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Tecnored e i Palazzi Scaligeri: soluzioni innovative per il restauro monumentale di Verona

Dissesto murario, umidità ascendente e infiltrazioni da pioggia: l'articolo analizza le problematiche affrontate nei Palazzi Scaligeri e le soluzioni innovative adottate da Tecnored per il consolidamento delle murature e la protezione delle superfici storiche.

I Palazzi Scaligeri di Verona, simbolo di un passato ricco di storia e cultura, hanno affrontato sfide significative legate al dissesto delle murature, all'umidità ascendente e alle infiltrazioni diffuse causate dalla pioggia battente.

Grazie a soluzioni tecnologiche innovative e all'esperienza consolidata di Tecnored, è stato possibile restituire stabilità e bellezza a uno dei complessi monumentali più iconici della città, rispettando al contempo il valore storico e architettonico di questa straordinaria testimonianza del patrimonio italiano.

    

Le Dimore degli Scaligeri - Il Palazzo del Capitanio: un po' di storia

L’area del palazzo è stata oggetto di scavi archeologici negli anni ’80, che hanno rivelato una storia complessa e ricca di testimonianze sull’evoluzione del palazzo e del suo contesto urbano. Tali scavi hanno portato alla realizzazione di un percorso espositivo sotterraneo denominato Scavi Scaligeri.

I primi insediamenti risalgono all’età romana: gli scavi hanno riportato alla luce pavimenti e strutture di varie abitazioni, databili tra il I e il II secolo e tra il IV e il V secolo.

Le abitazioni più antiche erano costituite da più unità edilizie, mentre quella più recente era probabilmente un’unica dimora. A quest’ultima apparteneva, tra l’altro, un mosaico pavimentale di particolare pregio, andato distrutto a causa di un violento incendio avvenuto, forse, durante la conquista longobarda.

  

Le Dimore degli Scaligeri - Il Palazzo del Capitanio
Le Dimore degli Scaligeri - Il Palazzo del Capitanio (@ATECO)

   

Intorno alla metà del XIII secolo, alcuni membri della famiglia degli Scaligeri, tra cui Ongarello II, Bonifacio e Aleardo, si insediarono in quest’area. Nel 1277 viene menzionata per la prima volta la dimora di Alberto della Scala, cedutagli dal fratello maggiore Mastino, il quale fu il primo a commissionare una serie di interventi di ristrutturazione.

Fu però Cansignorio della Scala, intorno alla metà del XIV secolo ed entro il 1364, a rifondare il palazzo, conferendogli un impianto sostanzialmente definitivo. Il complesso venne organizzato come una struttura fortificata, con edifici collegati tra loro. Al centro si trovava un cortile chiuso attorno al quale si sviluppavano le varie unità edilizie, in un impianto analogo a quello del vicino Palazzo della Ragione.

Sul retro del complesso si estendeva inoltre un vasto brolo (orto), che occupava l’area dell’attuale Palazzo delle Poste e di Piazza Indipendenza, protetto da un’alta muraglia.

 

Gli interventi effettuati da Tecnored negli anni ’80 nei Palazzi Scaligeri relativi alla presentazione degli scavi archeologici

Quando gli archeologi terminano il loro lavoro, nonostante gli scavi siano stati mappati, rilevati e catalogati, il sito si presenta spesso come un vero e proprio "campo di battaglia".

Per renderli accessibili al pubblico, è necessario intraprendere una serie di operazioni complesse, che comprendono la messa in sicurezza, il restauro, la presentazione dei reperti e la creazione di percorsi ad hoc, utilizzando sovrastrutture in ferro, vetro e altri materiali.

Per conto del Comune di Verona, Tecnored ha eseguito interventi di restauro, consolidamento e pulizia dei reperti, finalizzati alla loro fruizione.

Per il consolidamento delle malte di allettamento, caratterizzate da scarsa coesione, è stato impiegato il silicato d’etile, anche mediante la tecnica del “sottovuoto dinamico”, che garantisce una penetrazione profonda del formulato.

Le aree in terra battuta del percorso archeologico sono state stabilizzate attraverso iniezioni acriliche arricchite e barre armanti preforate.

Per le operazioni di pulitura, sono state utilizzate microsfere a bassa pressione, affiancate da impacchi di cellulosa e dall’applicazione di prodotti specifici come l’AB 57 e l’amalgama tixotropico TRM 357, secondo le relative schede tecniche.

  

Lavori di restauro, consolidamento e presentazione degli scavi archeologici effettuati per conto del Comune di Verona negli anni ’80
Lavori di restauro, consolidamento e presentazione degli scavi archeologici effettuati per conto del Comune di Verona negli anni ’80 (@Tecnored)

     

Descrizione delle Stato di Fatto

Lo stato di fatto, con riferimento a maggio 2013, ha evidenziato diverse problematiche legate alle condizioni delle murature dei Palazzi Scaligeri. Le murature affrescate risultavano interessate da fenomeni fessurativi causati da eventi sismici, rendendo necessario l’utilizzo di presidi protettivi prima degli interventi di consolidamento. A tal fine, sono stati applicati velatini fissati con Paraloid B72 per prevenire eventuali distacchi e ulteriori fessurazioni. Inoltre, è stato necessario procedere al preconsolidamento degli intonaci “cartellati” tramite iniezioni di calce e Primal AC 33.

La presenza di efflorescenze saline superficiali è stata riscontrata principalmente al piano terra e in corrispondenza delle merlature del sottotetto.

Si trattava, con ogni probabilità, di nitrati e solfati, destinati a essere rimossi dopo il consolidamento attraverso l’applicazione di impacchi specifici.

Le murature, realizzate in cotto, presentavano spessori variabili tra i 60 cm e i 130 cm, con alcuni intonaci storici da conservare.

Al piano terra, l’umidità ascendente nelle murature variava dal 7,5% al 16,5% a 50 cm di altezza, con una progressiva riduzione man mano che si saliva. Le misurazioni dell’umidità sono state eseguite utilizzando lo strumento elettronico Protimeter BLD 5365.

L’altezza media delle efflorescenze saline sulle superfici delle murature perimetrali oscillava tra 0 cm e 280 cm dal piano campagna. Inoltre, sono stati rilevati interventi precedenti per contrastare fenomeni di risalita capillare o infiltrazioni da pioggia battente. Tra questi, l’utilizzo di intonaci macroporosi in alcune aree del piano terra e l’applicazione di protezioni in bitume a freddo sotto gli intonaci interni di diverse specchiature perimetrali esposte all’azione combinata di acqua e vento.

  

Sbarramento dell’umidità ascendente sulle murature perimetrali ed interne del piano terra mediante realizzazione della barriera idrofobizzante Dry Kit System formulato TRE 128 bicomponente.
Sbarramento dell’umidità ascendente sulle murature perimetrali ed interne del piano terra mediante realizzazione della barriera idrofobizzante Dry Kit System formulato TRE 128 bicomponente. (@Tecnored)

    

Le soluzioni Tecnored per le problematiche del piano terra

Realizzazione degli interventi: Marzo 2016 - Luglio 2018.

  • Eliminazione della risalita d’acqua per capillarità nelle murature
    Creazione di una barriera idrofobizzante a lenta diffusione (Dry Kit System), utilizzando il formulato TRE 128 bicomponente a base di silano monomeri in soluzione idroalcolica, applicata sulla maggior parte delle murature perimetrali e interne (vedi scheda tecnica allegata).
  • Trattamento delle murature stonacate
    Successiva applicazione di boiacche antisaline specifiche (TRH 745 e TRB 305) sulle murature stonacate del piano terra. (vedi scheda tecnica allegata).
  • Estrazione dei sali
    Rimozione dei sali presenti mediante l’utilizzo di amalgama tixotropico TRM 357, applicato sugli intonaci antichi conservati al piano terra.

  

Applicazione delle boiacche antisaline al piano terra TRH 745 + TRB 305
Applicazione delle boiacche antisaline al piano terra TRH 745 + TRB 305 (@Tecnored)

  

Soluzioni delle problematiche sulle murature lesionate e su quelle esposte ai fenomeni atmosferici

  • Consolidamento delle murature affrescate e non affrescate
    Applicazione del sistema Inietta&Consolida, formula M, specifico per l’edilizia monumentale vincolata 
  • Protezione delle pavimentazioni esterne e delle mensole in pietra d’Istria
    Applicazione della membrana molecolare monocomponente non pellicolante TRP 650 per prevenire infiltrazioni d’acqua.
  • Estrazione dei sali nitrati sulle superfici intonacate
    Utilizzo dell’amalgama tixotropico TRM 357 per la rimozione dei sali derivanti dall’acqua piovana contaminata da accumuli di guano di piccione.
  • Protezione dei nuovi intonaci dal nero fumo
    Applicazione delle boiacche impermeabilizzanti specifiche TRH 670 e TRB 305 in corrispondenza delle canne fumarie dei vecchi camini. (vedi scheda tecnica allegata).

Tutti gli interventi sono stati realizzati dalla ditta Mantovani.

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