Sistemi e tecnologie per l’uso contemporaneo del laterizio faccia a vista
Approfondimento sulle tendenze, sviluppi tecnologici e requisiti prestazionali nell'utilizzo del laterizio nelle moderne facciate a montaggio meccanico, con un focus sulle applicazioni progettuali e l'evoluzione del settore.
Rivestimento del laterizio nei sistemi di facciata a montaggio meccanico
L’impiego del laterizio come rivestimento nei sistemi di facciata a montaggio meccanico ha avuto negli ultimi anni un notevole sviluppo in quanto rappresenta la continuità rispetto al passato e perché esprime una flessibilità evolutiva di un materiale capace di rispondere alle recenti e restrittive richieste normative e alle nuove e più articolate aspettative tecnologiche del costruire.
Molti esempi dell’ architettura contemporanea, infatti, mostrano come sia tendenzialmente forte il ritorno all’uso della terracotta nelle facciate attraverso due linee di tendenza ben definite:
- la prima costituita da un progressivo sconfinamento dell’uso del materiale allo strato più esterno dell’involucro,
- la seconda costituita da una crescente attenzione per le modalità di assemblaggio a secco degli elementi.
Tendenze e sviluppi dei rivestimenti di facciata
Negli ultimi anni la ricerca della qualità complessiva del sistema di chiusura verticale si è andata sviluppando cercando l’accrescimento progressivo delle prestazioni alle quali è chiamato a rispondere tale sistema tecnologico, favorendo lo sviluppo della stratificazione a secco rispetto a quella tradizionale a umido.
Da tale presupposto si è imposto il sistema delle facciate a montaggio meccanico caratterizzato dall’introduzione dello strato di ventilazione e dalla capacità di rispondere in maniera esaustiva ai requisiti richiesti dai sistemi di chiusura verticali.
I sistemi di facciata a montaggio meccanico, infatti, rappresentano l’esito delle innovazioni portate dall’industrializzazione degli elementi costruttivi in forma di strati componibili; le esigenze di miglioramento del comfort ambientale, di risparmio delle risorse energetiche, di controllo della qualità e dei costi del manufatto edilizio hanno generato un’evoluzione della struttura muraria, con un graduale processo di stratificazione funzionale dell’involucro, caratterizzato dalla specializzazione degli strati e dei materiali, determinando il distacco delle lastre del rivestimento dalla parete e la creazione di una intercapedine d’aria più o meno ventilata.
Sinteticamente si può affermare che i rivestimenti di facciata in laterizio montati a secco sono caratterizzati da uno schermo protettivo esterno ancorato meccanicamente ad una sottostruttura fissata al supporto murario, in modo da creare un'intercapedine, in parte occupata da uno strato isolante e in parte vuota, in grado di generare una lama d'aria che, per effetto camino, può risultare più o meno ventilata.
Spesso l’evoluzione di questa soluzione è stata indicata con il termine di facciata o parete ventilata , sebbene tale terminologia possa risultare limitativa rispetto alle molteplici potenzialità dei rivestimenti di facciata a secco. La presenza di una lama d'aria, infatti, caratterizza soltanto una parte del sistema, senza considerare che l'effettiva ventilazione risulta condizionata da molteplici fattori intrinseci ed estrinseci.
In fase di realizzazione i vantaggi sono quelli distintivi della tecnologia costruttiva dell'assemblaggio a secco, tra cui, ad esempio, la rapidità di messa in opera, la possibilità di regolazione meccanica e lo smontaggio, recupero e rimontaggio dei componenti del sistema: tutte proprietà, queste, che gli assemblaggi ad umido non sempre riescono a garantire.
Durante la vita utile dell'edificio i vantaggi sono riscontrabili principalmente in termini di qualità estetica, di protezione degli strati sottostanti, di prestazioni termo igrometriche e di facilità di manutenzione.
L'assemblaggio a secco permette, infine, in caso di dismissione, un recupero pressoché totale dei materiali e degli elementi impiegati con possibile riciclaggio e reimpiego degli stessi. Le recenti direttive nazionali ed europee in termini di Criteri Ambientali Minimi (CAM) e di Do No Significant Harm (DNSH) spingono ulteriormente verso questa tipologia di soluzione tecnologica.
A grandi linee, gli strati funzionali che caratterizzano il sistema, partendo da quello più interno, sono:
- il supporto murario
- lo strato isolante
- l'intercapedine d’aria
- i giunti
- la sottostruttura di ancoraggio
- i dispositivi di fissaggio
- il rivestimento
Requisiti prestazionali
Occorre quindi tenere nella giusta considerazione tutti i requisiti prestazionali che assumono valenze specifiche nei singoli interventi in funzione delle condizioni di contesto storico, ambientale e tecnico-economico. É utile ricordare che sia le complessità produttive sia le caratteristiche estetiche degli elementi di rivestimento in laterizio, ovvero la loro morfologia, incidono fortemente sui livelli prestazionali di questi sistemi di facciata. Tali soluzioni sono caratterizzate dalla possibilità di fornire un sistema tecnologico particolarmente efficace e funzionale rispetto alle prestazioni richieste alle pareti di chiusura dell’involucro edilizio. Nello specifico:
- stabilità e resistenza meccanica
- prestazioni termoigrometriche
- prestazioni acustiche
- realizzabilità costruttiva
- durabilità e manutenibilità
- riciclabilità e riuso
Il rivestimento in laterizio faccia a vista
Quando il rivestimento in laterizio faccia a vista è montato mediante tecnologie costruttive innovative a secco l’inventiva del progettista e le tradizionali abilità dei muratori devono necessariamente essere affiancate da una corretta ingegnerizzazione del sistema e da un aggiornamento nelle competenze delle maestranze impiegate nella messa in opera, con metodi di lavoro più simili a quelli dei carpentieri metallici e lignei che a quelli dei muratori.
La produzione è oggi in grado di fornire una serie di prodotti a catalogo che, oltre a garantire la resistenza meccanica, il corretto comportamento nei confronti degli agenti climatici e l’assenza di variazioni cromatiche, si presentano con caratteristiche diverse per ogni tipo di esigenza rispetto a forme, forature, dimensioni e pezzi speciali.
La realizzazione di prodotti ad hoc, pensati esclusivamente come rivestimento di facciata a montaggio meccanico ha interessato alcune aziende in evoluzione, alla ricerca di un nuovo settore di espansione; in tal caso la ricerca ha stimolato la produzione di elementi leggeri in laterizio di dimensioni elevate, simili per prestazioni tecnologiche e formali ai mattoni a faccia a vista, capaci di sfruttare la plasticità e la lavorabilità dell’argilla, come avviene per gli elementi utilizzati nelle coperture .
L’utilizzo della terracotta in questa nuova tecnologia costruttiva ha di fatto innescato una sostanziale evoluzione nel settore industriale che ha portato alla produzione di una gamma molto ampia di elementi, in grado di soddisfare le potenzialità espressive ed estetiche del progetto architettonico e le esigenze del rivestimento e del montaggio a secco, valorizzando i caratteri distintivi del materiale, svincolandosi da quell’effetto di rivestimento “piatto” che, se per materiali geometricamente e dimensionalmente più precisi rappresenta una caratteristica fondamentale, nei rivestimenti in laterizio ne accentua le “imperfezioni” e non ne esalta le potenzialità.
Da un lato, quindi, la corretta progettazione del rivestimento di facciata garantisce una migliore funzionalità di tutto l'edificio dall’altro il materiale e la forma incidono in modo determinante sulla qualità estetica dello stesso.
La scelta di utilizzare il laterizio come materiale di rivestimento a montaggio meccanico è indubbiamente da ricondursi alla volontà/necessità di sottolineare il rapporto fra la tradizionalità del materiale ed il suo impiego innovativo. Ciò è possibile grazie alla massività del rivestimento in laterizio, alla plasticità delle forme dell’ involucro in rapporto al volume dell’edificio, alla partitura della facciata nelle alternanze delle altezze di piano e delle aperture, alla complessità funzionale delle facciate, alle diverse configurazioni possibili del rapporto fra interno ed esterno, nonché alla durata temporale differenziata delle diverse parti dell’edificio. È opportuno, quindi, che i sistemi di rivestimento in laterizio siano fortemente caratterizzati da una qualità materica che si esplicita nelle forme, nelle texture e nei colori del materiale (accogliendo e accettando anche irregolarità proprie del materiale e del suo processo di produzione) e da una qualità plastica che si esplicita nella messa a sistema di pezzi in grado di risolvere gli angoli, i raccordi fra volumi e fra superfici piene e aperte. Altre caratterizzazioni importanti sono la complessità funzionale, che si esplicita nella diversa permeabilità esterno-interno dell’involucro di rivestimento, la dimensione temporale, che si manifesta nella possibilità del materiale di invecchiare “bene” e la convertibilità, e modificabilità nel tempo della soluzione di rivestimento.
Nonostante il laterizio non garantisca sempre livelli di resistenza meccanica prossimi a quelli di altri prodotti ceramici utilizzati per lo stesso scopo, è possibile comunque raggiungere valori considerevoli, partendo da argille di qualità superiore, agendo sugli impasti, sulla fase di cottura e riducendo, eventualmente, la porosità degli elementi. Gli impasti controllati, già ampiamente utilizzati per la produzione di laterizi di qualità che devono rispondere a specifiche esigenze, possono garantire un prodotto finale qualitativamente migliore, ad esempio ingelivo e in assenza di variazioni cromatiche e efflorescenze.
Per quanto concerne le dimensioni, le potenzialità del materiale e le capacità delle aziende produttrici oggi permettano di ottenere lastre o elementi forati di varie formati: occorre comunque ricordare che se da un lato la scelta dimensionale degli elementi di rivestimento incide fortemente sul linguaggio e sulla qualità formale dell'architettura, dall'altro l'utilizzo di grandi formati, standard, o piccoli può incidere anche su altri componenti della facciata alterandone i livelli prestazionali.
Attualmente i prodotti che non superano i 50-60 cm di lunghezza vengono considerati “standard” e sono tra i più utilizzati; prodotti di dimensioni maggiori possono presentare difficoltà in fase di produzione, essendo difficile mantenere la planarità degli elementi oltre una certa lunghezza, e di messa in opera, necessitando l'impiego di più maestranze per un unico elemento e spesso specializzate. Elementi di dimensioni ridotte hanno invece lo svantaggio di richiedere sistemi di fissaggio e sottostrutture di ancoraggio molto fitte ed invasive sui supporti murari.
Infine, in fase di montaggio, le misure e la geometria del rivestimento incidono pesantemente sulla coordinazione modulare che questa tipologia di sistemi deve assolutamente prevedere con le dimensioni complessive dell'edificio, con le parti opache e quelle finestrate, con gli aggetti e con tutti i punti di discontinuità.
Attualmente la produzione si è orientata quindi verso elementi di forme e geometrie variabili ma che possono essere raggruppate sotto quattro macro-categorie:
- i prodotti piatti
- i prodotti forati
- i prodotti speciali angolari
- I prodotti frangisole (o listelli)
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