Oggi a Urbanpromo Progetto Paese, la manifestazione nazionale organizzata dall'Istituto Nazionale di Urbanistica e da Urbit, è stato presentato il documento che rappresenta l'esito dei lavori della sesta edizione di Urbanpromo social housing, che si è svolta il 6 e il 7 ottobre scorsi al Polo dell'900.
Oggi a Urbanpromo Progetto Paese, la manifestazione nazionale organizzata dall'Istituto Nazionale di Urbanistica e da Urbit, è stato presentato il documento che rappresenta l'esito dei lavori della sesta edizione di
Urbanpromo social housing, che si è svolta il 6 e il 7 ottobre scorsi al Polo dell'900.
Il documento, scaturito dal confronto tra operatori, stakeholder e addetti ai lavori condotto dalle organizzazioni che compongono il comitato promotore di Urbanpromo social housing - Programma Housing della Compagnia di San Paolo, Fondazione Sviluppo e Crescita della Cassa di Risparmio di Torino, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Housing Sociale e Cassa Depositi e Prestiti Investimenti Sgr - si conclude con un
decalogo di raccomandazioni che rappresentano il possibile viatico per una crescita equilibrata e un funzionamento efficiente dell'abitare sociale nel nostro Paese, tenendo conto delle evoluzioni che si sono osservate negli ultimi anni. Tra queste, il peso della crisi economica, un interessante sviluppo del social housing in un'ottica di economia della condivisione, le opportunità che si sono aperte nella possibile connessione con la pratica della rigenerazione urbana.
LE RACCOMANDAZIONI. Di seguito le raccomandazioni maturate a Urbanpromo social housing:
- Ricercare l'integrazione - nello spazio urbano e nella gestione operativa tra gli interventi di edilizia residenziale del settore pubblico e quelli del privato sociale, anche grazie ad una semplificazione dell'attuale complessa articolazione delle competenze pubbliche;
- valorizzare nella progettazione e nella gestione degli interventi social housing i contenuti propri dell'economia della condivisione;
- costruire progetti integrati e partecipati di rigenerazione dei quartieri in crisi, la cui leva sia appunto costituita dal social housing ed i cui ingredienti siano anche le innovazioni tecnologiche riconducibili all'idea della smart city e smart communities e le elevate prestazioni ambientali.
- definire modelli unificanti per gli accordi tra Enti e operatori, standardizzando le definizioni tecniche ed anche prevedendo adeguati sistemi di adattamento delle convenzioni alle oscillazioni del mercato immobiliare;
- fin dal montaggio delle operazioni, a partire dal concept dell'iniziativa, realizzare una efficace interdipendenza tra la gestione finanziaria e la gestione sociale, pur nella diversa specificità di competenza e responsabilità dei soggetti economici coinvolti;
- contenere i costi di costruzione e di esercizio dell'edilizia residenziale sociale all'interno dei programmi di rigenerazione urbana, intervenendo su tutti i fattori di costo e in particolare su quelli maggiormente incidenti;
- integrare gli interventi di social housing, in quanto servizi abitativi, all'interno delle politiche sociali, valorizzando le complementarietà con la sicurezza, la solidarietà, la coesione sociale, il lavoro;
- estendere gli interventi di social housing, con i relativi sistemi valoriali, a tutte le principali città italiane, promuovendo anche specifici percorsi formativi presso i comuni interessati;
- sviluppare i modelli di valutazione degli esiti sociali, oltre che finanziari, degli interventi, anche attraverso la precisazione dei dati strettamente necessari, così da migliorare le valutazioni ex ante (destinate ad incidere sulle convenzioni), in itinere (a beneficio dei gestori sociali e finanziari) ed ex post (per il miglioramento dell'intera sperimentazione);
- attivare ulteriori opportunità formative per creare le competenze professionali necessarie per diffondere nel Paese l'approccio valoriale del social