Tariffe professionali da riformare: il CNI accoglie positivamente la sentenza della Corte Costituzionale
La sentenza n. 16/2025 della Corte Costituzionale, che dichiara illegittima la discriminante tariffaria per le vacazioni successive alla prima, evidenzia l'urgenza di una revisione strutturale delle tariffe per garantire un’equa remunerazione delle competenze tecniche e migliorare la qualità del sistema giudiziario. Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri sollecita il legislatore ad agire per valorizzare il ruolo dei professionisti e adeguare il sistema tariffario alle esigenze di una giustizia moderna.
Il CNI chiede con urgenza una riforma strutturale delle tariffe professionali
La recente sentenza n. 16/2025 della Corte Costituzionale, depositata il 10 febbraio, dichiara l’illegittimità costituzionale della discriminante tariffaria applicata alle vacazioni successive alla prima nei compensi agli ausiliari del giudice, mettendo in evidenza l’urgenza di una riforma strutturale delle tariffe professionali. Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) ha accolto questa pronuncia con grande soddisfazione, sottolineando il suo valore per il riconoscimento della professionalità tecnica e per il miglioramento complessivo della giustizia.
La sentenza della Corte Costituzionale pone l’accento su un problema annoso: il sistema attuale di remunerazione delle professionalità tecniche, come ingegneri forensi e altri ausiliari del giudice, è ormai superato e non in linea con le esigenze economiche e qualitative del presente. Questa situazione non solo penalizza il diritto dei professionisti a un compenso dignitoso, ma rischia di compromettere l’efficacia stessa del processo giudiziario.
Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha ribadito come sia fondamentale che il legislatore intervenga tempestivamente per aggiornare un sistema che da troppo tempo lascia le competenze tecniche senza il giusto riconoscimento economico. «La sentenza - ha dichiarato Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI - rappresenta un importante riconoscimento della necessità di rinnovare un sistema che penalizza la professionalità tecnica con compensi inadeguati. È il momento di agire per rafforzare il ruolo degli ingegneri e contribuire all’efficienza del sistema giudiziario».
Il CNI sottolinea che una revisione delle tariffe non è solo un atto di giustizia verso i professionisti, ma un passo necessario per garantire la qualità del sistema giudiziario. La Consigliera Carla Cappiello, delegata all’Ingegneria forense, ha dichiarato che questa sentenza rappresenta un punto di svolta. «Abbiamo osservato con preoccupazione come l’inerzia nell’aggiornamento delle tariffe abbia progressivamente minato la qualità delle prestazioni tecniche, mettendo a rischio la competitività e l’impegno degli ingegneri forensi», ha affermato. «La decisione della Corte sprona con forza a intraprendere un percorso di revisione strutturale delle tariffe, per garantire una remunerazione che rifletta l’impegno e la qualità del lavoro svolto».
Il CNI, da sempre impegnato nella tutela della qualità delle prestazioni tecniche e dell’interesse pubblico, lancia un appello al legislatore e agli stakeholder del sistema giustizia. È necessario un intervento normativo che recepisca le indicazioni della Corte Costituzionale e avvii un percorso di riforma che garantisca una giusta valorizzazione delle competenze tecniche.
L’obiettivo è duplice: da un lato, assicurare compensi equi e dignitosi per i professionisti tecnici; dall’altro, promuovere un sistema giudiziario moderno, efficiente e rispettoso dei principi costituzionali. «Il contributo degli ausiliari del giudice è cruciale per il buon funzionamento della giustizia. Riconoscerne adeguatamente il valore significa garantire un sistema più giusto e più efficace», ha concluso il Presidente Perrini.
LA NOTA INTEGRALE DEL CNI È SCARICABILE IN ALLEGATO.
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