Spazi esterni, permeabilità e microclima urbano per una struttura ospedaliera di Bologna grazie a i.idro DRAIN
La riorganizzazione degli spazi esterni dell’ospedale Villa Erbosa, a Bologna all’insegna del miglioramento della permeabilità e del microclima dell’area.
Intervento di riqualificazione e riorganizzazione degli spazi esterni del complesso ospedaliero
La riorganizzazione degli spazi esterni, della viabilità interna e dei parcheggi pertinenziali dell’ospedale Villa Erbosa a Bologna (Gruppo San Donato), con una appropriata divisione delle zone e dei flussi, è parte integrante dell’intervento di realizzazione della nuova Centrale Tecnologica a servizio del presidio ospedaliero che, a sua volta, si inserisce nel progetto più generale di riconversione di tutto il complesso. La realizzazione della nuova Centrale rappresenta infatti il primo intervento di una serie di attività programmatiche insistenti sull’area in cui sorge l’attuale presidio ospedaliero, nelle more di una trasformazione urbanistica importante, attualmente in corso, che prevede la ricostruzione di un nuovo ospedale, in sostituzione di quello esistente. La progettazione urbanistica delle opere a verde e la riorganizzazione della viabilità interna e dei parcheggi dell’area è stata affidata al dott. Riccardo Rigolli, il cui studio, che si occupa di pianificazione e tutela del territorio, è specializzato in particolare nella progettazione di opere a verde, anche pensile, e in servizi di consulenza nei processi di riqualificazione urbanistica.
Il progetto per l’ospedale privato accreditato Villa Erbosa nasce con l’obiettivo di migliorare sensibilmente gli standard ospedalieri, incrementando la dotazione di spazio pro-capite destinato ai pazienti, con particolare attenzione alla superficie dedicata alle degenze, che oggi risulta sottostimata, e agli spazi dedicati all’accoglienza, agli uffici e agli ambulatori. L’intervento è anche l’occasione per realizzare una struttura adeguata dal punto di vista della sicurezza sismica e della prevenzione incendi, nonché ottimizzata anche da un punto di vista energetico, quindi possiede caratteri di rilevante interesse pubblico poiché riqualifica un’importante attrezzatura sanitaria privata di uso pubblico, adeguandola alle più recenti normative.
La prima fase del progetto, rappresentata dalla costruzione della nuova Centrale Tecnologica e della nuova Palazzina Ambulatori, è in fase di completamento e riveste un ruolo funzionale importante anche nello scenario futuro.
La realizzazione del nuovo complesso ospedaliero è prevista per stralci, in modo da non interrompere mai l’erogazione del servizio. La maggior parte dei nuovi volumi sarà costruita in un lotto adiacente, sul quale attualmente insistono dei capannoni industriali dismessi, mantenendo in funzione l’ospedale esistente; completata e resa funzionante una significativa porzione del nuovo fabbricato, supportato temporaneamente nelle funzioni dalla nuova Palazzina, è prevista la demolizione della vecchia clinica e il completamento della nuova Villa Erbosa, con parziale sovrapposizione all’area di sedime attuale.
Il progetto delle opere esterne
La nuova Centrale Tecnologica sostituirà a tutti gli effetti il vecchio sistema impiantistico che verrà quindi utilizzato come “sottocentrale di smistamento fluidi e potenze” e per questo è stata dimensionata in modo da soddisfare tutte le esigenze di sviluppo futuro dell’Istituto Ospedaliero. Il manufatto è collocato in posizione baricentrica rispetto al complesso ospedaliero esistente, in modo da organizzare correttamente i percorsi impiantistici in cunicoli interrati che dovranno servire sia l’ospedale esistente che quello futuro.
L’intervento di Villa Erbosa è uno dei 16 compresi nel Piano Operativo Comunale (POC) del Comune di Bologna, “lo strumento urbanistico che individua e disciplina gli interventi di tutela e valorizzazione, di organizzazione e trasformazione del territorio da realizzare nell’arco temporale di cinque anni”. Il POC in questione, predisposto in conformità col PSC, Piano Strutturale Comunale, e quindi nel rispetto delle condizioni e misure di sostenibilità per esso individuate nella Val.S.A.T., la “Valutazione preventiva della sostenibilità ambientale e territoriale”, nasce dall'esigenza di razionalizzare e coordinare, attraverso un unico strumento urbanistico, una serie di interventi e trasformazioni d'interesse specifico per il territorio comunale e sostanzialmente riconducibili ad alcune “attrezzature”, di diversa importanza e ruolo per la città di Bologna, e a due delocalizzazione di industrie insalubri, non più adatte a permanere nei siti sinora occupati. Per gli interventi di ampliamento e ristrutturazione di attrezzature esistenti, come nel caso di Villa Erbosa, è richiesto il conseguimento dei livelli prestazionali più elevati per quanto riguarda i requisiti ambientali degli edifici, relativamente alle componenti di energia, cura del verde, permeabilità e microclima urbano, risparmio e riuso delle acque e riutilizzo dei materiali inerti da costruzione e demolizione.
L’intervento di riqualificazione dell’area, prevedendo l’attività ospedaliera in progetto lo stesso numero di utenti e di posti letto dell'attuale clinica, non prospetta alcun incremento dei consumi idrici e del carico del sistema fognario e, quindi, non determina criticità aggiuntive nei riguardi del rispetto dei parametri e degli indici urbanistici relativi ai carichi insediativi. Per quanto riguarda le acque meteoriche, invece, il progetto prevede un sostanziale incremento delle aree permeabili rispetto allo stato di fatto (è prevista una desigillazione di circa 6.000 mq).
La presenza dell’infrastruttura ferroviaria, unico vincolo insistente sull’area di progetto, genera una zona di rispetto pari a trenta metri dal limite della zona di occupazione della più vicina rotaia al fine di salvaguardare la sicurezza e la regolarità dell’esercizio delle ferrovie. La trasformazione prevede quindi nelle aree vicine alla ferrovia zone destinate a parcheggio e a verde.
La riprogettazione del carico urbanistico dei parcheggi destinati al pubblico e di quelli privati, destinati al personale dipendente, della viabilità interna e di accesso dei mezzi pesanti alla palazzina dei locali tecnici, funzionale al nuovo ospedale, sotto il profilo ambientale, ha comportato il sezionamento della porzione di area interessata, in parte già permeabile, la mitigazione dell’intervento con opere a verde e lo studio della infrastruttura idraulica del sistema, anche in previsione della gestione idraulica del nuovo edificio ospedaliero.
Calcestruzzo drenante per il mantenimento dell'invarianza idraulica
Per il mantenimento dell’invarianza idraulica, senza sovraccaricare il sistema di scarico esistente, il progetto del nuovo sistema di distribuzione dell’acqua sull’intero comparto ha previsto una serie di interventi favorevoli ad una mitigazione ambientale sia sotto il profilo della quantità di acqua assorbita e defluita, sia sotto il profilo del rispetto ambientale, ovvero di traspirabilità del suolo, gestione delle temperature, alberature e distribuzione di aree permeabili. Questo è stato possibile anche grazie all’introduzione di un sistema a calcestruzzo drenante appositamente calibrato, in luogo di conglomerato bituminoso, per il quale è stato utilizzato i.idro DRAIN di Italcementi.
“Questa scelta ci ha permesso di realizzare con lo stesso prodotto non solo la viabilità ordinaria, soggetta al carico limitato delle vetture e dei piccoli mezzi, ma anche la nuova viabilità interna, per la quale, in previsione del passaggio di mezzi pesanti, è stato impiegato un pacchetto molto più spesso, in grado di sopportare un carico fino a 120 quintali. In pratica sono stati utilizzati 15 cm di calcestruzzo drenante e 35 di sottofondo, per le aree destinate a parcheggio pubblico e alla viabilità degli autoveicoli, mentre per la nuova viabilità interna, destinata ai mezzi pesanti, 50 cm di calcestruzzo drenante e 70 di sottofondo”, spiega il dott. Rigolli.
La parte carrabile, infatti, è stata realizzata tutta in calcestruzzo drenante, compresi i parcheggi pubblici; per alleggerire il carico ambientale, solo i parcheggi privati, destinati ai dipendenti della struttura, sono stati lasciati inerbiti, realizzati con pavimentazione totalmente permeabile a manto erboso con dei sistemi proteggi prato, in quanto non soggetti alle specifiche regole di accessibilità della legge 13/1989, che affronta le problematiche della progettazione senza barriere nell’ambito dell’edilizia residenziale, quindi negli edifici privati di nuova costruzione, negli interventi di ristrutturazione, negli spazi esterni di pertinenza e di accesso.
“Così facendo – precisa Rigolli - all’utenza esterna è stata garantita una percorribilità pedonale del tutto idonea anche a soggetti degenti o con difficoltà di deambulazione. Queste scelte progettuali hanno permesso il rispetto degli indici e dei parametri urbanistici e la riduzione dell’impatto edilizio della centrale, che è dotata di una copertura verde che, a sua volta, consente di limitare il coefficiente di deflusso idrico e quindi l’impatto dell’edificio al suolo”.
L’importanza del sottofondo
Fondamentale per la riuscita di una pavimentazione permeabile è il sottofondo su cui viene posata, che deve essere studiato e realizzato in base alle caratteristiche idrogeologiche del terreno stesso.
“Per la realizzazione del sottofondo su cui poggiare il pacchetto drenante di i.dro DRAIN, è stata modificata in profondità la stratigrafia del terreno dell’area di intervento, caratterizzato dalla presenza di argilla, per sua natura poco permeabile, utilizzando per i riempimenti del materiale ghiaioso molto più poroso e, nel rispetto delle indicazioni del POC, ricostruendo il sottofondo con del materiale di riporto, progressivamente più fine e quindi molto più assorbente, conseguito a seguito dello scavo eseguito per la realizzazione degli interrati della nuova centrale”, aggiunge Rigolli. “In questo modo, è stato possibile realizzare una viabilità veicolare e pedonale ad elevata permeabilità”.
Il vantaggio del calcestruzzo drenante
“Nel caso specifico, abbiamo optato per una soluzione drenante rispetto ad una semi-permeabile, costituita da elementi misti, cioè calcestruzzi o elementi cementizi impermeabili intervallati da spazi permeabili, per avere assoluta garanzia del rispetto della permeabilità di progetto. Infatti, i sistemi definiti semi-permeabili, spesso, nella pratica, non riescono a garantire la permeabilità dichiarata per via del surriscaldamento estivo che non consente all’elemento verde di sopravvivere, rendendo il terreno progressivamente sempre più secco e costipato, anche quando si utilizzi un substrato di terreno dedicato, senza peraltro che sia possibile intervenire facilmente con delle lavorazioni meccaniche come potrebbe essere fatto in uno spazio verde aperto.
Viceversa, il prodotto di Italcementi permette di ottenere degli spazi permeabili al 100% e funzionali da un punto di vista agronomico, accorpando superfici dedicate, sempre permeabili e gestibili, in quanto trasformabili, nel nostro caso, in percorsi pedonabili, ciclabili, viabilità per mezzi pesanti e leggeri e parcheggi pubblici con superfici continue come previsto dalla legge 13. Questo sistema garantisce il rispetto di quei requisiti ambientali particolarmente efficienti e migliorativi rispetto allo stato attuale, sulla base dei quali è stata concessa la trasformazione urbanistica dell’area, che superfici in asfalto non riuscirebbero a garantire, in quanto la quantità d’acqua da gestire e da immettere nel sistema fognario comunale potrebbe essere eccessiva rispetto alla capacità di ricevimento della fognatura (carico urbanistico)”, spiega Rigolli.
“Il calcestruzzo drenante i.idro DRAIN di Calcestruzzi è stato scelto e impiegato su nostra esplicita richiesta. La mia personale esperienza con i.dro DRAIN risale a diversi anni fa, quando ho avuto modo di conoscere il prodotto ed apprezzarne le qualità e le performance impiegandolo con estremo successo anche all’Expo di Milano, per alcune porzioni di pavimentazioni permeabili che ho constatato conservare perfettamente la struttura anche quando soggette, nelle fasi di costruzione, a sovraccarichi fino a 240 quintali, e mantenere la superficie esterna sempre asciutta con una velocità di permeabilità istantanea anche quando soggette a portate di svariati di litri al secondo. Con questo prodotto il nostro intervento ha raggiunto due obiettivi: soddisfare i requisiti di accessibilità, viabilità e di permanenza delle condizioni ambientali e, al contempo, non sovraccaricare la rete fognaria. Fattore particolarmente importante soprattutto in relazione alla gestione della maggiore intensità di acqua meteorica conseguente alle odierne precipitazioni molto più intense e violente del passato (bombe d’acqua). Certamente il solo uso di i.idro DRAIN non soddisfa il parametro ambientale richiesto da progetto ma consente, con uno studio opportuno, di unire spazi permeabili al 100%, i cosiddetti rain garden, spazi verdi urbani in grado di intercettare e trattenere l’acqua piovana di ruscellamento (runoff), a strade e parcheggi in grado di gestire e controllare grandi quantità d’acqua meteorica, raggiungendo l’equilibrio totale della capacità di assorbimento sull’intera superficie, escluso il fabbricato della nuova centrale, in cui la copertura verde interviene e gestisce l’80% dell’acqua piovana”.
Il sistema di deflusso delle acque: lo studio dell’infrastruttura idraulica
È stata inoltre realizzata una rete drenante non visibile con un nuovo allacciamento alla rete fognaria pubblica che garantisce un minimo deflusso.
“Il nostro allaccio in fognatura lavora quasi in fase di emergenza. Infatti, nel calcolo idraulico dello scorrimento dell’acqua meteorica in eccesso che scorre al di sotto del pacchetto drenante, abbiamo sovradimensionato e azzerato le pendenze della tubatura drenante finale prima dell’immissione nella rete fognaria pubblica, per far sì che tutta l’acqua proveniente dai vari punti della superficie gestiti con il calcestruzzo drenante funga da sistema di ‘laminazione temporanea’, tale da raccogliere anche acqua potenzialmente in eccesso, che può sfogare attraverso un pozzetto dedicato ad una velocità molto ridotta, solo nel momento in cui si supera il volume laminato e si raggiunge il ‘troppo pieno’. Questo ci ha consentito in questa prima fase di intervento di non dover costruire delle vasche di laminazione deputate, peraltro non obbligatorie per quell’area specifica”, spiega ancora Rigolli.
La forza di una squadra
Un altro elemento vincente del progetto è stato riuscire a coniugare le esigenze di un’attività complessa come quella ospedaliera con una elevata velocità di esecuzione, senza mai avere interferenze significative da un punto di vista della logistica con i lavori impiantistici durante l’esecuzione della pavimentazione, e senza alterare la funzionalità dell’ospedale. Ciò è stato possibile non solo grazie alle caratteristiche del prodotto, ma anche alla capacità di gestione tecnica di Italcementi.
i.build, la business unit, di Calcestruzzi, specializzata nella fornitura e posa in opera delle pavimentazioni, ha seguito il lavoro dalla proposta iniziale all'acquisizione, fino alla gestione del cantiere.
“Come Calcestruzzi, siamo particolarmente orgogliosi di aver contribuito alla riqualificazione di un’area così importante per il comune di Bologna, eseguendo non solo la fornitura del prodotto ma, grazie ai tecnici di i.build, anche la posa in opera del materiale - ha commentato Marco Sandri, product manager per le pavimentazioni di Italcementi e Calcestruzzi.
“Proprio per le sue caratteristiche tecnico-ambientali, i.idro DRAIN, la soluzione drenante venduta in sacco da Italcementi e in betoniera da Calcestruzzi, è stata determinante nel contribuire al rispetto dei parametri e degli indici ambientali di progetto perché restituisce al terreno le acque piovane, ricaricando le falde acquifere e, a differenza delle pavimentazioni in asfalto, non contiene olii ed altri agenti inquinanti che rischierebbero di essere traslocati dalla pioggia nel sistema fognario pubblico; inoltre garantisce la compatibilità con le caratteristiche materiche dell’area in cui si opera, il decoro dell’aspetto architettonico e il rispetto dei vincoli paesaggistici”, conclude Sandri.
i.idro DRAIN: caratteristiche tecniche e vantaggi applicativi
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