Standard BIM, il mondo dopo la ISO 19650
Quali sono le norme nazionali e internazionali volontarie che regolano il Building Information Modeling? Ecco un quadro completo e aggiornato relativo agli standard BIM.
Novità normative sul BIM
Tra le principali novità introdotte dal nuovo testo del Codice degli Appalti trova spazio la digitalizzazione, quale strumento per modernizzare l’intero sistema dei contratti pubblici e per rivedere il ciclo di vita dell’appalto.
In mezzo ai 229 articoli previsti dal nuovo codice, l’articolo 41 introduce l’uso progressivo di metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni, che supera il vecchio concetto degli strumenti elettronici come ad esempio la modellazione per l’edilizia e le infrastrutture. Con questa voce si rimanda all’articolo 43 che in poche righe introduce l’uso obbligatorio del BIM dal 1 gennaio 2025.
Se aprissimo l’allegato I.9 possiamo intravedere il recepimento del decreto n. 560 del 2017, il cosiddetto Decreto Baratono con i suoi aggiornamenti successivi. Per assicurare uniformità di utilizzo dei metodi e degli strumenti previsti dal codice è necessario avvalersi delle norme tecniche UNI, nella loro natura tra nazionali, europee e internazionali.
Quando parliamo di BIM e di norme tecniche, due numeri devono rimanere impressi: UNI EN ISO 19650 e UNI 11337. Si tratta di due serie di norme, composte la prima da 6 parti e la seconda da 10. Proprio con l’uscita delle prime due parti, 1 e 2, della ISO 19650 sul finire del 2018 si stanno piano piano delineando i nuovi scenari normativi a livello internazionale, comunitario e dei singoli stati. Inoltre sono un punto di riferimento per il legislatore e per gli operatori, a partire dalla terminologia usata fino ai requisiti del capitolato informativo.
Le norme tecniche: quali scegliere e quali citare
Con il termine “norme tecniche” spesso si intende individuare qualsiasi forma di pubblicazione normativa in vigore nel sistema mondiale della normazione.
Giusto per chiarezza espositiva facciamo un veloce richiamo sulle tipologie di norme nel mondo, richiamate anche nella legislazione, in base al soggetto che le ha elaborate:
- Le norme internazionali, sono elaborate e pubblicate dall’ISO (International Organization for Standardization), possono essere adottate a livello nazionale da ogni stato membro in modo volontario. In Italia sono riconoscibili dagli acronimi UNI ISO;
- Le norme europee, che sono elaborate dal CEN (European Committee for Standardization) nelle tre lingue riconosciute, inglese, francese e tedesco. Ogni stato membro è obbligato a recepirle e ritirare le norme in vigore, tipicamente nazionali, ad esse in contrasto. Ad esempio, si riconoscono come UNI EN;
- Le norme nazionali sono elaborate dall’ente nazionale riconosciuto. In Italia sono deputati a scrivere norme l’UNI, ed i relativi Enti Federati, e il CEI. Esse hanno valore sul territorio nazionale e sono scritte nella lingua madre di ogni paese.
Grazie ad accordi di riconoscimento tra ISO e CEN, è possibile attivare il Vienna Agreement che permette di fare una pubblicazione congiunta di una norma sia a livello europeo sia a livello internazionale. In questo caso la sigla per l’Italia sarebbe UNI EN ISO. Inoltre, UNI ha deciso di rendere più fruibile le norme traducendo quelle principali in italiano. Al contempo, sono state tradotte in inglese le norme nazionali italiane che sono presentate per lavori europei e internazionali.
Le norme tecniche prese in considerazione nell’articolo non sono dispositivi legislativi, come possono essere le norme tecniche per le costruzioni – NTC. La loro elaborazione è basata sul consenso tra gli stakeholder che contribuiscono alla scrittura della norma attraverso un processo democratico e trasparente.
La forza di una norma è data proprio dal suo processo di scrittura. Infatti, le norme sono scritte a cura di operatori, esperti, ricercatori e stakeholder in genere, pubblici e privati, che rappresentano coloro i quali utilizzeranno le norme stesse e/o ne beneficeranno degli effetti.
Per la digitalizzazione del settore costruzioni ed il mondo BIM, le norme sono elaborate dall’UNI/CT 033/SC 05, che recepisce i documenti del CEN/TC 442 a livello europeo e dell’ISO/TC 59/SC 13 a livello internazionale.
Il mercato, i suoi operatori ed utenti/consumatori, è pertanto garantito dalle norme volontarie condivise (UNI, EN, ISO, ecc. – REG UE 1025/2012, Dlgs 223/2017, ecc.), contrariamente da quanto avviene con ogni genere di Linea Guida proprietaria che, ovviamente, avvantaggia solo la parte che la redige, generando extracosti, extra tempi, ecc. a tutti gli operatori che la subiscono e sono costretti ad assoggettarvisi (per ciascun differente committente e Linea Guida conseguente).
I mercati esteri, specie UK (BS) e Germania (DIN) fanno un massiccio uso delle norme, nazionali, come garanzia di qualità del proprio sistema industriale e fenomeno di sviluppo competitivo verso altri mercati. Si pensi al volano generato nel mondo “BIM” UK dalle PAS 1192 (2013), sostenute dall’intero loro sistema paese nel mondo. Con evidente vantaggio per progettisti, imprese e produttori britannici, almeno fino all’adozione delle nuove norme sovrannazionali ISO e CEN.
BIM: la ISO 19650, Information Management using Building Information Modeling
Nel dicembre 2018 viene adottata la ISO 19650, nelle sue parti 1 (Concept and principles) e 2 (Delivery phase of assets), che attraverso il meccanismo di adozione diretta del Vienna Agreement diviene norma europea (EN) e nazionale per ciascun stato membro nel corso del 2019. In Italia sono in vigore come UNI EN ISO 19650-1 e UNI EN ISO 19650-2, disponibili sia in inglese sia in italiano.
La ISO 19650 possiamo dire che conclude, con la prima norma internazionale di “principio” (sul filone delle ISO 9000-qualità, 14000-ambiente, 55000-gestione asset, 31000-rischio, ecc.) una prima fase, “storica”, del mondo normativo (e non) su BIM e digitalizzazione del settore costruzioni. Una prima fase molto più orientata agli aspetti informatici, ai suoi albori (ISO STEP 10303-11-21), e poi sempre più rivolta alla gestione informativa ed ai processi.
In parallelo si sono sviluppate le norme nazionali a corollario, che oggigiorno sono in revisione per allinearsi ai concetti introdotti con la serie ISO 19650 e renderli operativi nel proprio paese. Così abbiamo l’inglese PAS 1192 - processo, la serie italiana UNI 11337 - applicazione, la tedesca DIN 91392 – CDE e la francese AFNOR PRXPP07-150 – prodotti.
La ISO 19650, quindi, anche se ultima nata, possiamo dire costituisce oggi la norma “mamma”, o di riferimento per tutte le altre anche già esistenti.
La norma mamma che ha come figlie predilette le ISO 16739-1 (IFC), schema aperto, ISO 29481-1 (IDM), manuale delle consegne, e ISO 12006-2 (IFD), classificazione.
Questa ossatura principale si applica (o dovrebbe essere applicata), tal quale, in tutto il mondo. Ed in particolare, poi, nei paesi del CEN, accompagnata dalle puntuali ulteriori norme comunitarie e, in Italia e Gran Bretagna, anche attraverso i rispettivi allegati (annex) nazionali.
La ISO 19650, difatti, prevede il principio degli allegati nazionali di riferimento per il mercato locale. Principio al momento adottato, appunto, solo da UK e Italia. Per UK attraverso un annex nella parte 2 (sistema di denominazione file), delle linee guida locali - parte 0 - ed il ritiro della BS 1192 e della BSPAS 1192-2 (i cui principi sono ritenuti assorbiti nel corpo delle ISO 19650 1 e 2).
Per l’Italia, invece, anziché un annex nella parte 2 della ISO 19650, visto il corposo status normativo di dettaglio già presente, si è preferito stabilire che l’insieme della UNI 11337, nelle sue varie parti, costituisce allegato nazionale alla ISO stessa. Con il principio di preminenza della norma superiore (ISO 19650) su possibili eventuali interferenze o incongruenze nella norma dipendente (UNI 11337).
La ISO 10650, nei sui caratteri principali (parte 1), mantiene l’impostazione ed i concetti ormai andatisi a consolidare negli anni in tutto il mondo “BIM”: Capitolato informativo (CI - EIR, diventato Exchange Information Requirement anzichè Employer), piano di Gestione Informativa (pGI – Bim Execution Plan, nella parte 2), ecc.
In particolare, definisce inoltre:
- come “Appointing” il soggetto proponente (non più Employer) ed “Appointed” il soggetto incaricato;
- che gli ambienti di condivisione dei dati (ACDat – CDE Common Data Environment) sono almeno 2, di commessa del committente/proponete-appointing (da approntare già in fase di gara) e diffuso, degli incaricati-appointed (smentendo il concetto fantasioso di CDE unico ad accesso libero e indiscriminato da parte del committente, mai previsto nemmeno nelle PAS 1192);
- il superamento dei LOD attraverso i Level Of Information Need, privi di scala predeterminata (100, 200 …; 1, 2, 3 … ; A, B, C…) e con introduzione del concetto di Documento (DOC) accanto alle geometrie LOG e informazioni alfanumeriche LOI. I Livello di fabbisogno informativo sono meglio descritti dalla UNI EN 17412-1, scritta dall’Italia e attualmente sotto revisione perché portata a livello internazionale;
- la struttura informativa dell’intero processo delle costruzioni, dallo sviluppo (capex), alla gestione (opex), in un unico schema complessivo ed introducendo i Project Information Requirements (PIR) ai flussi originari delle PAS 1192 2 e 3;
In questi anni la serie UNI EN ISO 19650 si è arricchita di diverse parti fino all’ultima pubblicata nel novembre dello scorso anno che è la parte 4. Cinque in totale le parti pubblicate, tutte tradotte in italiano per favorirne la loro diffusione (la parte 5 è da poco a disposizione in italiano e anche la parte 4 sarà a breve pubblicata la traduzione), in attesa della parte 6 su salute e sicurezza.
Questo l’elenco delle parti della UNI EN ISO 19650 a disposizione:
- UNI EN ISO 19650-1:2019 Organizzazione e digitalizzazione delle informazioni relative all'edilizia e alle opere di ingegneria civile, incluso il Building Information Modelling (BIM) - Gestione informativa mediante il Building Information Modelling - Parte 1: Concetti e principi
- UNI EN ISO 19650-2:2019 Organizzazione e digitalizzazione delle informazioni relative all'edilizia e alle opere di ingegneria civile, incluso il Building Information Modelling (BIM) - Gestione informativa mediante il Building Information Modelling - Parte 2: Fase di consegna dei cespiti immobili
- UNI EN ISO 19650-3:2021 Organizzazione e digitalizzazione delle informazioni relative all'edilizia e alle opere di ingegneria civile, incluso il Building Information Modelling (BIM) - Gestione informativa mediante il Building Information Modelling - Parte 3: Fase gestionale dei cespiti immobili
- UNI EN ISO 19650-4:2022 Organizzazione e digitalizzazione delle informazioni relative all'edilizia e alle opere di ingegneria civile, incluso il Building Information Modelling (BIM) - Gestione informativa mediante il Building Information Modelling - Parte 4: Scambio di informazioni
- UNI EN ISO 19650-5:2020 Organizzazione e digitalizzazione delle informazioni relative all'edilizia e alle opere di ingegneria civile, incluso il Building Information Modelling (BIM) - Gestione informativa mediante il Building Information Modelling - Parte 5: Approccio orientato alla sicurezza per la gestione informativa
La UNI 11337:2017 dopo ISO 19650
In Italia, come abbiamo detto, si applica la UNI EN ISO 19650:2019 parti 1 e 2 (tradotta in italiano) attraverso la serie UNI 11337 nelle sue parti attualmente pubblicate: 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 7. A dicembre 2019 è stata inoltre pubblicata la prassi di riferimento per la definizione del Sistema di Gestione Informativo delle organizzazioni (UNI/PdR 74:2019).
- UNI 11337-1:2017 Edilizia e opere di ingegneria civile - Gestione digitale dei processi informativi delle costruzioni - Parte 1: Modelli, elaborati e oggetti informativi per prodotti e processi.
- UNI/TR 11337-2:2021 Edilizia e opere di ingegneria civile - Gestione digitale dei processi informativi delle costruzioni – Parte 2: Flussi informativi e processioni decisionali nella gestione delle informazioni da parte della committenza.
- UNI/TS 11337-3:2015 Edilizia e opere di ingegneria civile - Criteri di codificazione di opere e prodotti da costruzione, attività e risorse - Parte 3: Modelli di raccolta, organizzazione e archiviazione dell'informazione tecnica per i prodotti da costruzione.
- UNI 11337-4:2017 Edilizia e opere di ingegneria civile - Gestione digitale dei processi informativi delle costruzioni - Parte 4: Evoluzione e sviluppo informativo di modelli, elaborati e oggetti.
- UNI 11337-5:2017 Edilizia e opere di ingegneria civile - Gestione digitale dei processi informativi delle costruzioni - Parte 5: Flussi informativi nei processi digitalizzati.
- UNI/TR 11337-6:2017 Edilizia e opere di ingegneria civile - Gestione digitale dei processi informativi delle costruzioni - Parte 6: Linea guida per la redazione del capitolato informativo.
- UNI 11337-7:2018 Edilizia e opere di ingegneria civile - Gestione digitale dei processi informativi delle costruzioni - Parte 7: Requisiti di conoscenza, abilità e competenza delle figure coinvolte nella gestione e nella modellazione informativa.
L’idea è quella di riorganizzare gradualmente l’intero parco normativo nazionale in considerazione dell’ISO 19650 ma, più che per questa, per le evoluzioni nel frattempo intercorse, dal 2015-2017, nella prassi e, ovviamente, nella tecnologia (semantica, block-chain, ecc.). L’ossatura delle norme italiane, molto applicativa, è difatti perfettamente compatibile con la struttura della 19650, che presenta essenzialmente linee d’indirizzo, seppure la sua adozione conforti nella decisione di una graduale rivisitazione complessiva.
Le innovazioni più importanti riguarderanno:
- l’introduzione dei Level of Information Need (LoIN) anziché i LOD, inseriti nella UNI 11337-4, che sarà rivista in considerazione, anche, della norma europea sopracitata, a guida italiana (grazie al contributo dell’ing. Marzia Bolpagni), UNI EN 17412-1, considerando che, per favorirne l’applicabilità negli appalti pubblici (in aiuto ai RUP), verrà comunque prevista una scala di riferimento secondo le indicazioni superiori derivanti dal Codice dei Contratti e dal futuro Regolamento;
- la definizione degli attributi informativi degli oggetti digitali e soprattutto dei prodotti, ex parte 3, che sarà rivista in considerazione, anche, della norma europea in via di definizione, prEN 17473, a guida francese, ma con struttura dati identica a quella italiana vigente dal 2015: marcatura CE, norma di prodotto, allegato ZA, ecc.;
- una più dettagliata definizione dell’ACDat/CDE, ex parte 5, secondo lo schema confermato dalla19650, ed in parallelo allo sviluppo delle “piattaforme” digitali, di organizzazione e nazionali, ex parte 1 (concetto fino a poco tempo fa tutto italiano e che oggi vede invece anche l’Europa attiva verso una piattaforma digitale delle costruzioni comunitaria;
- il completamento del flusso informativo ora definito solo nel Capitolato informativo, ex parte 6, con la definizione applicativa di OIR, PIR, PIM, ecc.;
- la scrittura delle parti già previste ma ancora mancanti: 8 - classificazione, 9 – fase di esercizio, 10 – verifica automatizzata, 11 – sicurezza dei dati, block-chain.
Il tutto in attesa:
- della parte 12 riguardante la qualificazione delle organizzazioni, una volta valutato l’impatto sul mercato della neo nata UNI/PdR 74:2019;
- del percorso normativo, grazie al supporto italiano del prof. arch. Angelo Ciribini, in atto per portare l’attuale parte UNI 11337-7 sulla qualificazione delle figure professionali operanti in BIM, sui tavoli europei per la scrittura di una norma europea che renda definitivamente organica la materia dei ruoli e delle competenze e responsabilità;
- del percorso (politico-amministrativo) in atto per l’apertura di una norma europea in materia di BIM e digitale per il restauro e gli edifici vincolati.
Gli ultimi lavori in sviluppo
Per concludere le novità che si stanno sviluppando, bisogna ricordare un lavoro che si è avviato da poco, ma vede la determinazione di tutto il gruppo affinchè veda il suo compimento a breve.
Mi riferisco alla parte della norma nazionale relativa alla definizione delle regole e dei flussi informativi per la gestione delle attività di e-permit applicabili alle procedure ambientali, alle opere edilizie e alle infrastrutture.
Il lavoro è seguito direttamente da esperti di ANCI, l’associazione nazionale dei comuni italiani che dovranno utilizzare la norma in prima persona. Infatti, l’obiettivo è quello di descrivere l’implementazione della metodologia BIM nelle stazioni appaltanti partendo dai loro flussi di lavoro al fine di gestire opere pubbliche e private attraverso il processo di permesso digitale (E-permit).
Un altro lavoro che vedrà la luce nel primo semestre di questo anno è il progetto EN 17549-2 che collega gli oggetti di un progetto con il linguaggio aperto della UNI EN ISO 16739-1.
La trasformazione digitale del settore delle costruzioni include anche la trasformazione digitale della filiera dei prodotti da costruzione. I modelli di costruzione (ad esempio di un edificio) contengono un gemello digitale di prodotti reali
I dati di questi prodotti dovrebbero essere trasportati in formato digitale durante il percorso dalla fabbrica al proprietario dell'edificio. Questi dati di prodotto dovrebbero essere espressi anche in modo semplice e aperto. Perciò i produttori dovrebbero essere in grado di farlo manualmente o automaticamente, a loro piacimento.
Gli utenti che si avvarranno dei dati di prodotto dovrebbero essere in grado di utilizzarli per esprimere i propri requisiti relativi ai prodotti, a descrivere prodotti configurabili, a importare o esportare facilmente i dati di prodotto nei modelli BIM in qualsiasi fase del progetto (progettazione, costruzione, funzionamento).
Questo progetto definisce un formato per negoziare modelli di dati di prodotto, esprimere requisiti e descrivere prodotti configurabili e quindi soddisfare il collegamento mancante tra le fonti di dati sui prodotti (ad es. cataloghi) dei produttori e i modelli BIM di progettisti, costruttori e proprietari.
Insomma, ogni anno viene aggiunto un tassello per rendere sempre più operativo il BIM.
Ndr. Ultimo aggiornamento dell'articolo a cura di Marco De Gregorio, Technical Project Manager, Divisione Innovazione e Sviluppo – UNI Ente Italiano di Normazione.
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