Tall Buildings 2021: il futuro dei grattacieli e il nuovo volto delle città
Quale futuro per i grattacieli? Come riprogettare per un rinnovo urbano sostenibile, vivibile e di ritorno a una (nuova) normalità? A queste domande ha provato a rispondere il decimo convegno internazionale Tall Buildings. Le interviste ai relatori dell'evento.
Quale futuro per i grattacieli dopo il trauma di un’emergenza sanitaria che solo ora comincia a permettere di reincontrarsi e lavorare insieme?
Come riprogettare per un rinnovo urbano sostenibile, vivibile e di ritorno a una (nuova) normalità? Come “irradiare” da Milano l’esperienza al resto d’Italia?
A queste domande ha provato a rispondere il decimo convegno internazionale Tall Buildings svoltosi lo scorso 7 luglio presso il Salone d’Onore della Triennale di Milano.
Nuovi grattacieli, progetti di restauro, rigenerazione urbana e tecnologie innovative: i temi del convegno Tall Buildings
La decima edizione del convegno internazionale dedicato agli edifici alti è stata l’occasione per fare il punto sui progetti dei nuovi grattacieli che saranno costruiti a Milano, su quelli che sono in fase di ultimazione e sugli interventi di restauro in corso, come quello della Torre Velasca.
Non solo, durante l’incontro sono stati affrontati diversi temi legati alla progettazione degli edifici alti che hanno riguardato gli aspetti della sostenibilità, delle tecnologie avanzate per realizzare involucri architettonici all’avanguardia e soluzioni per programmarne la manutenzione ricorrendo a sofisticati modelli matematici e previsionali.
Non sono mancati i momenti di confronto sul grande tema della rigenerazione urbana e su quello della progettazione di uffici e ambienti di lavoro nell’era del “new normal”.
I grattacieli: una leva per la rigenerazione urbana?
Antonio Citterio e Mario Cucinella, tra gli architetti italiani che hanno ottenuto commissioni recenti, hanno spiegato che la priorità è ricontestualizzare gli edifici alti nella città esistente.
A Milano, a esempio, è il caso della nuova Torre Faro, progettata da Antonio Citterio e Patricia Viel (ACPV), che sorgerà nella zona a sud di Porta Romana e sarà la futura sede della multi-utility italiana A2A e del “nido verticale”, il grattacielo UnipolSai, firmato Mario Cucinella Architects, in fase di ultimazione nel quartiere di Porta Nuova.
Allo stesso tempo, per gli architetti Gianmaria Beretta e Paolo Asti, occorre proporre soluzioni in continuità con la tradizione: costruendo ex-novo, come nel caso di Torre Milano, un intervento residenziale progettato da Beretta Associati sul confine tra il quartiere la Maggiolina e la nuova città alta di Porta Nuova; oppure restaurando, come sta avvenendo per la Torre Velasca, una vera e propria operazione di restauro del Moderno curata dallo studio Asti Architetti.
Due famosi architetti stranieri (Gregg Jones di Pelli Clarke Pelli, James von Klemperer di KPF) hanno spiegato come cimentarsi con il genius loci milanese.
«In questo lungo periodo di pandemia si era diffusa una sfiducia generalizzata nei confronti della concentrazione di tante persone sia in termini lavorativi sia abitativi negli edifici alti - ha commentato Aldo Norsa, già professore all’Università IUAV di Venezia - ora sta tornando un maggiore senso di comunità e una maggiore comprensione di tutti quegli aspetti invece più promettenti legati agli edifici alti che mantengono e, anzi rafforzano, la loro capacità di lasciar libere ampie aree urbane nelle città. Prova ne è il successo che sta riscontrando tra i cittadini la Biblioteca degli Alberi nell’area di Porta Nuova oppure gli ampi spazi verdi e pubblici della zona di City Life, ma anche quello che sta succedendo per i progetti di rigenerazione urbana degli ex Scali Ferroviari milanesi. Sono tutti esempi di apertura e di grandi vuoti che sapientemente valorizzati arricchiscono il tessuto sociale di zone urbane punteggiate da edifici alti».
Grattacieli a Milano: tra torri in costruzione e nuovi progetti nel segno della sostenibilità
Contributi autorevoli si sono susseguiti nel corso dell’evento trattando il tema dell’urbanistica, della progettazione dei nuovi ambienti di lavoro e degli edifici alti in una più vasta prospettiva di scenario, internazionale e tecnologica.
A esempio con la presentazione del primo progetto vincitore tra i sette concorsi per gli ex Scali ferroviari milanesi (Farini) che è stato illustrato da Ezio Micelli (Università Iuav di Venezia), mentre l’approccio agli edifici alti di piccole città come Pisa è la sfida raccolta da Branko Zrnić (ATI Project). Un confronto con Parigi è stato proposto da Alberto Romeo e David Fabié (Artelia) mentre il successo del “made in Italy” in Cina è stato lo spunto di riflessione di Marco Piva.
Se il tema della vivibilità nella progettazione degli interni è stato trattato da Alessandro Adamo (Lombardini22/Degw), Fabio Viero (Manens-Tifs) ha illustrato soluzioni impiantistiche con minori emissioni inquinanti e Giuseppe Amaro (GAe Engineering) una progettazione euristica di ambienti sani e sicuri.
«Oggi stiamo lavorando principalmente su due temi - ha detto Alessandro Adamo direttore di DEGW - il primo è quello di definire come sarà il modo di lavorare di domani e come le tecnologie che ci hanno aiutato a portare avanti le nostre attività entreranno negli spazi uffici da un punto di vista di gestione di spazi e di verifica delle presenze; dall’altro lato assistiamo a una serie di nuove tipologie di ambienti come stanze progettate per video conferenze sofisticate, aree lounge con poltrone e tavoli cablati, spazi per flash meeting e aree social».
La progettazione, la costruzione e la manutenzione dei grattacieli: esperienze a confronto
Ma gli edifici, una volta progettati, vanno costruiti e poi manutenuti!
La dialettica tra scelte strutturali e architettoniche è stata affrontata da Mauro Eugenio Giuliani (Redesco), con la presentazione del progetto della nuova torre di circa 100 metri che a Ginevra ospiterà la sede della banca Pictet e da Fabrizio Rossi Prodi (Università di Firenze) per il ricorso al legno, mentre Andrea Vittadini (ShoP & Assembly OSM) ha trattato il tema della prefabbricazione modulare.
Della progettazione di sfidanti involucri architettonici ha parlato Camilla Rigamonti (Eckersley O’Callaghan) e di come programmarne la manutenzione (ricorrendo a sofisticati modelli matematici e previsionali) è stato il tema affrontato da Gianpaolo Apollonio (Fly Service) e Mauro Faccin (Dassault Systèmes). Infine Dario Bozzoli (Colombo Costruzioni) si è soffermato su come riorganizzare i cantieri durante e dopo il Covid.
Le videointerviste ai protagonisti del convegno Tall Buildings
Di seguito le interviste fatte ad alcuni dei relatori che sono intervenuti nell'ultima edizione dell'evento internazionale dedicato agli edifici alti, patrocinato dall'Università IUAV di Venezia e dal Politecnico di Milano e coordinato da Aldo Norsa e Dario Trabucco.
La progettazione degli uffici dopo la pandemia: cosa cambierà? L'intervista ad Alessandro Adamo (DEGW/Lombardini22)
Il nuovo grattacielo di A2A a Milano: l'intervista all'Architetto Antonio Citterio (ACPV)
Il restauro della Torre Velasca: l'intervista all'Arch. Paolo Asti
La nuova torre per la sede della banca Pictet a Ginevra: i particolari del progetto strutturale. L'intervista a Mauro Giuliani (Redesco)
Edifici “net zero carbon”: come arrivarci? L'intervista a Fabio Viero (Manens-Tifs)
La progettazione avanzata di involucri edilizi sostenibili: l'esempio dell'edificio 185 Park Street a Londra. L'intervista all'Ing. Camilla Rigamonti di Eckersley O’Callaghan
Ricerca e sviluppo per la manutenzione degli involucri degli edifici: quali soluzioni innovative? L'intervista a Mauro Faccin (Dassault Systèmes)
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