Sisma 2016: affidato agli esperti INGV lo studio delle faglie attive del cratere
In base all'accordo firmato lo scorso 5 ottobre 2020 sarà l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ad occuparsi degli studi di approfondimento sulle faglie, una decina, che attraversano i centri abitati di alcuni comuni del cratere colpito dal sisma del 2016. Sei mesi il tempo previsto per lo studio.
Uno studio per capire la reale pericolosità delle faglie
L’accordo, è stato firmato dal commissario straordinario per la ricostruzione del Centro Italia Giovanni Legnini e dal presidente dell’Ingv Carlo Doglioni, e prevede due fasi di 3 mesi ciascuna con una forte, quindi, accelerazione rispetto ai tempi previsti dalla procedura precedente, che è stata contestualmente revocata.
Gli studi affidati all’Ingv serviranno per determinare la reale pericolosità delle faglie individuate, definite attive e capaci perché si sono attivate almeno una volta negli ultimi 40mila anni e risultano evidenti sul terreno, e ridefinire dunque l’ampiezza delle aree urbane sicure per la ricostruzione.
Nella prima fase del lavoro di analisi e ricerca dell’Ingv, seguendo le linee guida predisposte dalla Protezione civile, si punterà a individuare le faglie meritevoli di uno specifico approfondimento, da effettuare poi nella seconda fase dello studio, e quelle che non impediscono una ricostruzione sicura, che pertanto potrà essere avviata.
Quali sono le faglie in questione
Le faglie erano state rilevate dagli studi di microzonazione sismica, da tempo effettuati, nei centri abitati di undici comuni del cratere. A Norcia (capoluogo e nella frazione di Campi), Capitignano (capoluogo e nella frazione di Sivignano, Montereale (frazione Paganica), Barete, Pizzoli, Ussita (frazione di Frontignano), Leonessa, Rieti, Cantalice (frazione di San Liberato), Rivodutri (tre frazioni) e Macerata.