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Superbonus 110% e cappotto: perchè scegliere pannelli isolanti e strutturali

Per interventi sull'involucro che siano strutturali e di isolamento termico meglio scegliere prodotti ad hoc che svolgano entrambe le funzioni. Consulta le soluzioni di ISOTETTO

Il Superbonus 110% rappresenta un tema di estremo interesse per cittadino ed operatori del settore, e la cosa non deve stupire: dopo anni di stagnazione, e passato il periodo del lockdown, l’immobiliare parrebbe avere uno strumento che incentiva la riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente e la sostituzione edilizia con miglioramento di efficienza energetica e sicurezza strutturale.

L’entusiasmo (tangibile e comprensibile) che si è creato deve tuttavia fare i conti con la dura realtà: l’accesso al 110% e alla cessione del credito prevede un meccanismo complesso, che richiede competenze trasversali di tipo tecnico, giuridico, fiscale, economico.

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Il fattore tempo negli interventi che prevedono detrazioni come il Superbonus

Prevede inoltre due aspetti non scontati, in un Paese dai cantieri eterni: la veloce esecuzione dei lavori e la fine degli stessi.

Più si è rapidi nell’esecuzione, prima si può giungere alla trasmissione dei SAL equivalenti almeno al 30%-60% dell’ammontare totale dell’appalto, e prima si riesce a monetizzare il credito di imposta generato. Oltre alla prima fase di analisi della fattibilità tecnico economica dell’intervento, con definizione del dominio di esistenza economico-finanziario dell’operazione (dato dalla duplice individuazione della congruità dei prezzi e della capienza di spesa agevolata), diventa cruciale la fase di pianificazione del cantiere e di scelta dei prodotti da utilizzarsi nei vari interventi, in funzione di quali sono quelli trainanti e quali quelli trainati.

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Sono ben 38 (o 36 se si è proprietari diretti) i documenti che il privato cittadino deve presentare all'istituto di credito per ottenere la cessione del bonus in caso di intervento di isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali o inclinate che interessano l'involucro dell'edificio con un'incidenza superiore al 25%

Ove possibile, è sicuramente utile e maggiormente semplice utilizzare come trainante l’intervento sull’impianto (art. 119 comma 1 lettera b), abbastanza rapido da implementare e da mettere in pista.

Gli interventi sull'involucro meglio se combinati

A destare maggiori perplessità sono invece gli interventi fatti sugli involucri degli edifici, ed in particolare quelli che sono svolti all’interno di un progetto di riqualificazione energetica e strutturale dell’edificio esistente. Tra questi, una ulteriore casistica è quella rappresentata dagli edifici in muratura piena o in pietra, la cui capacità di resistenza strutturale è affidata ad un funzionamento sinergico dell’intero sistema.

Una normale esecuzione prevede di tenere separate le attività volte al miglioramento strutturale, e quelle finalizzate alla riduzione delle dispersioni energetiche, che vengono realizzate successivamente, quasi a “coprire” gli interventi precedenti. Questa successione è particolarmente interessante, in quanto consente di godere sia del Super Sismabonus (riconosciuto in zona sismica 1, 2 e 3 tanto per interventi di miglioramento statico quanto per interventi volti alla riduzione del rischio sismico) sia del Super Ecobonus (fermo restando l’obbligo di garantire il duplice salto di classe energetica).

Tuttavia, il rischio è che le lavorazioni risultino particolarmente lunghe e non diano la possibilità alle imprese esecutrici di moltiplicare gli interventi eseguiti: utilizzando materiali “ordinari”, con una successione delle lavorazioni come quella sopra descritta si hanno degli incrementi notevoli di tempi, di costi (ponteggio, manodopera) e l’impossibilità di aumentare il numero di cantieri svolti in successione nel tempo.

Diventa quindi molto importante valutare l’applicazione di prodotti innovativi, in grado di essere posati rapidamente, anche con soluzioni a secco, e in grado di svolgere entrambe le funzioni (strutturale ed energetica).


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Tra i prodotti che stanno maggiormente trovando applicazione sul mercato, vanno annoverati i pannelli strutturali isolanti per pareti, quali ad esempio il pannello Isomax Parete proposto dalla Isotetto. Si tratta di soluzioni brevettate di recente sviluppo, frutto dell’evoluzione dei tradizionali pannelli isolanti in poliuretano espanso.
Il pannello è infatti realizzato partendo da un’anima portante in listelli di legno, “annegati” nel poliuretano espanso che garantisce la capacità coibentante e legati da una stuoia di fibra di vetro. Estremamente leggeri e maneggevoli, si montano rapidamente a secco, tramite il ricorso a un sistema meccanico che sfrutta il legno come punto di fissaggio e rende pertanto solidale il sistema con la muratura portante retrostante. Il pannello, una volta fissato, oltre che ad essere intonacato, si presta anche alla realizzazione di facciate aggrappate, grazie alla possibilità di giustapporre il sistema portante il rivestimento esterno. È così possibile realizzare un intervento estremamente conveniente da un punto di vista economico ed operativo, con possibilità di riduzione dei costi diretti (un unico materiale, due funzioni) che indiretti (minor tempo di lavorazione, minor tempo di uso dei ponteggi). Vai sul sito di ISOTETTO per conoscere tutte le caratteristiche 


La soluzione ottimale chiaramente dovrà essere valutata caso per caso, e sarà necessaria la successiva asseverazione tanto del tecnico abilitato per la parte energy, quanto dello strutturista per la parte statico e/o sismica. Successivamente, il visto di conformità consentirà la creazione e la successiva cessione del credito di imposta. E la conclusione felice delle operazioni tecniche, economiche e fiscali. 

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