Superbonus, torna la remissione in bonis per i vecchi crediti? La proposta dei Commercialisti

Torna la remissione in bonis per le comunicazioni dei crediti da Superbonus e altri bonus edilizi?

Difficile dirlo, ma di certo c'è una richiesta esplicita in tal senso.

L'ha formulata il CNDCEC (Consiglio nazionale dei commercialisti ed esperti contabili) presieduto da Elbano de Nuccio intervenuto in audizione al Senato sul 'Decreto Omnibus" (conversione in legge DL 113/2024), che reclama la riapertura delle correzione degli errori nelle comunicazioni di opzione di sconto o cessione il cui termine ultimo di presentazione è scaduto il 4 aprile 2024.

Comunicazioni Superbonus: di cosa parliamo

Entro lo scorso 4 aprile i contribuenti o i loro intermediari dovevano comunicare all’Agenzia delle Entrate l'opzione per lo sconto o la prima cessione del credito relativamente alle spese sostenute nel 2023 e alle rate residue non fruite delle detrazioni riferite alle spese sostenute nel 2020, 2021 e 2022.

Remissione in bonis: cos'è

Prima dell'avvento del Decreto Cessioni, era possibile, con pagamento di una sanzione di 250 euro, correggere eventuali errori nelle comunicazioni o effettuare l'invio (in caso di ritardo) entro il 15 ottobre.

Il DL Cessioni (39/2024) ha tolto questa possibilità, sancendo la data del 4 aprile come 'dead-line' oltre la quale non è più stato possibile ne inviare le comunicazioni, ne correggere quelle - errate - già inviate.

Già a fine aprile alcune forze politiche avevano chiesto una proroga di quella data, senza però ottenere risposta positiva dal Governo.

Remissione in bonis: la richiesta dei Commercialisti

Si chiede di riaprire i termini per la remissione in bonis che porti alla possibilità di correggere gli errori formali e sostanziali nelle comunicazioni di opzione di cessione del credito o sconto in fattura, al momento insanabili.

"La conversione in legge del decreto-legge in esame  – scrivono i commercialisti – può rappresentare la sede ideale per consentire ai contribuenti, finalmente, di correggere gli errori commessi in sede di compilazione e presentazione all’Agenzia delle entrate delle comunicazioni di opzione di sconto o cessione, di cui all’articolo 121, comma 1, lettere a) e b), del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, il cui termine ultimo di presentazione è scaduto il 4 aprile 2024, con l’esclusione dei soli errori che hanno comportato la comunicazione e il riconoscimento di un credito d’imposta di ammontare minore rispetto a quello che sarebbe stato spettante".

"In questo modo – aggiungono – senza appesantire di un solo euro il monte dei crediti d’imposta attualmente riconosciuto nei cassetti fiscali dei fornitori e cessionari e preso a base dal MEF per la redazione dei documenti di economia e finanza, si consentirebbe ai contribuenti di sanare anche errori per i quali, a oggi, non sussiste altro rimedio che l’annullamento della comunicazione, in un contesto in cui però, causa la sopravvenuta esclusione delle comunicazioni di opzione dal novero degli adempimenti fiscali per i quali vige il principio della remissione in bonis, tale annullamento non consentirebbe di procedere alla ripresentazione di una nuova comunicazione corretta, con conseguente perdita del credito d’imposta spettante al contribuente. Tale possibilità di correzione – concludono – va altresì concessa a tutti quei condòmini che hanno commesso l’errore di far presentare la comunicazione di opzione al condominio anche con riguardo alle spese relative a interventi agevolati che riguardavano le parti private dell’edificio di pertinenza dei singoli condòmini, anziché le parti comuni di pertinenza condominiale".