Sostenibilità
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Sostenibilità, la guerra non ferma la rincorsa delle imprese italiane: il 65% non ha ridimensionato le proprie attività

Dal nuovo studio di EY "Seize the change" emerge come secondo il 65% delle aziende intervistate, la guerra in Ucraina non ha ridimensionato i piani di sostenibilità: continua la transizione a modelli di business più sostenibili
Inoltre, più dell’80% delle aziende quotate ha sviluppato un piano di sostenibilità (circa +32 punti percentuali rispetto al 2020) e il 30% ha definito target quantitativi. Di seguito i dati completi.

Sostenibilità: più della metà delle aziende la considera un aspetto fondamentale per aumentare la propria competitività

La nuova edizione dello studio annuale “Seize the Change” analizza i più rilevanti e significativi trend di sviluppo sostenibile per le imprese del Paese e rappresenta da 8 anni un momento di riflessione sistemica sulle pratiche di sostenibilità in essere e in prospettiva a venire.

I risultati dello studio confermano come nel complesso le aziende italiane siano sempre più impegnate concretamente per integrare la sostenibilità nel business e questo avviene sia per le piccole-medie imprese sia per quelle di grandi dimensioni. Due anni fa, al contrario, erano le grandi aziende ad avanzare più velocemente delle PMI sulle tematiche di sostenibilità. Questo avviene però a velocità variabile sui singoli temi e con disomogeneità tra i settori in quanto alcuni (energy e textile) procedono più velocemente rispetto ad altri (media & telecomunication e construction) nell’integrazione della sostenibilità.

Massimo Antonelli, CEO di EY in Italia e COO di EY Europe West, commenta “La sostenibilità ha cambiato le aziende: non si tratta più solo di un’opportunità, ma di una necessità per rispondere alle sfide sistemiche che ci troviamo di fronte. Oggi rappresenta la priorità a livello di investimento per il 40% dei CEO mondiali. Mentre in Italia, secondo il nostro studio, finalmente le piccole e medie imprese viaggiano alla stessa velocità delle grandi nell’integrazione della sostenibilità nel business.

Oltre la metà delle aziende intervistate considera la sostenibilità un driver fondamentale per aumentare la propria competitività nei mercati di riferimento e creare valore di medio e lungo termine per tutti gli stakeholder, ricostruendo così la fiducia nel futuro e mettendo le persone al centro della trasformazione”.

L’edizione di quest’anno presenta delle novità significative per quanto riguarda, da un lato, il panel di aziende prese in esame che è stato esteso in totale a 350 aziende (di queste 150 sono state intervistate direttamente mentre di 210 sono state analizzate le dichiarazioni non finanziarie) e, dall’altro, per un approfondimento condotto sulle performance economico-finanziarie legate alle aziende, con le relative correlazioni con i comportamenti sostenibili. È stato, inoltre, indagato come il tessuto imprenditoriale italiano stia ripianificando le proprie strategie di sostenibilità anche in funzione della nuova crisi conseguente alla guerra in Ucraina.
Riccardo Giovannini
, EY Italy, Climate Change and Sustainability leader, aggiunge: “I risultati del nostro studio testimoniano come le aziende del Paese siano sempre più in prima linea per integrare la sostenibilità nel business.

I dati della survey confermano che nel 62% dei casi i piani di sostenibilità delle aziende sono integrati con i rispettivi piani industriali e si assiste anche ad una netta accelerazione dell’impegno per contrastare e mitigare i cambiamenti climatici: quasi 8 aziende quotate su 10 hanno strutturato un processo di identificazione e gestione delle priorità-rischi legati ai cambiamenti climatici. Quanto più le aziende rafforzeranno il loro percorso verso la sostenibilità, intesa come driver determinante di trasformazione, quanto più saranno capaci di sostenere la competitività e crescita a venire”.

Sostenibilità e business: il contesto strategico

L’integrazione della sostenibilità nel business per le aziende è la chiave per rendere effettiva la transizione verso nuovi modelli di gestione in grado non solo di reagire alle emergenze attuali ma anche e soprattutto di affrontare le sfide future. In quest’ottica, sul totale delle aziende quotate, emerge dallo studio EY che il 74% ha strutturato un comitato o un organo di Governance che riporta al Consiglio di Amministrazione sui temi di sostenibilità, a testimonianza dell’importanza centrale che il tema sta assumendo. Questo dato è in aumento di 15 punti percentuali rispetto al 59% dell’analisi condotta sulle informative non finanziarie del 2020.

Guardando al medio-lungo periodo, circa l’82% delle aziende quotate ha definito un piano di sostenibilità (trend in aumento di circa 32 punti percentuali rispetto al precedente anno di analisi). Di questi, il 46% del campione ha incluso la versione integrale del piano di sostenibilità nella Dichiarazione Non Finanziaria (DNF), il 50% ha inserito solo alcuni aspetti nella DNF e solamente il 4% ha predisposto il piano all’interno di altre documentazioni.

Focalizzando l’attenzione sui risultati della survey si osserva come il 69% delle aziende abbia previsto un piano di sostenibilità con obiettivi qualitativi o quantitativi. Tale percentuale risulta un dato costante negli anni (69% nel 2021 e 70% nel 2019) e nel 56% dei casi (in aumento di 12 punti percentuale rispetto allo scorso anno) sono stati formalizzati target quantitativi. Per quanto riguarda ai singoli settori, il 100% delle aziende del settore textile & apparel ha sviluppato un piano di sostenibilità con obiettivi e nella maggior parte dei casi con relative tempistiche. Questa percentuale si abbassa al 50% per le aziende operanti nel settore engineering & construction.

Sostenibilità e ambiente: i cambiamenti climatici

Nella presente edizione dello studio EY si è registrato un aumento complessivo sia nel processo di pianificazione delle azioni volte a ridurre il cambiamento climatico sia nella definizione di obiettivi quantitativi ad esse riconducibili. Secondo l’analisi, il 93% delle aziende quotate considera il climate change nella propria rendicontazione e oltre 7 aziende su 10 prevedono obiettivi qualitativi e/o target quantitativi di riduzione delle emissioni climatiche nel futuro.
Dalla survey si evince che il 47% delle aziende abbia definito degli obiettivi/azioni relative al cambiamento climatico, contro il 39% dello scorso anno, e tra queste il 15% li ha inseriti nel proprio piano strategico.

La maggior parte delle azioni significative di adattamento al cambiamento climatico riguarda l’utilizzo di energie prodotte da fonti rinnovabili. A tal proposito, le aziende del settore energy & utilities sono tra quelle che hanno maggiormente stabilito obiettivi ed impegni, con il 75% delle risposte, seguito dal settore textile & apparel. Circa 1 azienda su 3 nei settori food and beverages ed engineering & construction non ha invece considerato azioni.

Sostenibilità e approvvigionamenti: la catena di fornitura

La tracciabilità, la trasparenza e la tutela delle questioni ambientali e sociali rappresentano le principali caratteristiche della catena di fornitura sostenibile e su questi principi evolve il rapporto tra aziende e mercato. Dallo studio EY si osserva nel complesso un aumento dell’attenzione da parte delle aziende verso lo sviluppo di una filiera di approvvigionamento sostenibile e, in particolare, verso la realizzazione di interventi di efficientamento della stessa e di logistica sostenibile.

Infatti, il 92% delle aziende quotate inserisce il tema del sustainable procurement nella rendicontazione delle proprie performance non finanziarie. Tra queste, l’81% ha definito una strategia in relazione a temi di sostenibilità della catena di fornitura. Secondo la survey, quasi 1 azienda su 3 ha deciso di apportare modifiche alla propria catena di approvvigionamento negli ultimi due anni in un’ottica di maggior responsabilità nella scelta dei fornitori e per venire incontro alle esigenze da parte dei clienti.

Proprio sui fornitori, l’analisi indica come 4 aziende quotate su 5 abbiano implementato attività di screening dei propri fornitori sulle tematiche di sostenibilità. Oltre la metà (il 56%) delle aziende quotate ha formalizzato i propri impegni all’interno di una documentazione mentre il 55% si è impegnata a rendicontare KPI quantitativi in relazione al sustainable procurement all’interno della DNF.

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