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Smart Roads. Andrea Monguzzi, Pedemontana: più sostenibilità e sicurezza

Le smart roads rappresentano il futuro della mobilità, ma la loro realizzazione richiede innovazioni tecnologiche fondamentali. Secondo Andrea Monguzzi, Responsabile Ingegneria di Autostrada Pedemontana Lombarda SpA, elementi chiave come l'uso avanzato dei dati, reti di comunicazione ad alta banda e infrastrutture di connettività sono essenziali. Questi aspetti, integrati nelle strutture esistenti, possono rivoluzionare il modo in cui le strade supportano la mobilità sostenibile e sicura.

AIS, l'Associazione Infrastrutture Sostenibili, sta affrontando con grande attenzione il tema delle Smart Roads, una possibile soluzione per migliore non solo l'efficienza ma anche la sicurezza e la sostenibilità delle strade.

Sull'argomento è stato intervistato Andrea Monguzzi, Responsabile Funzione Ingegneria, Project Financing e BIM Center dell'Autostrada Pedemontana Lombarda.


Domanda. Quali innovazioni tecnologiche ritiene siano fondamentali per la realizzazione delle smart roads e come possono essere integrate nelle infrastrutture esistenti?

Le principali innovazioni necessarie sono:

  • Disponibilità di dati;
  • Elevata banda per il trasporto dati;
  • Data Center condivisi e interconnessi;
  • Punti di accesso alla rete dati performanti e capillari;
  • Standard di condivisone definiti e accettati;
  • Identificazione certa dei soggetti.

La ricaduta esecutiva comporta la posa di una rete in fibra ottica con punti di accesso sufficienti a bilanciare la necessità di raccogliere le informazioni sugli asset e la viabilità e quella di condivisone delle informazioni agli utenti, permettendo l’integrazione di sistemi in Cloud sia per la natura computazionale che per quella di storicizzazione, predisponendo connettività in mobilità ad alta velocità tipo ITS-G5, con l’ausilio di sistemi ibridi via LTE, in un ecosistema di collegamenti nativamente ridondanti.

Che l’ambito sia strutturale o di mobilità, la raccolta, classificazione e condivisione delle informazioni, permetterà di garantire ai sistemi la capacità di prendere decisioni collaborative alle scelte umane in ragione di elementi di sostenibilità, sicurezza ed efficacia.

La possibilità di definire, a partire dalla fase progettuale, il posizionamento di sensori in grado di monitorare e confermare le ipotesi fatte nel corso della progettazione, garantisce nel tempo la puntuale conoscenza dello stato dell’opera, permettendo di intervenire ben prima della manifestazione evidente della criticità.

La sfida odierna è sull’uso che si fa dei dati, non sulla possibilità di condividerli, su questo gli utenti sono ampiamente “distratti” circa la consistenza e quantità dei propri dati ceduti.

 

Domanda 2. Come possono le smart roads contribuire a una riduzione significativa delle emissioni di CO2 e a una maggiore efficienza energetica?

Gli impatti sulle emissioni sono conseguenti al mantenimento di condizioni di traffico che evitino rallentamenti e continui cambi di velocità.
Superata la fase iniziale, la garanzia dei tempi di percorrenza potrà far crescere l’intermodalità dei trasporti spingendo gli utilizzatori ad una modalità di trasporto orientata al servizio.

Il ricorso alla mobilità elettrica risulta essere una occasione di riduzione delle emissioni indipendente dalle Smart Road, che potranno invece interagire per la fornitura di informazioni dedicate alla ottimizzazione dei consumi.

 

Domanda 3. Quali sono le principali barriere normative e politiche alla diffusione delle smart roads in Italia e in Europa?

Le opportune cautele sul rilascio di autorizzazioni per la guida assistita di livello evoluto (L4- L5) rispecchiano la necessità di approfondire ed indagare le effettive potenzialità delle soluzioni.

Il principale limite normativo odierno risulta essere la mancanza di un’autorità di certificazione nazionale in grado, prima indirizzare nelle scelte quindi attivare la registrazione degli utenti dei sistemi cooperativi di modo da garantire solidità, privacy e coerenza dei dati trasmessi.

Importante risulta essere la messa a disposizione di un punto centralizzato nazionale di raccolta e condivisone delle condizioni di traffico dell’intera rete nazionale specificando le politiche di aggiornamento dei dati che i diversi operatori devo garantire, anche in funzione della priorità/importanza della viabilità gestita.

 

Domanda 4. In che modo le smart roads possono migliorare la sicurezza stradale e ridurre gli incidenti?

La consapevolezza geo-spaziale in ogni istante di tutti gli elementi statici e dinamici presenti lungo la viabilità, se opportunamente condivisa, garantisce traiettorie indipendenti associate a velocità ottimizzate che favoriscono la mobilità e riducono l’impronta ecologica. Alla luce di quanto appena descritto i seguenti casi d’uso sono già spendibili e fruibili:

  • il Platooning sia per mezzi leggeri che pesanti è in grado di vincolare più veicoli ad uno di riferimento;
  • i cantieri di lavoro o le fermate per emergenza anche in corsia, possono essere segnalate in pochi millisecondi ai veicoli che seguono;
  • l’integrazione dei sistemi di pagamento con il riconoscimento targhe e tabelle di trasporto, unito ai sistemi di pesa dinamica, permette di conoscere istante per istante il numero di veicoli presenti e il contenuto trasportato lungo la tratta, con una sostenuta attenzione alle limitazioni definite per natura del trasporto o portata delle infrastrutture.

 

Domanda 5. Quali strategie possono essere adottate per garantire una rete capillare di punti di ricarica per veicoli elettrici lungo le smart roads?

La realizzazione di punti di ricarica è indipendente dalle smart roads. Possono essere infatti realizzate anche su infrastrutture tradizionali.

 

Domanda 6. Quali benefici economici e sociali deriverebbero dalla trasformazione delle strade tradizionali in smart roads?

La diminuzione delle emissioni e dell’incidentalità conseguenti all’introduzione delle smart roads hanno ovvie implicazioni economiche e sociali.

 

Domanda 7. In che modo l’analisi DNSH e il Protocollo Envision possono guidare la progettazione e l’implementazione delle smart roads?

Il protocollo Envision indica una serie di criteri di sostenibilità che possono e devono essere seguiti sin dalle prime fasi progettuali al fine di poter ottenere la certificazione di sostenibilità dell’infrastruttura.

 

Domanda 8. Quali sono le esperienze internazionali di successo nella realizzazione delle smart roads che potrebbero essere replicate in Italia?

Quanto eseguito all’interno dei progetti NordicWay, Cooperative ITS Corridor, C-Roads possono essere utilizzati come punto di partenza, considerato l’elevato numero di enti e aziende che vi hanno partecipato.

 

Domanda 9. Qual è il ruolo delle partnership pubblico-private nel finanziamento e nella realizzazione delle smart roads?

In Italia le autostrade sono gestite da Concessionari che hanno in carico anche l’eventuale realizzazione di impianti relativi alle smart roads.

 

Domanda 10. Quali approcci possono essere adottati per coinvolgere le comunità locali e i cittadini nel processo di transizione verso le smart roads?

Le principali smart road oggi in esercizio sono state installate in ambiti protetti: assenza di pedoni ed animali, limitate curve, medesima direzione di marcia, al fine di facilitare la fase di test e valutazione, ora prima di estendere a situazioni più complesse sarebbe necessario che aumentassero il numero dei veicoli dotati di tecnologia idonea di modo da consolidare i casi d’uso ed aumentare la confidenza dei sistemi da parte degli utenti.

Probabilmente saranno necessari obblighi normativi come il recente Regolamento UE 2019/2144 oppure incentivi dedicati all’acquisto di auto dotate della tecnologia necessaria.

 

Domanda 11. Quali misure possono essere implementate per garantire la sicurezza dei dati raccolti e trasmessi dalle smart roads?

Per quanto riguarda i dati degli asset quali viabilità, strutture, condizioni ambientali, il dominio rimane chiuso e di competenza del gestore della strada, che ha ogni interesse per avere dati sicuri e certificati.

L’attenzione maggiore riguarda la condivisone dei dati verso altri aventi interesse e qui la necessità di una CA Certificate Authority diventa preminente: la pubblicazione dei dati verso gli utenti della strada deve essere garantita per quanto riguarda coerenza, veridicità, integrità e completezza.

A livello di protocollo ITS-G5 la gestione di PKI è già prevista e per il momento è delegata a operatori commerciali.


Andrea Monguzzi

Dal 2008 fa parte della Direzione Tecnica di Autostrada Pedemontana Lombarda. Si è occupato della progettazione e realizzazione delle tratte autostradali oggi aperte al traffico ed oggi delle tratte B2 e C in fase di realizzazione. Al momento ricopre il ruolo di Responsabile della Funzione Ingegneria, Project Financing e BIM center.

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