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Strategie Digitali di Progettazione

Strategie Digitali di Progettazione

A partire dall'Edilizia Scolastica, si potrebbe affermare che occorra passare dal Contenitore al Contenuto.

In realtà, forse è necessario che accada il contrario.
Ciò di cui stiamo parlando, sia in termini di Ricerca sia in termini di Formazione, è un tentativo congiunto tra più Atenei di comprendere due differenti questioni:
1) la natura del Prodotto Immobiliare nell'Era della Connessione;
2) la continuità del Processo Progettuale all'interno di un Ecosistema Digitale.

Per quanto riguarda il primo tema, è evidente come tanto la evoluzione dei sistemi pedagogici quanto la multifunzionalità richiesta ai Plessi Scolastici (in chiave sociale, ma anche reddituale) investa la essenza medesima di un Organismo Edilizio che, in definitiva, è chiamato a rispondere a Esigenze e a Usi non solo versatili, bensì pure evolutivi.
Ciò significa, dunque, che la Mobilità dell'Immobile si traduce in un primato della Concezione dei Servizi e delle Attività che andranno «ospitate» nel Contenitore: il punto, tuttavia, è che il Contenitore, a far data dall'evento contrattuale della Disponibilità, implicito o esplicito nel Partenariato Pubblico Privato, dovrebbe essere, prima di tutto, concepito in termini di Contenuti, vale a dire di Attività simulabili, per interazioni (Agent-Based o Process-Based) attraverso i software impostati sui Game Engine, relazionati agli applicativi di BIM Authoring.
In qualche maniera, si potrebbe, quindi, affermare che si stia proponendo una Concezione di Committenza Pre- o Proto-Spaziale, Comportamentale, che coinvolge, nel caso specifico, Strutture Tecniche, Dirigenza Scolastica, Corpo Docente, Personale Tecnico Amministrativo, Nuclei Genitoriali, Comunità Distrettuale.
Si tratta di un passaggio epistemologicamente sensibile, poiché affronta una dimensione inedita della Progettualità che, peraltro, oltre a essere Comportamentale, è anche Operazionale. La qual cosa potrebbe essere gravida di conseguenze, dato che finisce per porre in discussione, paradossalmente, la classica definizione di Facilities Management, così come quella, complementare, di Core Business.
Se così fosse, però, ovviamente staremmo parlando di una necessaria saldatura tra la Visualizzazione (per non ricorrere al termine Rappresentazione, contrapposto a Simulazione) dei Comportamenti e dei Servizi. Tutto sommato, le Data Analytics propongono la opportunità di appunto, «disegnare» i Servizi.
Naturalmente tale dimensione Proto-Spaziale si deve saldare con l'espressione delle Esigenze e dei successivi Requisiti Spaziali della Committenza, a loro volta condizionati dalla normativa vigente, non solo, però, nei modi convenzionali dello Space Programming, della formulazione dei Room Data Sheet.
Difatti, i software di Crowd Simulation consentono di andare oltre la Localizzazione degli Spazi, guardando alla Configurazione dei Flussi, anche perché semmai, tra Geographical Information System e Sensoring, preme il Mapping e il Tracking degli Occupanti, non necessariamente presenti all'interno dei Contenitori.
Ecco, di conseguenza, che già la natura del Prodotto Immobiliare muta, tanto più che i Furniture Fixture & Equipement Data Sheet conferiranno allo stesso una ulteriore Dinamicità.
La possibilità, poi, di connettere, nel corso del Ciclo di Vita dell'Opera, i Subsistemi o l'intero Sistema Edilizio, ad altre Entità, Utenti e Occupanti inclusi (di area vasta, qualora si consideri la Comunità di Riferimento di un Complesso Scolastico), arreca un ulteriore vulno alla nozione tradizionale di Prodotto Immobiliare, così come all'Identità di Committenti e Sviluppatori.
Se, allora, tutto ciò investe la prima tematica, il secondo argomento risulta essere strettamente affine, perché si tratta di evitare qualsiasi soluzione di continuità tra la Fase di Committenza e la Fase di Progettazione.
Per ottenere questo esito, evidentemente occorre agire sulla Morfogenesi del Progetto, occorre «costringere» il Processo Ideativo entro l'Ecosistema Digitale.
In altre parole, che si tratti di uno Schizzo Digitale o di un Ologramma, ovvero di uno Script, lo Schizzo Manuale o il Modello Analogico o il Canone, essi «devono» divenire Computazionali, essere ricompresi nell'ambito di ciò che si può calcolare, dunque, monitorare.
Qui entriamo pienamente nella sfera delle tensioni ideali e giuridiche tra i vari Attori, impediti, almeno in parte, di sottrarsi alla Con-fusione.
Del resto, se anche volessimo ricondurre il legame tra Employer's Information Requirements e BIM Execution Plan a una faccenda protocollare, dovremmo rimandare agli studi, in Italia, di Mattioni della fine degli Anni Quaranta sulla normalizzazione e sulla uniformazione delle convenzioni grafiche.
Si ritorna, dunque, all'origine della Cultura Industriale del Settore, poiché la Gestione Informativa, dell'Informazione, presuppone una Razionalizzazione dei Processi Decisionali e una Riconfigurazione delle Strutture Organizzative.
Tutta la vicenda dell'Interoperabilità, ma anche, tra le altre, delle BIM Library, rischia di essere profondamente fuorviante, perché, a partire dalle Model View Definition, si vorrebbero ottimizzare gli Scambi Informativi e, conseguentemente, il Modo di Pensare dei Progettisti e il Riuso, ovverossia la Capitalizzazione, della loro Conoscenza.
È palese, però, che tutto ciò risponda certamente a una logica di Aggregazione delle Professionalità e degli Studi, che sanerebbe probabilmente l'insostenibile disfunzionalità e diseconomicità della Microprofessionalità nazionale.
Al contempo, però, questi Design Workflow, necessitati dal Design Management, possono irrigidire i Processi Creativi non solo degli Architetti, ma anche degli Ingegneri.
Questa osservazione mette in risalto in che misura siano marginali la Centralità del Progetto e la Limitazione dell'Appalto Integrato, perché la domanda sottesa dalla Digitalizzazione è ben altra: è immaginabile ricondurre per dispiegarle, non per evocarle, le Esigenze di Costruibilità e di Fruibilità nella Fase Embrionale della Progettazione senza mortificarne la Originalità?
In realtà, la posta in gioco concerne il Primato Autoriale e lo Statuto Imprenditoriale dell'Architetto o dell'Ingegnere.
Non ci si illuda di rinchiudere la portata di questi interrogativi entro l'ambito della Strumentalità.
Del resto, tutto sommato, compito del BIM Manager e dei BIM Co-ordinator sarebbe quello di permettere una certa Stabilità del Processo Progettuale, della Modellazione Informativa, sia pure attraverso scarti, cambi di Configurazione dei Modelli Informativi.
Ma può ciò accadere davvero in assenza di una mediazione tra diverse maniere di pensare, tra differenti priorità? Come indica l'acronimo stesso, MVD, possiamo veramente normalizzare, facendoli dialogare, i Punti di Vista? Possono i BIM Manager svolgere una attività di Mediazione Culturale tra Modi di Vedere irriducibili?
Questa sarebbe la sfida posta, appunto, dal Collaborative Design. Allora, però, travalichiamo la sfera dell'IFC o di qualsiasi altro sistema o formato neutro: trasferire un Modello di Dati e di Informazioni da un Ambiente di Composizione Architettonica a uno di Calcolo Strutturale o Impiantistico assume fattezze e significati ben diversi dall'eseguire una Clash Detection, dal compiere un Model Check.
Crediamo sinceramente che identificare un condotto che attraversi un serramento o un muro privo di forometria costituisca un passaggio decisivo?
Sfortunatamente ciò che implicitamente la Digitalizzazione interroga è altro, è una capacità di detenere un Sapere Progettuale, e il suo gergo, essendo, contemporaneamente in grado di comprendere quelli altrui.
Si nota, d'altronde, che la Modellazione Informativa favorisca la immediatezza, la non mediazione, dei linguaggi, facilitandone la comprensione: ma estendendo la co-responsabilizzazione.
Che cosa potrebbe accadere dopo che, valicata la soglia del Single Model, si giungesse a un Ambiente Immersivo Multisensoriale in cui, in tempo reale, variando i valori di una proprietà di un Oggetto, se ne validasse direttamente l'esito?
Validare l'Opera prima ancora di averla progettata: e ci preoccupiamo della Centralità dei Progettisti?