Superecobonus: in 10 mesi spesi quasi 36 mld di euro. Necessario però ripensare il sistema degli incentivi edilizi
In Italia - fa sapere il CNI - la spesa per il Super ecobonus ha raggiunto i 35,7 miliardi di euro tra gennaio e novembre, registrando un calo rispetto all'anno precedente. Il Governo esprime preoccupazioni sull'impatto negativo sul disavanzo pubblico e critica il meccanismo di cessione del credito d'imposta. Tuttavia, non tiene conto del recupero fiscale e degli effetti positivi sull'economia e sull'occupazione. Necessario però ripensare l'intero sistema relativo agli incentivi edilizi.
Il CNI stima che a fronte di una spesa di 91 mld per il Superecobonus, sia stato attivato un gettito fiscale pari a 36 mld
Incentivi fiscali per la riqualificazione energetica e sismica degli edifici in Italia: Tra gennaio e novembre, la spesa per il Super ecobonus ha raggiunto i 35,7 miliardi di euro, attestandosi su livelli considerevoli nonostante una tendenza al ridimensionamento rispetto all'anno precedente, chiuso con cifre più elevate pari a 46 miliardi di euro.
Lo rende noto il Centro Studi CNI che, in una nota, fa il punto sul passato e il futuro degli incentivi:
"Il Governo - scrive il CNI - manifesta crescenti preoccupazioni sull'efficacia di questa modalità di intervento, sostenendo che il suo impatto sia fortemente negativo in termini di disavanzo pubblico. Ogni valutazione del Governo, però, finora si è basata in via esclusiva su elementi contabili, in particolare si considera quasi insostenibile l’indebitamento a carico dello Stato determinato non solo dal consistente livello delle detrazioni (110% e 90% praticati finora) ma anche dal meccanismo di cessione del credito d’imposta.
Nelle valutazioni complessive del Governo non si fa mai alcun cenno al fatto che parte della spesa sostenuta dallo Stato è già stata recuperata sotto forma di gettito fiscale (stimiamo che 91 miliardi di spesa per Super ecobonus totalizzati nel periodo 2020-2023, abbiano attivato un gettito fiscale di almeno 36 miliardi di euro), che alla formazione del così detto extra gettito fiscale registrato in questi ultimi anni dovrebbe aver contribuito in buona misura anche il comparto delle costruzioni con i bonus di cui ha beneficiato, che agli incrementi occupazionali, che l’attuale Governo considera come uno dei propri migliori risultati, dovrebbe aver contribuito anche il sistema dei Superbonus.
Nelle analisi del Governo ancor meno vengono presi in considerazione i consistenti livelli di risparmio energetico realizzati attraverso gli investimenti pubblici di questi ultimi anni. È altrettanto vero, come affermato da fonti governative in occasione della presentazione del Nadef 2023, che mentre il livello di indebitamento generato dai bonus per l’edilizia è certo e preoccupante, gli effetti indotti sono tutti ancora da verificare.
"Se questo è il clima, riteniamo sia arrivato il momento di porre una cesura netta con l’esperienza condotta finora. I Superbonus, così come attuati finora, erano stati pensati come misura straordinaria e temporanea per fare fronte alla fase di emergenza generata dal Covid. Oggi sappiamo che, forse, si sarebbe dovuto porre un limite già nel 2021" fa sapere il Presidente del CNI, Angelo Domenico Perrini.
Il Consigliere del CNI, Giuseppe Maria Margiotta, invita il Governo a una riflessione più ampia, chiedendo se sia presente la volontà di investire in un piano organico di interventi sul patrimonio immobiliare. La bozza della direttiva UE EPBD offre maggiore flessibilità, ma l'assenza di un piano concreto da parte del governo rischia di compromettere l'adeguamento dell'Italia a norme più stringenti.
In vista dell'anno 2024, in cui i Superbonus funzioneranno con una detrazione al 70%, si prospetta una fase critica. Il Governo è chiamato a definire una chiara strategia, valutando l'efficacia dei Superbonus e delineando un piano organico per il risanamento del patrimonio edilizio. La creazione di un tavolo tecnico potrebbe essere la chiave per affrontare la sfida in modo serio e chiaro, coinvolgendo le competenze del settore e definendo un percorso sostenibile per il futuro del settore edile italiano.
IN ALLEGATO LA NOTA INTEGRALE.
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