Superbonus: quanto costa allo Stato? Secondo l'ANCE, solo il 53% degli importi agevolati
Secondo un report dell'ANCE, applicando un modello empirico di calcolo, il costo effettivo a carico del bilancio dello Stato è pari al 53%, mentre il 47% dei crediti fiscali rientra all’erario come nuove tasse, IVA e contributi vari
Una delle domande più gettonate in materia di Superbonus, soprattutto per le conseguenze sul tema della convenienza effettiva della misura, è quanto esso costa effettivamente allo Stato.
L'ANCE, quindi, ha realizzato un report secondo cui, applicando un modello empirico di calcolo, risulta che il costo effettivo a carico del bilancio dello Stato è pari al 53%, e che il 47% dei crediti fiscali rientra all’erario come nuove tasse, IVA e contributi vari.
I dati Ance, insomma, dimostrano che il costo di un intervento di Superbonus è coperto già per la metà dalle entrate generate dal cantiere.
Come è stato realizzato il modello
Questi i paletti per la costruzione del modello empirico:
- definizione di un intervento-tipo, che comprendesse le caratteristiche progettuali più ricorrenti, per identificare le diverse
- componenti economiche che concorrono alla sua realizzazione
- stima, per ciascuna delle attività progettuali (isolamento di pareti e tetto, impianti di riscaldamento, serramenti, impianto fotovoltaico, ecc.), delle componenti "lavoro" e "prodotti";
- stima dei comportamenti dei diversi percettori di redditi (imprese, professionisti, lavoratori), in modo da valutare i successivi impieghi di questi redditi in consumi, risparmio e investimento, con potenziale ricadute sull'erario in termini di IVA, imposte sui redditi, contributi, ecc..
L’esito di questo modello empirico dimostra che le entrate per lo Stato sono pari al 47% degli importi complessivamente destinati a crediti fiscali.
L'intervento tipo: SuperEcocobonus in condominio per intervento da 1 milione di euro
Si considera un intervento di efficientamento energetico su un condominio, per l'importo di 1 milione di euro.
L’intervento si compone di interventi trainanti (isolamento termico delle superfici opache e sostituzione di impianto di climatizzazione invernale con pompa di calore) e trainati (sostituzione di serramenti, impianto fotovoltaico e di accumulo dell’energia prodotta).
L’intervento-tipo viene suddiviso nelle singole lavorazioni previste e, per ciascuna, viene determinato il relativo costo.
Il risultato è un capitolato che configura i valori di ripartizione delle singole lavorazioni che compongono il totale dell’intervento.
In questo modo, il computo metrico costituisce un parametro di ripartizione dei costi per singole lavorazioni degli interventi (si vedano le tabelle del file allegato).
Successivamente, per ciascuna lavorazione è stato calcolato il costo della manodopera impiegata nel cantiere, dei professionisti coinvolti e dei materiali acquistati.
L’ulteriore ripartizione, quindi, porta a suddividere un intervento per le singole componenti in grado di attivare effetti positivi per l’erario.
Su questa base, è possibile considerare il volume di investimenti attivati e di quelli che, si stima, verranno attivati entro la scadenza dell’incentivo (2023 al 110%, 2024 al 70% e 2025 al 65%), e moltiplicarne il valore per i coefficienti individuati, determinando gli effetti complessivi del provvedimento.
I risultati
In definitiva, partendo da una stima di circa 1,3 milioni di unità abitative coinvolte e una corrispondente spesa agevolata di 57,4 mld fino al 2028, le entrate nel bilancio dello Stato ammontano a 25,8mld.
A queste entrate «dirette» si sommano quelle derivanti dall’effetto reddito (minor spesa delle famiglie per consumi energetici) e dall’effetto ricchezza (maggior spesa per l’aumento di valore degli immobili).
In conclusione, l’analisi porta a quantificare che, se lo Stato spende 57 miliardi per i bonus, ne incassa, direttamente, 26 miliardi, ovvero il 47% della spesa complessiva.
Il risultato del modello empirico di calcolo dell'ANCE, quindi, arriva a dimostrare che il costo effettivo a carico del bilancio dello Stato è pari al 53% e che il 47% dei crediti fiscali rientra all’erario come nuove tasse, IVA e contributi vari.
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