Superbonus, addio per sempre alla remissione in bonis

Non ci sarà una nuova remissione in bonis per le comunicazioni di opzione di sconto o cessione del credito relative a Superbonus o altri bonus edilizi il cui termine ultimo di presentazione è scaduto il 4 aprile 2024. Gli errori, quindi, non si potranno più correggere.

L'addio alla possibilità di 'sanare' gli errori formali o le omissioni nelle comunicazioni, magari pagando una sanzione come avveniva prima del Decreto Cessioni, è stato ufficializzato dal Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Economia e delle Finanze, Federico Freni, durante un’interrogazione in Commissione Finanze della Camera, la n.5-02867 del 26 settembre scorso.

Ma andiamo per ordine.

Comunicazioni opzioni Superbonus: la dead-line del 4 aprile 2024

Entro lo scorso 4 aprile i contribuenti o i loro intermediari dovevano comunicare all’Agenzia delle Entrate l'opzione per lo sconto o la prima cessione del credito relativamente alle spese sostenute nel 2023 e alle rate residue non fruite delle detrazioni riferite alle spese sostenute nel 2020, 2021 e 2022.

Remissione in bonis: cos'è

Prima dell'avvento del Decreto Cessioni, era possibile, con pagamento di una sanzione di 250 euro, correggere eventuali errori nelle comunicazioni o effettuare l'invio (in caso di ritardo) entro il 15 ottobre.

Il DL Cessioni (39/2024) ha tolto questa possibilità, sancendo la data del 4 aprile come ultima data oltre la quale non è più stato possibile ne inviare le comunicazioni, ne correggere quelle - errate - già inviate.

La richiesta dei Commercialisti

Il Consiglio nazionale dei Commercialisti, intervenuto in audizione sul Decreto Omnibus, avva chiesto la riapertura della remissione in bonis per le comunicazioni già inviate entro il 4 aprile scorso.

Nello specifico, si chiedeva di riaprire i termini per la remissione in bonis con possibilità di correggere gli errori formali e sostanziali nelle comunicazioni di opzione di cessione del credito o sconto in fattura, al momento insanabili.

L'interrogazione parlamentare

L'onorevole De Bertoldi ha presentato un'interrogazione parlamentare sul tema, chiedendo di fatto una revisione dei tempi per la remissione in bonis relativa alle comunicazioni di cessione del credito.

Secondo De Bertoldi, è urgente intervenire sull'istituto della remissione in bonis, ferma restando la cessazione del Superbonus, dando ancora la possibilità di correggere eventuali errori su dati e informazioni diversi dall'importo complessivo del credito ceduto o del contributo sotto forma di sconto inerenti le comunicazioni inviate all'Agenzia delle Entrate.

Il no definitivo alla remissione in bonis

Niente da fare: il Governo chiude definitivamente alla riapertura della remissione in bonis in poche righe.

L'art.2 del DL 39/2024 (Cessioni) stabilisce che l'istituto della remissione in bonis non si applica alle comunicazioni di cessione del credito o sconto in fattura.

Per questo motivo, le comunicazioni inviate entro lo scorso 4 aprile 2024 non possono essere modificate, qualunque sia l'errore commesso.

Tra l'altro, sostiene Freni, riaprire la remissione in bonis implicherebbe un adeguamento delle procedure informatiche anche al fine di prevenire abusi e consentirne l'utilizzo solo nei casi ammissibili e, quindi, bisognerebbe considerare i necessari tempi tecnici di realizzazione oltre all'impiego di ingenti risorse.

Inoltre, la prima rata data dei crediti di cui si tratta scadrebbe il 31/12/2024 e quindi i cessionari avrebbero pochissimo tempo, dopo la sostituzione della comunicazione errata, per utilizzarla in compensazione tramite F24.

L'INTERROGAZIONE INTEGRALE E' SCARICABILE IN ALLEGATO DOPO AVER EFFETTUATO L'ACCESSO AL PORTALE.