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Sottofondo per pavimenti: cos'è e normativa di riferimento

CONPAVIPER ha diffuso il primo Codice di Buona Pratica interamente dedicato ai sottofondi. Vediamo quali sono i contenuti salienti del documento, le implicazioni per il settore dei pavimenti e come potrà elevare la qualità dei lavori.

Norma UNI 11944 e il Codice di Buona Pratica Sottofondi di Conpaviper

La recente norma UNI 11944 ha finalmente definito in modo chiaro che cos’è un sottofondo secondo il mercato italiano. Per la verità, la norma EN 13318, relativa alle definizioni del settore dei massetti, aveva già definito il termine ma con un evidente e macroscopico errore. Si trova infatti scritto che il sottofondo è un elemento costruttivo della struttura portante che funge da supporto per il massetto. In realtà questo è quello che tutti definiscono solaio.

Quindi, che cos’è il sottofondo? È lo strato posto superiormente al solaio che contribuisce alle funzioni di isolamento e/o alleggerimento e/o compensazione, che non riceve mai la posa diretta della pavimentazione/finitura e che riceve il massetto.

Il suo impiego è necessario quando si devono inglobare impianti, raggiungere una quota senza aggravare il peso della struttura, isolare termicamente l’edificio, ecc. Tutto questo è genericamente coadiuvato dal fatto che la massa volumica dei sottofondi è inferiore a quella di un normale massetto o pavimento industriale.

 

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Obiettivi e contenuti del Codice Conpaviper

L’obiettivo ed i contenuti del nuovo CODICE DI BUONA PRATICA PER I SOTTOFONDI DI PAVIMENTI AD USO CIVILE, COMMERCIALE E DIREZIONALE sono quantomeno ambiziosi. Infatti, pur essendo citati anche nella nuova norma UNI 11944, quello che c’è dietro ai sottofondi per quanto riguarda classificazione, progettazione, messa in opera e controllo, è davvero ampio e necessitava di un documento agile ed efficace per indirizzare proficuamente il settore.

A partire dalla progettazione del sistema pavimento fino alla sua posa, è sempre più evidente che anche il sottofondo contribuisce in maniera fondamentale alla riuscita efficace in termini di prestazioni, durabilità ed estetica.
Classificazione dei sottofondi

Il capitolo 4 del codice riporta diversi sistemi per classificare i sottofondi. Queste sono fondamentali per indirizzare la scelta iniziale e comprendere quali saranno le prestazioni finali da attendersi.

 

Classificazione dei sottofondi per pavimenti

Una prima interessante classificazione è quella legata alla massa volumica. Il codice propone questa suddivisione:

  • Superleggeri: fino a 200 kg/m3
  • Leggeri: da 200 a 800 kg/m3
  • Alleggeriti: da 800 a 1.800 kg/m3
  • Pesanti: oltre 1.800 Kg/m3

Questa divisione è collegata anche alla tolleranza possibile che si può avere nella valutazione della massa volumica. Questa deve essere ponderata sia allo stato fresco che allo stato indurito. Essendo infatti materiali che possono contenere molta acqua di impasto, è bene considerare il fatto che buona parte di quest’ultima tenderà ad evaporare durante la stagionatura e quindi a variarne il peso a metro quadro posato.

Le ulteriori classificazioni proposte dal codice sono:

  • Per tipologia costruttiva: con leganti (idraulici o polimerici) o con aggregati sfusi (commercialmente definiti “a secco”).
  • Per tipologia di confezionamento: preconfezionato, premiscelato, predosato o sfuso.
  • Per tipologia dei materiali costituenti, ad esempio aria (cemento cellulare), EPS, argilla espansa, etc.

 

Caratteristiche prestazionali dei sottofondi

La combinazione fra tipo di legante e materiale che alleggerisce la miscela, influenza in modo significativo le proprietà che ogni sottofondo possiede.

Il codice riassume tutte quelle che devono essere considerate per una opportuna progettazione del sistema pavimento.

  • Massa volumica
  • Spessore realizzabile (minimo e massimo) e quote realizzabili
  • Reologia
  • Umidità residua
  • Assorbimento d’acqua
  • Resistenza alla compressione
  • Planarità (ottenibile ed ottenuta in cantiere)
  • Stabilità dimensionale (in relazione ai possibili ritiri igrometrici)
  • Deformazione sotto carico
  • Durabilità
  • Conducibilità termica
  • Permeabilità al vapore acqueo
  • Comportamento al fuoco
  • Sostenibilità

È evidente che in fase di progettazione di una specifica stratigrafia, alcune di queste caratteristiche potrebbero essere ignorate ma, in prima battuta, è importante ricordarle tutte. Questo perché il sottofondo deve essere considerato come le “fondamenta” di tutto quello che viene dopo. Se si sbaglia la scelta (o la posa), alcune successive lavorazioni potrebbero non essere più fattibili.

In generale, oltre alla già citata massa volumica, sono spesso di grande importanza l’umidità residua, la stabilità dimensionale, la resistenza a compressione ed a deformazione sotto carico. Questo perché la principale funzione del sottofondo è quella di essere un supporto efficace per quello che verrà posato sopra. Deve quindi essere stabile al momento della posa e nel tempo. Inoltre, non deve causare danni al rivestimento finale attraverso una perdita eccessiva di acqua sotto forma di vapore (alta umidità residua).

 

Sottofondi per pavimenti: chi fa cosa e chi ne è responsabile

Dopo aver scelto il sottofondo a seguito di una opportuna progettazione, si dovrà procedete concretamente alla sua posa ed alla sua verifica in cantiere.

Il capitolo 6 del Codice di Buona Pratica si intitola “Responsabilità e competenze degli operatori”. In questo modo è possibile sapere chi sono i soggetti coinvolti, quali sono le competenze che devono avere e come devono essere messe in pratica.

  • Committente
  • Progettista
  • Direttore dei Lavori
  • Impresa appaltatrice dei lavori
  • Produttore dei materiali per sottofondi
  • Rivenditore dei materiali per sottofondi
  • Posatore del sottofondo
  • Posatore del massetto e/o del rivestimento

In conclusione, il Codice di Buona Pratica dei Sottofondi vuole proprio essere uno strumento pratico e fruibile da tutti questi soggetti. Vuole altresì creare cultura in relazione a questa tipologia di prodotti che, anche solo nella definizione, vengono spesso confusi con altro se non addirittura ignorati dalla progettazione.

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