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TAR Venezia: equo compenso non può essere soggetto a ribassi arbitrari

Fondazione Inarcassa, CNI e CNAPPC accolgono con favore il pronunciamento del TAR Venezia, che ha definitivamente stabilito come l'equo compenso non può essere soggetto a ribassi arbitrari, affermando inoltre che tale principio non costituisce un ostacolo alla libera circolazione degli operatori economici.

Stabilito anche che l'equo compenso non costituisce ostacolo alla libera circolazione degli operatori economici

Il mondo dell'ingegneria e dell'architettura ha recentemente ottenuto una vittoria significativa con il pronunciamento del TAR di Venezia sulla questione dell'equo compenso. La sentenza numero 632, emessa il 3 aprile 2024, ha chiarito definitivamente che l'equo compenso non può essere soggetto a ribassi arbitrari, ponendo fine a una disputa che perdurava da diversi mesi.

Questa decisione non ha fatto altro che confermare ciò che entità come la Fondazione Inarcassa, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) e il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC), i quali hanno sottoscritto una nota firmata da tutte e tre le sigle, hanno sostenuto con fermezza nel corso del tempo. L'equo compenso non rappresenta solo una norma fondamentale all'interno del nostro ordinamento, ma costituisce anche un principio cruciale all'interno del nuovo Codice dei Contratti.

Il giudice veneziano ha dissipato ogni dubbio interpretativo innescato dalla delibera dell'ANAC del 28 febbraio 2024, confermando con chiarezza l'importanza e la validità del principio dell'equo compenso. Inoltre, ha chiarito che tale principio non costituisce un ostacolo alla libera circolazione degli operatori economici, bensì fornisce una necessaria tutela nei confronti della Pubblica Amministrazione.

È importante sottolineare che le argomentazioni contrarie all'equo compenso, che spesso fanno leva sulla presunta insostenibilità economica dell'offerta, sono infondate e strumentali. Gli onorari relativi ai servizi di ingegneria e architettura sono sempre stati una componente essenziale del quadro economico e l'applicazione dell'equo compenso non comporta alcun aumento delle spese tecniche previste nei quadri economici.

In un contesto in cui la sicurezza sul lavoro è una priorità fondamentale, è assurdo voler svilire l'importanza dei servizi tecnici nell'ambito dell'ingegneria e dell'architettura. Questi servizi non solo garantiscono la qualità dell'opera, ma sono anche un fondamentale presidio a tutela della sicurezza dei lavoratori.

Fondazione Inarcassa, il CNI e il CNAPPC continueranno a vigilare attentamente sull'attuazione dell'equo compenso. Questo principio è essenziale per garantire elevati standard di qualità nei servizi di ingegneria e architettura nel nostro Paese, a beneficio di tutti gli attori coinvolti. La sentenza del TAR Venezia rappresenta una conferma importante di questo impegno e un passo avanti verso una maggiore giustizia e equità nel settore

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