai mentre modellano oltre 9 metri d’acciaio per dare forma alla sculturaSlancio” commissionata dall’aeroporto di Venezia.

“E’ una scultura ideata da me assieme a Giacomo Tringali e costruita da Tecnostrutture, storica industria del veneziano. Un’opera realizzata da un’azienda del territorio per il suo territorio d’appartenenza. Anche questo oggigiorno è diventato “uno spazio d’eccezione”. Realizzare e fruire del bello all’interno della stessa comunità. La scultura moderna, intesa come opera di scultura costruita: né modellata, né scolpita può contribuire a trasmettere questo messaggio attingendo alle metodologie progettuali proprie dell’architettura e alle metodologie costruttive proprie dell’industria. Un’osmosi tra scultore, industria e comunità di riferimento.”

Partecipando a questo progetto, l’azienda veneziana Tecnostrutture, ha mosso un passo anche nel mondo dell’arte. E’ sua infatti la produzione, la realizzazione delle opere di cantiere e il montaggio di “Slancio” opera vincitrice al concorso internazionale indetto da SAVE nel 2012, per collocare una scultura d’arte pubblica negli spazi dell’Aeroporto Marco Polo a Venezia, precisamente nell’area antistante l’imbarco passeggeri.
Slancio è una “scultura costruita”, non modellata né scolpita, che ricorda la traiettoria di un aereo in fase di decollo o di atterraggio, ma che riconduce anche ad un aratro o a una forcola, riallacciandosi alla memoria agricola del Veneto e alla tradizione marinara e artigianale veneziana. Si tratta di un prisma triangolare in acciaio COR-TEN, ad andamento curvilineo, spiraliforme, che nella realizzazione definitiva raggiungerà un’altezza di 9 metri.

L’equipe vincitrice oltre che dagli scultori Giacomo Tringali (già vincitore del concorso pubblico Biblioteca di Cles, Trento) e Massimo Mazzone (Docente di Tecniche della Scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera), è composta dall’ingegnere Andrea Imbrenda, vincitore 2014 negli USA degli Excellence in Structural Engineering Award del Nacional Council of Structural Engineers Associations), dall’architetto Federico Dl Brun, che ha curato la grafica e l’illustrazione, dagli architetti di AIR, che hanno curato la modellazione 3D del manufatto, da Osvaldo Tiberti e Michele D’Agostino che hanno seguito i modelli in metallo, da Emiliano Coletta, Laura Cazzaniga, Alessandro Zorzetto, Giulia Mazzorin.

E’ la seconda volta che Tecnostrutture entra in Biennale, prima per la fornitura delle travi miste del nuovo padiglione Australia presso la sede dei Giardini ed ora grazie all’opera Slancio, presentata presso Biennale Sessions il 28 maggio. Un esempio di come innovazione, ingegneria ed arte si incrocino più spesso di quanto comunemente ritenuto.

 

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