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Stretta sui Bonus Edilizi e Energetici: nuovo DL stoppa sconto in fattura e cessione del credito

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge, poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 29 marzo, che pone fine agli sconti in fattura e alla cessione del credito per i bonus edilizi ed energetici, con una deroga per gli edifici danneggiati dai terremoti del 2009 e 2016 (plafond di 400 milioni di euro). Questa mossa elimina anche la "rimessione in bonis", introducendo una comunicazione preventiva per i nuovi interventi, mirando a una maggiore trasparenza e controllo finanziario per limitare gli abusi e tutelare la finanza pubblica.

Ulteriori limitazioni a Superbonus e bonus: un DL inatteso

In un'improvvisa svolta, il Consiglio dei Ministri, guidato dalla Presidente Giorgia Meloni e su proposta del Ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato un nuovo decreto-legge che rappresenta una significativa stretta nei confronti dei bonus edilizi e energetici, segnando la fine degli sconti in fattura e della cessione del credito per queste agevolazioni.

Questa mossa, non prevista all'ordine del giorno, mira a rafforzare la tutela della finanza pubblica, seguendo le recenti revisioni al rialzo del deficit relativo al 2023 al 7,2%, come evidenziato dagli ultimi dati ISTAT.

 

Stop allo sconto in fattura e cessione del credito

Il ministro Giorgetti, nel corso di una conferenza stampa, ha chiarito che il decreto elimina tutte le possibilità di sconto in fattura e cessione del credito precedentemente disponibili.

Il decreto elimina la possibilità per gli interventi successivi all'entrata in vigore delle nuove norme di beneficiare dello sconto in fattura o della cessione del credito. Questa mossa mira a limitare l'accesso facilitato ai bonus edilizi, che in passato ha contribuito a complessità e possibili abusi del sistema.

Scompare l'opportunità alternativa (cessione o sconto) per le Onlus assistenziali (socio-sanitarie) ma non per gli edifici degli enti terremotati, che ancora potranno beneficiarne per un plafond totale di 400 milioni definito nell'ultima bozza pubblicata in Gazzetta Ufficiale: in pratica, lo stop alle cessioni del credito e agli sconti in fattura non si applicheranno agli immobili danneggiati dai terremoti di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria verificatisi il 6 aprile 2009 e a far data dal 24 agosto 2016, ma con un 'plafond' totale di 400 milioni, 70 dei quali dedicati al sisma del 2009.

 

CILA-S e titoli abilitativi senza spese: niente cessione o sconto

L'altra novità dell'ultim'ora è rappresentata dal comma 5 dell'art.1, che riportiamo integralmente: "Le disposizioni di cui all'articolo 2, commi 2 e 3, del citato decreto-legge n. 11 del 2023, non si applicano agli interventi contemplati al comma 2, lettere a), b) e c), primo periodo, e al comma 3, lettere a) e b), del medesimo articolo 2 per i quali, alla data di entrata in vigore del presente decreto, non e' stata sostenuta alcuna spesa, documentata da fattura, per lavori gia' effettuati".

L'Agenzia delle Entrate evidenzia in merito che, per gli interventi per i quali, al 30 marzo 2024, non sia stata sostenuta alcuna spesa, documentata da fattura, per lavori già effettuati, la deroga prevista non si applica nelle fattispecie disciplinate dall’articolo 2, comma 2, lettere a), b) e c), del DL 11/2023, ossia:

  • a) per gli interventi diversi da quelli effettuati dai condomini risulti presentata la Cila;
  • b) per gli interventi effettuati dai condomini risulti adottata la delibera assembleare che ha approvato l'esecuzione dei lavori e risulti presentata la Cila;
  • c) per gli interventi comportanti la demolizione e la ricostruzione degli edifici risulti presentata l'istanza per l'acquisizione del titolo abilitativo.

 

Stop alla "rimessione in bonis": comunicazioni su cessioni e sconti anno 2023 entro il termine tassativo del 4 aprile

Inoltre, viene abolito l'istituto della "rimessione in bonis", che avrebbe permesso correzioni fino al 15 ottobre 2024 con il pagamento di sanzioni minime.

Ciò significa che per le comunicazioni relative a sconto in fattura e cessione dei crediti relative ai lavori del 2023, il termine ultimo è il 4 aprile, scomparendo la possibilità di 'pagare' 250 euro (remissione in bonis, appunto) per l'invio successivo entro il 15 ottobre.

Le nuove regole prevedono una comunicazione preventiva all'inizio dei lavori per un migliore monitoraggio delle operazioni, un cambiamento che testimonia, secondo Giorgetti, le problematiche e gli impatti devastanti sulla finanza pubblica generati dall'applicazione scriteriata dei bonus.

 

Limite alla cessione dei crediti di imposta

In aggiunta, il decreto introduce norme più stringenti per combattere le frodi, in particolare riguardo alla cessione dei crediti ACE, e prevede la sospensione dell'utilizzabilità dei crediti d'imposta per i soggetti con debiti erariali superiori a 10.000 euro.

Queste misure sono state giustificate dal ministro come un tentativo di porre fine all'"eccessiva generosità" di un sistema di incentivi che ha gravato pesantemente sulle casse dello Stato, anticipando che il peso di queste misure si farà sentire per diversi anni a venire.

 

Obiettivo: limitare impatto dei bonus sul bilancio 2023

Questo intervento normativo arriva in un momento critico, con l'obiettivo di mettere un punto fermo sull'impatto dei bonus sul bilancio 2023, in attesa delle valutazioni definitive di Eurostat.

Le nuove disposizioni mirano a un maggior controllo e a una più accurata valutazione delle operazioni legate ai bonus edilizi, in una chiara risposta alle criticità finora emerse. Con la pubblicazione del decreto, si attendono i dati definitivi e si spera in una stabilizzazione degli oneri per la finanza pubblica, segnando un importante passo verso la responsabilità fiscale e la sostenibilità finanziaria a lungo termine.

 

Professionisti: "Questa stretta mette a rischio la ricostruzione nelle zone del sisma 2016"

La prima decisione, poi rivista, del Governo, aveva messo in subbuglio, in particolare, i professionisti e le imprese che agiscono nelle zone del cratere del terremoto del 2016 in Italia centrale. I Consigli Nazionali degli Ingegneri e degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori e la Fondazione Inarcassa avevano considerato particolarmente grave questa decisione del Governo.

Immaginare di completare la ricostruzione delle aree terremotate in tempi rapidi e senza l’utilizzo di fondi pubblici – dichiarano - è puramente utopistico. Come abbiamo ripetutamente affermato, è necessario un sistema complessivo che agevoli l’opera di ricostruzione non che la ostacoli. Questa decisione del Governo, inusitatamente drastica, rischia di rendere impossibile l’opera di ricostruzione. Per questo chiediamo un ripensamento e che le agevolazioni fiscali siano mantenute almeno limitatamente alle aree colpite dal sisma. Noi, come di consueto, siamo disponibili al confronto col Governo per individuare una soluzione che concili l’esigenza di tenere i conti dello Stato sotto controllo e il diritto dei cittadini colpiti dal sisma di tornare a vivere nelle proprie case”.

Poi, come visto sopra, il decreto si è leggermente ammorbidito col plafond di 400 milioni per le opzioni ancora esercitabili negli enti danneggiati dal sisma.


IL DECRETO 39/2024 PUBBLICATO IN GAZZETTA E' SCARICABILE IN ALLEGATO PREVIA REGISTRAZIONE AL PORTALE.

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