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Superbonus, Governo: è il principale motivo del deficit. No alle proroghe per condomini e case unifamiliari

Gli effetti negativi del Superbonus sui conti pubblici, spiega il Governo, comporteranno sacrifici su altri fonti di spesa. Bocciati gli emendamenti del DL Asset e Investimenti per le ulteriori proroghe del Superbonus condomini e case unifamiliari.

Il Superbonus è la principale causa del deficit dello Stato italiano, per cui non ci saranno più proroghe della maxi-agevolazione introdotta nel nostro ordinamento nel 2020, in una precisa linea direttrice che questo Governo, in continuità con quanto dichiarato sia dal suo insediamento sul tema dei bonus edilizi, continua a seguire.

Lo si evince dalle dichiarazioni del Ministro Giorgetti all'indomani dell'approvazione della NADEF 2023, che delinea gli obiettivi di finanza pubblica per il triennio 2024-2026 ed è propedeutica alla stesura della prossima Legge di Bilancio, e dalla bocciatura degli emendamenti, presentati al Senato in sede di conversione del Decreto Asset e Investimenti, relativi alle proroghe per il Superbonus condomini e case unifamiliari.

NADEF: Superbonus costringerà ad altri sacrifici

Gli interventi previsti dal disegno di legge di bilancio che il Governo intende presentare - si legge nel comunicato stampa dell'Esecutivo - riflettono questa impostazione:

  • conferma del taglio al cuneo fiscale sul lavoro anche nel 2024;
  • prima fase della riforma fiscale;
  • sostegno alle famiglie e alla genitorialità;
  • prosecuzione dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego, anche con particolare riferimento alla sanità;
  • conferma degli investimenti pubblici, con priorità a quelli del PNRR;
  • rifinanziamento delle politiche invariate.

Per quanto riguarda il profilo del debito, si osserva che in particolare i bonus edilizi comportano un sostanziale incremento del fabbisogno pubblico nel corso della legislatura.

Ciononostante, la programmazione dei saldi di bilancio e gli sforzi di valorizzazione e successiva parziale privatizzazione di alcuni asset pubblici consentiranno di conseguire un profilo moderatamente discendente del rapporto debito/PIL lungo l’arco temporale della NADEF.

Successivamente, il saldo di finanza pubblica conseguito a fine periodo e il venire meno degli effetti negativi sul saldo di cassa dovuti al Superbonus consentiranno di ottenere una discesa molto più rapida del rapporto debito/PIL, con l’obiettivo di tornare ai livelli pre-crisi entro la fine del decennio.

Per l’anno in corso, ha dichiarato il ministro dell'Economia Giancarlo Gioprgetti, “per l’effetto del superbonus abbiamo dovuto incrementare l’indebitamento dal 4,3% - che avremmo abbondantemente realizzato mantenendolo sotto l’obiettivo in Europa che era al 4,5% - fino a 5,3%. Per l’anno 2024 abbiamo previsto un indebitamento del 4,3% sul Pil che ci permetterà di confermare la decontribuzione già decisa l’anno scorso, di confermare e di potenziare gli interventi a favore della famiglia e di avviare l’applicazione della delega fiscale con il primo scaglione del 23%”.

Gli effetti negativi del Superbonus sui conti pubblici comporteranno sacrifici su altri fonti di spesa di cui però, dice Giorgetti, “siamo consapevoli perché le priorità sono appunto quelle che abbiamo segnalato. Dobbiamo scontare, ed è il motivo per cui il debito cala così lievemente, il fatto che abbiamo più di 80 miliardi di debiti fiscali dai bonus edilizi che scenderanno e che dovranno essere onorati nei prossimi 4 anni. In assenza di questi il nostro debito sarebbe sceso di un punto percentuale all’anno, esattamente come richiesto dagli altri Paesi europei”.

DL Asset e Investimenti: niente proroghe al Superbonus

Niente più proroghe al Superbonus, nemmeno per quello al 90% dei condomini o delle categorie con redditi fino a 15.000 euro sulle case unifamiliari.

Il Governo tira dritto e boccia tutti gli emendamenti al DDL di conversione del DL Asset e Investimenti (approvato dal Senato) che chiedevano 3 o 6 mesi in più per i lavori completati in condominio per una certa percentuale.

Resta, invece, confermata la proroga al 31/12/2023 per il Superbonus al 110% ma per i 'vecchi' lavori, completati per il 60% al 30 settembre 2022.

No anche alla proroga - chiesta da alcuni emendamenti - per il Superbonus 90% per tutto il 2024: la maxi-agevolazione resterà con quella percentuale per le case unifamiliari di chi ha un determinato reddito solo per il 2023, mentre nei condomini, dal 2024, si andrà di decalage (70% e poi 65% nel 2025) come previsto dalla Legge di Bilancio 2023.

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In virtù dell'ultima modifica apportata dal Decreto Asset e Investimenti, le case unifamiliari sulle quali, entro il 30 settembre 2022, sono stati completati almeno il 30% dei lavori (SAL), prenderanno il Superbonus nella vecchia aliquota maggiorata (110%) per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023.


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