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Start up e Project Management: intesa vincente. Parla l'Ing. Giovanni Esposito dopo il seminario del 15.01.21

START UP E PROjECT MANAGEMENT: questo il tema del seminario in modelità FAD che si è svolto nel pomeriggio di venerdì 15 gennaio 2021 sulla piattaforma Cisco Webex dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli. A moderare il seminario è stato il Consigliere Tesoriere dell'Ordine degli ingegneri di Napoli, Giovanni Esposito, che spiega in un'intervista perché l'Ordine partenopeo degli ingegneri si è tanto impegnato in questi anni per il Project Management e l'utilità di questo mezzo per lo sviluppo delle start up.

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fantinati---esposito.jpgSTART UP E PROjECT MANAGEMENT: questo il tema del seminario in modelità FAD che si è svolto nel pomeriggio di venerdì 15 gennaio 2021 sulla piattaforma Cisco Webex dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli. Il seminario, promosso dalle Commissioni Ingegneria Gestionale e Start-up dell’Ordine degli Ingegneri di Napoli, è stato organizzato in collaborazione con ISIPM (Istituto Italiano di Project Management) e l’OGIT (Osservatorio Geografico Innovazione Tecnologica dell’Ordine degli Ingegneri di Napoli), con il patrocinio dell’incubatore di imprese Campania New Steel. I lavori del seminario (a questo LINK la registrazione integrale del seminario, caricata sul canale YouTube dell'Ordine) sono stati aperti dai saluti del Presidente dell’Ordine degli ingegneri della Provincia di Napoli - professor Edoardo Cosenza – e del Presidente dell’istituto italiano di Project Management, dottor Enrico Mastrofini. Il successivo dibattito è stato moderato dal Consigliere Tesoriere dell’Ordine degli Ingegneri di Napoli, Ingegner Giovanni Esposito, da tempo propugnatore della sempre maggiore diffusione del Project Management.
A Giovanni Esposito, Ingenio Napoli ha rivolto qualche domanda.

- Ingegner Esposito, può ricordare l’itinerario che l’Ordine degli Ingegneri di Napoli ha tracciato sul versante del Project Management?
L’Ordine ha iniziato da anni un percorso di informazione e valorizzazione del project management, inteso come una disciplina che potesse garantire nuovi sbocchi professionali ai propri iscritti (in termini di ruolo per i dipendenti e di professione per i liberi professionisti).

- Qual è l'articolazione del processo di formazione e certificazione in Project Management?
Si parte dalla formazione di base in Project Management fino all’ottenimento di credenziali e certificazioni riconosciute. L’iter formativo si estende poi alla costruzione di collegamenti tra metriche dell’earned value (CPI, Cost Performance Index SPI Schedule Performance Index (SPI)) e le classiche metriche economico finanziarie (ROI, VAN, TIR, EVA), fino a giungere ad approfondimenti sul risk management e sulla gestione degli Stake holder.  L’Ordine - va rilevato - partecipa, con i suoi esperti, alle start up competition.

- Come si caratterizza il seminario on line organizzato venerdì 15 gennaio?
Con il seminario abbiamo inteso intraprendere un nuovo cammino per i nostri iscritti, definendo il collegamento tra le metodiche di project management e le start up, realtà imprenditoriale, per definizione innovativa, con alto tasso di partecipazione giovanile ed ad elevata scolarità, e di notevole interesse per il mondo imprenditoriale consolidato.

- Che vantaggi si profilano per il mondo imprenditoriale dal sistema delle start up?
Il mondo imprenditoriale consolidato vede nelle start up la possibilità di ottenere soluzioni di mercato in continuità o diversificate, rispetto al proprio business, ma soprattutto con rischi economico finanziari non elevati.

- E i vantaggi per i giovani?
Le start up rappresentano un nuovo sbocco per i nostri giovani ed i nostri iscritti ed un’opportunità per aumentare l’attrattività del nostro territorio.

- L’abbinata start up/project management può essere anche uno strumento per arginare il fenomeno della cosiddetta “fuga dei cervelli”, ossia dall’esodo forzato per i nostri giovani, seppur qualificati (e spesso altamente qualificati) in cerca altrove di opportunità lavorative?
Senza dubbio. Fare esperienze altrove, uscire dal proprio territorio, deve essere una scelta - magari utile per strutturare ulteriormente le proprie esperienze - ma assolutamente non un obbligo forzato.

Opportunità per i giovani e anche per i senior?
Sì e da qui scaturisce l’impegno dell’Ordine nel tentare di fornire agli iscritti ulteriori strumenti “di metodo” da inserire nella loro cassetta degli attrezzi.
Strumenti “di metodo”, sottolineo, utili a favorire e guidare la creazione di valore nell’offerta di ogni start up.

- Ma la creatività connessa al concetto di start up, non contrasta con una strategia schematizzata come quella del Project Management?
Niente affatto. Il Project Management è uno degli strumenti che le start up possono utilizzare nel loro percorso di sviluppo e che può aiutarle nel raggiungere i loro obiettivi, indirizzando in modo efficace il loro potenziale creativo. La metodologia del project management sviluppa, infatti, l’approccio organizzativo alla strategia.

- Ma come definirebbe la strategia, in riferimento alle start up?
Per le start up, essendo una realtà tutta in divenire, la strategia si concretizza nell’individuare come soddisfare, con il supporto di un’appropriata tecnologia, un bisogno non ancora soddisfatto o soddisfatto in parte. La necessità di soddisfare efficientemente, efficacemente ed economicamente (ovvero con profitto) il bisogno porta le start up a identificare i vari problemi da risolvere (il cosiddetto pivoting), da cui derivano gli MVP (minimun viable product o prodotti minimi vitali) da realizzare in tempi brevi con costi ridotti e con qualità opportuna. Soluzioni parziali, che attraverso il ciclo “costruisci-misura-impara”, contribuiranno alla soluzione finale.

- La sfida che ogni start up affronta è complessa.
Senza dubbio, chi può negarlo? È un percorso iiterativo, complicato, ma soprattutto complesso, che può trovare un efficace strumento di ausilio proprio nella metodologia del Project Management.

- Vuole aggiungere qualche altra considerazione sul seminario del 15 gennaio?
Certo. Il seminario si è aperto con la presentazione del mondo delle start up in termini territoriali e di ecosistema; ecosistema che a me piace definire piuttosto come “comunità” di soggetti con proprie regole condivise per la creazione di valore.
Nelle comunità di innovazione, ad esempio, i vari partecipanti diventano preziosi nella misura in cui possono contribuire ai distinti traguardi e scopi che sono inerenti al processo comunitario di sostegno all’innovazione.

- Il programma dei lavori ha previsto anche numerose testimonianze.
Difatti non si poteva prescindere dalla testimonianza di alcuni protagonisti dello sviluppo di imprese innovative, divenuti oltremodo preziosi, in questa comunità: una start up (Megaride) che ha superato la cosiddetta “valle della morte”, in quanto ha già avuto successo commerciale e sta valutando l’ulteriore fase della crescita (il cosiddetto scaling), poi abbiamo voluto inserire la testimonianza di un incubatore d'imprese (Campania NewSteel), elemento essenziale di ogni “comunità” di innovazione, in quanto contribuisce a garantire il successo della comunità. Ed è esattamente quello che Campania NewSteel sta facendo.

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