Sismocell: il tubo in fibra di carbonio ideato per contrastare gli effetti distruttivi dei terremoti
Presentato venerdì 12 ottobre all’hotel I Portici di Bologna, un nuovo dispositivo per la realizzazione di collegamenti dissipativi in strutture prefabbricate costruite senza criteri antisismici.
È Reglass di Minerbio che grazie alla vocazione per la ricerca e alla passione per l’innovazione del CEO Luca Pirazzini, propone Sismocell. Un tubo cilindrico in metallo e fibra di carbonio che montato sul nodo di collegamento trave pilastro dei capannoni industriali, conferisce capacità dissipative alla struttura annullando, entro certi limiti gli effetti distruttivi delle scosse. Il dispositivo può essere applicato a prefabbricati preesistenti senza alterarne lo schema statico. E’ un sistema sicuro economico e di facile applicazione.
È stato in esposizione negli scorsi giorni al Saie di Bologna (18-21 ottobre) e al Made di Milano (17-20 ottobre).
“Era tempo - interviene Luca Pirazzini - che pensavo ad applicazioni della fibra di carbonio nel campo dell’edilizia, quando il disastroso evento che ha colpito l’Emilia Romagna, mi ha portato a concentrarmi per trovare una soluzione al problema di inagibilità dei capannoni di quell’area, che ha reso inattive quasi 4000 aziende. Con questo sistema – continua – si potrebbe dare il via alla prima fase prevista dalla legge sull’adeguamento sismico delle strutture prefabbricate, a prezzi accessibili: circa 10 volte inferiori a quelli che si sosterrebbero con interventi equivalenti”.
Reglass è un’azienda che da oltre 35 anni si occupa di fibre di carbonio ed ha realizzato innovative applicazioni nel settore dello sport e dell’industria. Vanta 22 brevetti e investe l’8% del fatturato (20 milioni di euro) in ricerca e sviluppo. Il dispositivo Sismocell è stato messo a punto in collaborazione con Il laboratorio Ciri - Edilizia e costruzioni dell’Università di Bologna. Claudio Mazzotti professore di Tecnica delle costruzioni e il ricercatore Andrea Vittorio Pollini hanno portato avanti gli studi sull’efficacia del sistema che è già brevettato in Italia e rientra nel quadro delineato dal D.L. 74/2012 per la messa in sicurezza delle strutture.
“La novità di rilievo – spiega il Prof. Mazzotti – è che il dispositivo Sismocell consente, entro certi limiti, di dissipare l’energia sprigionata dal sisma. Il che significa – prosegue – che l’energia che si produce durante il movimento tellurico viene in parte bruciata. Si aggiunge così, al primo più urgente intervento previsto dalla legge, cioè il collegamento trave pilastro, un ulteriore miglioramento sismico che attraverso l’applicazione del tubo in fibra di carbonio consente di ammortizzare le scosse.”
Coniugare l’attività imprenditoriale al desiderio di far ripartire le tante imprese colpite dal sisma: è questo in breve, il proposito di un’azienda famigliare, sul mercato da oltre cent’anni, che pratica da sempre, con grande impegno finanziario e di cervelli, quella ricerca per l’innovazione indispensabile per il progresso e la crescita del Paese.
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